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Daniele Ciavatti : “Mi sembra che ci sia una totale sottovalutazione del problema ambientale e che si stia seguendo una logica poco lungimirante”

L'altra sera, Lunedì 15 Gennaio, ho avuto l'occasione di partecipare ad una iniziativa del PD in cui si presentava il nuovo Piano Spiaggia del comune di Rimini alla presenza del nostro Sindaco e di alcuni assessori. Premetto che non sono un tecnico, ma da quello che so esiste un piano paesaggistico regionale che prevede nelle nostre spiagge l'impossibilità di edificare alcunché se non strutture temporanee da smontarsi a fine stagione, piano che è stato ritenuto da molti la salvezza dei nostri litorali da possibili colate di cemento tant'è vero che il bagnino dove vado normalmente mi raccontava qualche anno fa che il campo da bocce alla fine della stagione lo doveva ricoprire di sabbia proprio per questo motivo (l'alternativa era distruggerlo per ricostruirlo a maggio). Ora sembrerebbe che da una situazione in cui era impossibile muovere uno spillo si voglia passare ad un altra in cui si prevede la possibilità di nuovi locali pubblici o comunque il mantenimento di quelli esistenti per un massimo di 100 mq per le microaggregazioni e di 200 mq per le maxiaggregazioni, con la significativa differenza che quelli esistenti attualmente sono “chioschi” quindi strutture minimali mentre quelli che verrebbero realizzati sarebbero manufatti in cemento armato con fondamenta

Umberto Farneti: "Si dovrebbe utilizzare anche una striscia del fronte spiaggia per una profondità di circa 15-20 metri"

Con riferimento alla consultazione che si sta avviando a livello cittadino circa le scelte da farsi per quanto concerne il Piano Spiaggia, ritengo che sarebbe opportuno innanzitutto definire meglio che cosa vogliamo fare veramente del nostro lungomare, che sono d’accordo nel ritenere che abbia fatto ormai il suo tempo ma che in verità, resta sempre, comunque, un bel lungomare pari a pochi altri, se non altro quanto a lunghezza e con corona di folta siepe di un bel pitosforo e splendidi esemplari di tamerici ormai centenari. Infatti a tutt’oggi purtroppo, soprattutto nel tratto dai piazzali Kennedy e Marvelli sino al piazzale Pascoli, anzichè un vero Parco del mare come si era detto di volere fare sono stati realizzati (vedi foto allegate) sul fronte spiaggia solamente dei “tratti di giardinetto con piccole aiuole ” davanti ai vari Hotels con invece, di fatto, una davvero impressionante nuova desolante cementificazione ed impiastrellamento del suolo oltre ad altro spazio destinato alla passeggiata e ricoperto con doghe di legno (che presto dovranno essere sostituite: meglio ha fatto venti anni fà Misano Adriatico, utilizzando mattonelle di pietra colorata importata anch’essa dal Brasile) A questo proposito in particolare ci si domanda soprattutto: a che cosa serve ed a chi

Si stanno ripercorrendo le orme che qualche anno fa portarono al fallimento di entrambi gli scali.

Il comune di Rimini annuncia un finanziamento di 3 milioni di euro al Fellini, altre istituzioni pubbliche finanziano quello di Forlì, si stanno ripercorrendo le orme che qualche anno fa portarono al fallimento di entrambi gli scali. Ci risiamo, sembra che le vicende del passato recente non siano servite a nulla. Mi riferisco all'aeroporto di Rimini ed al finanziamento concessogli dal comune  di un milione di euro all'anno per tre anni. Ancora una volta parte una gara fra due concorrenti, gli scali di Rimini e di Forlì, resa possibile da generosi finanziamenti pubblici cioè con i soldi di tutti. Ancora una volta assistiamo a compagnie aree sottratte da uno ai danni dell'altro vedi il caso della compagnia Albawings passata da Rimini a Forlì qualche tempo fa. Ancora una volta, le attuali società di gestione, annunciano un esplosione di passeggeri per i prossimi anni, e tutto facendo finta di non sapere come era andata a finire qualche anno fa la medesima gara a due. Mi chiedo: è mai possibile che non ci si renda conto che due infrastrutture simili nel raggio di 50 Km non riescono a coesistere? Quanti altri milioni di euro devono essere ancora sperperati per rendere omaggio al campanilismo di alcuni? La cosa che lascia più

Idea già emersa nel 2018, punto nevralgico di gran parte della viabilità di Rimini Nord

Caro Diario, la pausa natalizia mi ha dato tempo per rivedere quelle che sono le necessità da affrontare in questo 2024, provando a riportare all’attenzione temi che con il tempo abbiamo, colpevolmente, messo da parte. Con un progetto di viabilità ormai consolidato credo sia arrivato il momento di riprendere in considerazione una proposta avanzata nel Gennaio 2018, durante un incontro al Piano Strategico dedicato alle identità dei luoghi e alla progettualità di quello che sarebbe poi diventato il lungomare e il nuovo asse viario che costeggia la ferrovia. Negli appunti ho ritrovato la slide in cui veniva richiesta una rotonda nell’intersezione tra via Proteo e via Domeniconi, oggi punto nevralgico di gran parte della viabilità di Rimini Nord. La via Proteo convoglia tutta la viabilità che dalla statale 16 entra a Viserbella, specialmente quella che nel periodo estivo non è autorizzata a passare sul lungomare, e la incanala verso l’asse stradale Domeniconi-Serpieri-Caprara-Mazzini, utilizzata per il transito di tutte le auto che hanno direzione Rimini-Bellaria e viceversa. Si tratta di un’asse importante e di una risposta urgente per il territorio. Dopo questi anni di utilizzo possiamo confermare quella che era una preoccupazione già in fase di progettazione, cioè che l’attuale incrocio è poco usabile

"Basterebbe poco per farla arrivare al ponte sul deviatore Ausa"

”Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita” Trovandosi a pedalare lungo la pista ciclabile del Marecchia (riva dx Verucchio-Rimini, poco prima di entrare nella città di Rimini, viene veramente da pensare che Dante sia passato di qua ed abbia trovato ispirazione per comporre questi famosi versi!!

Un gruppo di genitori: "Come conciliare vita e lavoro?"

A meno di un mese dall’inizio delle iscrizioni alla Scuola Primaria per l’Anno Scolastico 2024/25, abbiamo saputo che l’unica scuola elementare di Viserba avrebbe sostanzialmente modificato la propria offerta formativa, eliminando la possibilità di usufruire dei tre rientri settimanali, una condizione di per se inadeguata alle necessità dei genitori. Dal prossimo anno scolastico infatti, sarà presente una sola sezione con un solo rientro pomeridiano. In un’Italia in cui tutte le parti politiche si professano, a parole, tutrici degli interessi della famiglia, riteniamo che una scelta del genere sia imbarazzante. Imbarazzante per chi la subisce: parliamo di un territorio che, secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Comune, ospita più di 11000 persone, in un quartiere, l’ex quartiere 5, che è il più giovane di tutta la città, in un territorio oggetto negli ultimi anni di una grandissima crescita residenziale cui non ha corrisposto un’adeguata crescita dei servizi. Imbarazzante per le istituzioni cittadine: il plesso scolastico in cui ha sede la Scuola Primaria Flavia Casadei è stato costruito nel 1978, quando Viserba non era che una piccola frazione turistica e non il popoloso quartiere dormitorio che è oggi. Da allora la scuola è rimasta lì, è rimasta esternamente la stessa, semplicemente inadatta alle

Per molti animali domestici, questi spettacoli sono fonte di terrore e ansia

Egr. Direttore Mentre le luci scintillanti dei fuochi d'artificio illuminano il cielo durante le festività, non tutti partecipano alla gioia. Per molti animali domestici, questi spettacoli sono fonte di terrore e ansia. Le scrivo perché vorrei affrontare il problema da un punto di vista medico-comportamentale, offrendo una prospettiva diversa e più profonda sulle reazioni degli animali ai fuochi d'artificio. Perché i fuochi d'artificio possono trasformare una festa in un incubo per cani e gatti? Questi animali (non correttamente socializzati), dotati di un udito molto più sensibile rispetto agli umani, percepiscono i botti come un vero e proprio bombardamento. Questo può portare a comportamenti estremi come la fuga, che spesso si conclude tragicamente, o a reazioni di paura che possono sfociare in aggressività. La paura dei rumori forti nei nostri amici a quattro zampe, non è un fenomeno innato, ma spesso è il risultato di una crescita sensoriale non equilibrata. Nei primi mesi di vita, gli animali domestici attraversano una fase cruciale di sviluppo sensoriale e comportamentale. Una mancanza di esposizione controllata a una gamma di suoni durante questa fase (es. lasciarli chiusi in una gabbia o casa) può lasciare l'animale impreparato a gestire stimoli acustici intensi in seguito nella vita. L'ambiente in cui

La lettera del sindaco di Rimini alla Presidente del Consiglio che aveva "esaltato" Latina in finale per diventare Capitale della Cultura

"Gentilissima Presidente del Consiglio dei Ministri, nel cogliere l'occasione per rivolgerLe i migliori auguri di serene festività natalizie, sono a rappresentarLe un piccolo e personale dubbio, scaturito questa mattina alla lettura della stampa nazionale. Leggo di una Sua dichiarazione a favore di Latina in cui, complimentandosi per il 91esimo compleanno della città laziale, sottolinea espressamente come la candidatura della stessa città a Capitale Italiana della Cultura per il 2026 'dimostra che Latina ha idee e voglia di crescere, di porsi al centro della vita italiana e farsi conoscere attraverso le sue energie più belle e positive'. Concetti sicuramente condivisibili e complimenti meritati ma

L'assessore Gianfreda: "Dal 2005 ha vissuto in strada, ma dopo il suo malore abbiamo attivato i servizi necessari insieme all’Ausl e al terzo settore"

La lettera dell’assessore alla Protezione sociale del comune di Rimini, Kristian Gianfreda: "Caro Direttore,    Il Natale segna il tempo anche di tante storie piccole e memorabili, raccontate magari sul filo della commozione. Chi si dedica alle persone fragili ha un’occasione in più rispetto agli altri di trasformazione personale: si confronta ogni giorno con trame di vita difficili, dolorose, talvolta crude, in cui però, l’impegno, la fatica e il sudore sono un fattore trasformativo per sé e per chi si aiuta, che ci sia un ‘il lieto fine’ o meno. Un compito silenzioso, svolto quotidianamente senza riflettori. L'onore nei confronti di chi ce la sta facendo e verso chi si impegna affinché le persone possano farcela, vorrei sintetizzarlo nella storia del nostro Franco, soprannominato affettuasamente Franchino.    Scelgo Franco perché a Rimini lo conoscono in tanti.    Per anni e anni, dal 2005, ha vissuto in strada, soprattutto nel centro storico, tra piazza Tre Martiri e piazza Cavour.    Girava con i panni logori, consunti, sempre gli stessi. Aveva un modo diffidente, sua caratteristica ormai nota ai più. Non chiedeva carità e, anche chi si avvicinava gentilmente e con tutte le buone intenzioni per offrigli qualcosa veniva regolarmente ricambiato con uno sguardo contrito e uno

Una candidatura per la "capitale della cultura" Rimini, che eccelle nella cultura popolare o comunque ad alto impatto alberghiero. ha posto la propria condidatura a . a "capitale della cultura". Ben diverso quel che fece Matera, con convegni di notevole rilevanza scientifica, grandi concerti etc. Per quel che riguarda le mostre, invero quel paesone con pretese di città che è Rimini se la cava ugualmente bene, anche se non a livello di Forlì. Speriamo bene per il futuro. Per ora, la weltanshauung riminese è ancora prevalentemente a livello di bagnini e (cattivi) ristoratori: qualche elefante felliniano a spasso, tendoni gastronomici etc. Il mondo dell'istruzione e della ricerca sono stati "messi in parentesi"- Per trovare qualcosa di buono bisogna andare nei paesini confinanti come Santarcangelo, Novafeltria, Gatteo o Savignano. Proporrei come capitale della cultura l'insieme dei paesini delle valli del Marecchia e del Rubicone. Gabriele Boselli Gentile lettore, in un Paese libero è ovviamente lecito storcere il naso sulla candidatura di Rimini a Capitale della Cultura, nonchè - figuriamoci - davanti ai piatti degli chef riminesi. E in un Paese di lingua italiana non è affatto obbligatorio prendersi la briga di scrivere Weltanschauung come andrebbe fatto in tedesco. Ma laddove gli unici elefanti che si possano osservare sono

Ex Questura, il Responsabile progetto RiminiLife replica a Melucci

Gentile Melucci, ho letto il suo intervento sul tema ‘ex questura’. Avevo inteso che ne avrebbe scritto nuovamente solo in presenza di atti ufficiali dei tribunali o di nuovi progetti. Non c’è problema, ovviamente. In realtà sarei anche in attesa di sapere quali canali privilegiati ha utilizzato nelle settimane scorse per avere in poche ore e poi pubblicare documenti provenienti evidentemente da richiesta di ‘accesso agli atti’. Ricorda? La procedura per avere quegli atti era un accesso civico generalizzato che imponeva degli obblighi da parte dell’amministrazione, questo glielo ricordo io ed è un aspetto di rilievo penale. Veniamo a oggi. Mentre aspettiamo che il Sindaco e la giunta riflettano sulla nuova proposta che ho pubblicamente annunciato per conto di ASI, provo a spiegare alcuni passaggi che non devono esserle chiari. Il Sindaco e la giunta tengono il punto sulla questione ‘interesse pubblico’. In realtà non spiegano, come invece dovrebbero, dati alla mano, perché RiminiLife non centra questo obiettivo, ma evidentemente sono abituati ad essere creduti sulla parola. Noi restiamo dell’idea che riqualificare quel compendio, dotandolo di spazi ‘vivi’, sia il miglior modo per contrastare il degrado. Possiamo stabilire se meglio una palestra o un asilo, se più utile una biblioteca e uno studentato piuttosto che

Secondo il nostro lettore dovrebbe accettare la proposta del Comune

Sono nato e vivo a Rimini e nei limiti del possibile seguo le vicende che si susseguono in questa città. Sicuramente il caso della "nuova questura" oltre ad essere annoso, si sta rivelando spinoso e pare destinato a protrarsi nel tempo. Al momento è chiaro che la soluzione alla impasse che si è generata, si riconduce alla riduzione dell'area riservata agli spazi accessori ( 4500 mq. ) relativi al supermercato ( 1500 mq. ), dunque 3 volte tanto. Non sono un tecnico del settore, ma ho voluto verificare quali strutture commerciali a Rimini avessero una dimensione di circa 1500 mq. Nel sito del Comune di Rimini nel documento PIANO DEGLI INSEDIAMENTI COMMERCIALI NORME TECNICHE c'è una interessante tabella nella quale sono riportate le superfici commerciali destinate alla vendita di tante attività presenti nella nostra città. E' interessante notare come ad esempio OBI abbia una superficie pari a 1491 mq. oppure come la Coop di via XXIII settembre occupi una superficie di 1058 mq. Premetto che non essendo esperto, potrei aver preso come riferimento dati non corretti oppure potrei non aver chiara la definizione di spazi accessori, mi limito quindi solo a questa considerazione: non mi pare, anche frequentando queste realtà, che