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Giancarlo Frisoni: "Le case del cuore" - AIEP. Sabato 29 febbraio, alle ore 17.00, avrò il piacere di presentare il nuovo splendido libro di Giancarlo Frisoni presso la Biblioteca Comunale “Don Matteo del Monte” di Montescudo-Monte Colombo a Taverna. Il fotografo Livio Senigalliesi ha scritto: “L’uso sapiente del suo bianco e nero emoziona e conserva tutta la forza della sua terra. Secondo i dettami della migliore fotografia, ha la capacità di cogliere le espressioni e le voci dell’anima”. Dopo lo straordinario volume “Memorie. Volti e voci della mia gente” (ARTinGENIO, 2018), Frisoni con questa nuova opera continua ad esplorare, o meglio a conservare per lui e noi tutti, pezzi di un mondo contadino romagnolo ormai scomparso da tempo. Lo ha fatto fotografando nel corso degli ultimi decenni le case coloniche del nostro territorio, quelle sparse e quelle nei ghetti. “La voce delle vecchie case non c’è più. Sono ruderi oramai, nei silenzi d’abbandono. Croci di un passato dove persone hanno consumato e guadagnato i loro giorni divisi tra quei muri e la terra”. Sono splendide centinaia di foto in bianco e nero scattate nella vallata del Conca (nelle numerose frazioni del comune di Montescudo-Monte Colombo, e a Gemmano e San Clemente; nelle frazioni di

Daniel Pennac: "La legge del sognatore"- Feltrinelli. E’ stato Daniel Pennac (pseudonimo di Daniel Pennacchioni nato a Casablanca l’1 dicembre 1944) notissimo scrittore francese, il terzo super ospite delle celebrazioni dei 100 anni dalla nascita di Federico Fellini. Laureato in lettere nel 1968, da allora è stato insegnante sino al 2008 e scrittore. Pennac è stato ospite il 22 gennaio al Teatro Galli di Rimini con lo spettacolo, in realtà una lettura teatrale, tratto dal suo libro “La legge del sognatore” uscito in Francia il 3 gennaio e in Italia per i tipi della Feltrinelli il 16 gennaio. “Impaziente di risuscitare Federico Fellini. Avevo lo spettacolo pronto nella testa, l’avevo sognato e costruito”. A Rimini spettacolo sold out, ampiamente pubblicizzato prima, ma nessun commento uscito dopo, né sui giornali né sui social. Applausi, mi dicono, alla fine per Pennac, ma i giudizi raccolti fra diversi spettatori presenti sono stati invece assai critici sulla efficacia dell’evento. Purtroppo i biglietti gratuiti distribuiti fra chi si è presentato allo sportello del Galli sabato 18 gennaio alle ore 9.00 sono stati “bruciati” in dieci minuti. Arrivato alle 9.15 non ho potuto averne e quindi lo spettacolo non l’ho visto. [caption id="attachment_191960" align="aligncenter" width="789"] Damiel Pennac durante le prove del suo spettacolo a

Amato Mannocchi con Flavio Semprini: "Così ho amato Santarcangelo. Storie, fatti e personaggi degli ultimi settant’anni di vita cittadina" - Pazzini. A volte da un libro mi aspetto molto, e quando invece questo molto non c’è la delusione è forte. E’ questo il caso del libro di Amato Mannocchi che, pur essendo stato per molti anni a partire dagli anni ’60 un co-protagonista di molte vicende santarcangiolesi, ci ha dato un testo molto egocentrico, con un percorso solo cronologico delle tante cose che ha fatto. Forse alla fine del volume se ne è reso anche conto se è vero che scrive: “Santarcangelo ha vissuto tanti cambiamenti. Ho cercato di raccontarli in questo libro che può solo essere una testimonianza personale e, giocoforza, parziale, della vita di questo mio meraviglioso paese (…). Questa è la ‘mia’ Santarcangelo, quella che posso raccontare solo dal mio punto di vista, con le mie esperienze personali e pubbliche”. Mannocchi, classe 1944, è nato a Montalto delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno in una famiglia di contadini. Alla fine degli anni ’40 con la famiglia arrivò a Santarcangelo: “Fu come trovare il paradiso: un terreno finalmente pianeggiante e ricco d’acqua quando a Montalto si coltivava su terreni

"Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni" Ideazione e cura di Oriana Maroni - Biblioteca Gambalunga Rimini. Nelle splendide sale antiche della Biblioteca Gambalunga di Rimini era stata allestita la Mostra (dal 26 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020) per raccontare i suoi 400 anni, a cura della direttrice Oriana Maroni. “Entrare in una biblioteca significa varcare le porte della meraviglia e del sapere. Significa conoscere, ma anche solo percepire gli infiniti percorsi dell’immaginazione umana, il sapere e la creatività dell’uomo divenuto libro o immagine. Le sue possibili combinazioni. Si entra nel regno della scoperta”. E la Gambalunga è tutto ciò, è uno scrigno di preziosi gioielli (libri, carte, documenti, immagini) accumulatisi nel corso dei secoli, a partire da quel 1619 quando Alessandro Gambalunga (1564-1619) donò alla Città un edificio, i suoi libri (circa duemila) e un ricco lascito. E nella Mostra si sono dunque potuti ammirare “i manoscritti della raffinata ed enigmatica corte malatestiana, si leggono le appassionate discussioni sull’identità cittadina, il suo segno zodiacale, i dialoghi scientifici con gli intellettuali d’oltralpe, fino alle narrazioni che hanno fatto di Rimini un mito dell’immaginario contemporaneo, quando da piccola città di provincia è diventata lo specchio e talora la narratrice/traduttrice dei

Oreste Delucca: "Toponomastica riminese. I nomi dei luoghi raccontano la nostra storia" -  Luisè Un libro affascinante scritto per raccontare l’evoluzione della nostra città nel corso dei secoli ricorrendo ai toponimi: “Come è noto, dalla parola greca ‘topos’ (luogo) deriva la ‘toponomastica’, cioè la disciplina che si interessa al nome dei vari luoghi (città, paesi, fiumi, vie, piazze ed altri siti). In passato quei nomi non venivano attribuiti a caso, ma avevano uno stretto legame col territorio, costituivano parte integrante del vissuto quotidiano (…). In sostanza i vecchi ‘toponimi’ ci raccontano sempre qualcosa del passato; se esaminati con attenzione ci offrono un pezzo di storia, ci aiutano a recuperare la memoria”. Delucca mette a frutto e porta a sintesi in questo volume oltre cinquant’anni di ricerche negli archivi per documentare gli aspetti legati alla cultura materiale: l’agricoltura, l’artigianato, il commercio, la demografia e gli insediamenti, la vita e il lavoro della gente comune. Allo “scavo” condotto sui documenti d’archivio ha associato l’interesse per la ricerca archeologica attraverso l’osservazione del territorio e l’individuazione di insediamenti attraverso segnalazione e recupero dei segni dell’uomo affioranti in superficie. E’ così che Delucca, percorrendo le attuali vie della Città, legge le storie che esse contengono. Come ha già fatto

Fulvia Alidori, Daniele Susini: "Nonno terremoto. Un bambino nel 1938" - Einaudi ragazzi. L'articolo 3 della Costituzione Italiana, in vigore dall’1 gennaio 1948, recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Dieci anni prima invece Benito Mussolini e il Re Vittorio Emanuele III a nome dell’Italia fascista avevano varato il 5 settembre 1938 le leggi razziali. L’Italia così si adeguò di fatto alla legislazione antisemita della Germania nazista che fin dal 1933, anno dell'ascesa al potere del Führer, varò una serie di provvedimenti contro gli ebrei, che portarono all'Olocausto, ovvero il genocidio di 6 milioni di persone, compresi donne e bambini. Nel 1933 si stima che ci fossero 13 milioni di ebrei in Europa, ma solo circa 40.000 in Italia.  Il 14 luglio 1938 venne redatto il primo il primo documento che parlava ufficialmente di "razza ariana italiana" scritto da 10 docenti universitari.  Dalla definizione di razze alla discriminazione ed espulsione di cittadini (e bambini) ebrei dalla vita sociale e dal mondo lavorativo e scolastico il passo fu breve. Gli anni di guerra e poi, dopo l’armistizio dell’8 settembre, nel dicembre 1943 iniziò anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione

Gioacchino Maria Vaccarini: "Montetauro. La Pieve ritrovata. Chiesa di S. Innocenza, vergine e martire" Piccola Famiglia dell’Assunta – Montetauro. Scrive Maurizio Casadei nel volume “Parrocchie e Chiese nel Corianese” (Comune di Coriano,2002): “Alcuni studiosi ritengono che l’antica Pieve non sorgesse sul colle dove si trova la moderna parrocchiale, ma più a valle probabilmente nella località detta appunto Pian della Pieve. Il trasferimento della chiesa sarebbe avvenuto nel 1400, ma si tratta forse di una leggenda popolare; infatti nessun documento, neppure all’interno della massa di carte prodotte per le numerose visite pastorali, ci parla di ricostruzioni dalle fondamenta e tantomeno di uno spostamento della sede dell’edificio sacro accertabile per il secolo indicato. Di certo c’è che la chiesa attuale è stata riedificata interamente alla fine del Settecento: nel 1789, nelle risposte ai quesiti per la visita pastorale di mons. Ferretti, il parroco del tempo scrive che la chiesa è in ricostruzione a causa delle distruzioni prodotte dal terremoto di tre anni prima”. Il libro di don Gioacchino precisa meglio alcune di queste affermazioni. Occorre però una premessa: questo libro nasce a seguito dei consistenti lavori di manutenzione fatti all’edificio della chiesa fra il 2018 e il 2019 in conseguenza della forte umidità risalita

"Parola e Tempo. Percorsi di vita ecclesiale tra memoria e profezia" n. 15 /2017-2018 - Pazzini. L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della Diocesi di Rimini è un’istituzione accademica eretta dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede (con Decreto del 24 agosto 2006), collegata direttamente alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna in Bologna. Ma la sua costituzione era stata avviata dalla Diocesi di Rimini fin dal 1986. Come scrive il suo Direttore, Natalino Valentini: “L’attività di questo Istituto è finalizzata ad una puntuale e rigorosa formazione nell’ambito del sapere teologico e delle scienze religiose, nel confronto con la cultura contemporanea e in aderenza alla Tradizione e al Magistero della Chiesa”. L’ISSR nell’ultimo decennio ha avuto una media di 250 studenti annui, fra i corsi per la laurea Triennale e quelli del Biennio di specializzazione. La sede dal 2007 è a San Fortunato, presso l’ex abbazia benedettina degli Olivetani di Scolca. Nel settembre 2016 si è concretizzata la collaborazione della Diocesi di Rimini con quella di San Marino-Montefeltro, costituendo così il nuovo Istituto interdiocesano. Valentini, direttore dell’ISSR sin dalla sua fondazione nel 2006, è anche responsabile della direzione editoriale dell’Annale dell’Istituto “Parola e Tempo”. L’Annale raccoglie i materiali più significativi e le diverse esperienze di

"Gino Zani. L’ingegnere, l’architetto, lo storico" A cura di Luca Morganti - Università degli Studi della Repubblica di San Marino, Centro Sammarinese di Studi Storici. Questo 42.o volume dei Quaderni del Centro Sammarinese di Studi Storici contiene gli atti del convegno svoltosi il 6 dicembre 2014 al Teatro Titano della Repubblica di San Marino organizzato in occasione del cinquantesimo della scomparsa dell’ingegnere sammarinese Gino Zani (1882-1964). Nella Presentazione Ercole Sori, storico dell’economia nonché direttore del Centro Sammarinese di Studi Storici, afferma: “Del medioevo siamo figli e genitori. Ne siamo figli perché moltissimi sono i lasciti di quel millennio, ma ne siamo anche genitori, perché il medioevo ce lo siamo, in buona parte, inventato dopo che è terminato”. Gino Zani di questo medioevo inventato ne è stato utilizzatore per costruire tra il 1925 e il 1940 la San Marino che oggi conosciamo: “Zani reinventa liberamente attraverso un improbabile stile medievale, un proprio mondo d’immagini" (dall’intervento di Gino Rossini); “San Marino ha subito una ‘rifabbricazione’ come capitale storica vivente ed è stata oggetto di un’attenta ricostruzione per valorizzare l’identità dell’intera Repubblica” (dall’intervento di Edith Tamagnini). Nel suo intervento Laura Rossi definisce Zani, riprendendo il giudizio di Guido Zucconi, un “funzionario di alto profilo tecnico”, perché mantiene

Pier Giorgio Pasini: "Tempus Loquendi Tempus Tacendi. Riflessioni sul Tempio Malatestiano 1969-2017" - Minerva. “Di tutti i Malatesti – scrive Pier Giorgio Pasini – Sigismondo non è stato il migliore, né il più fortunato; ma è stato ed è il più famoso. In un certo senso è naturale che lo sia, perché ha speso la vita e investito una fortuna proprio per crearsi una fama presso i posteri, una fama che avrebbe voluto degna degli antichi imperatori romani, sull’esempio dei quali appunto ha costruito una grande reggia (Castel Sismondo) e uno splendido mausoleo (il Tempio), ha fatto fondere tantissime medaglie (nascoste ovunque, in modo che potessero consegnare ai posteri la sua immagine e il suo nome), ha commissionato poemi epici e opere letterarie in cui figura come ispiratore, mecenate, eroe e protagonista”. Pasini, classe 1938, nel corso della sua lunga vita di studioso ha dedicato molte decine di libri e di saggi alla famiglia Malatesta, ai suoi protagonisti, ma soprattutto alle opere da essi realizzati a Rimini e nei territori da loro governati. Scrive: “E’ ormai mezzo secolo che giro intorno a Sigismondo (…). Per me tutto è incominciato nel 1968, quando il Comune di Rimini ha avviato le celebrazioni del V

"Fra storia e memoria.ù L’Ospedale Civile di Santarcangelo (1871-1998): le sue vicende, la sua evoluzione" A cura di Pier Angelo Fontana, Giorgio Ioli, Francesco Soldati - Il Ponte Vecchio. Oggi abbiamo in testa la splendida sede della Biblioteca Comunale “Baldini”, e non ricordiamo più che cos’era quell’edificio prima di ospitarla. Quell’immobile, per oltre cento anni (dal 1871 al 1998), era stato l’Ospedale di Santarcangelo di Romagna. Lo fu sino a quelle prime ore dell’alba del 16 maggio 1998 quando scoppiò, all’ultimo piano, un violento incendio che ne decretò la sua chiusura. L’edificio, dopo esser rimasto chiuso per alcuni anni, venne individuato dall’Amministrazione Comunale come la nuova sede della biblioteca. I curatori del volume (Pier Angelo Fontana direttore della Biblioteca “Baldini”, Giorgio Ioli ex primario di Medicina Generale e Francesco Soldati ex direttore amministrativo dell’Ospedale), attraverso una ventina di interventi, ricostruiscono le vicende storiche del nosocomio santarcangiolese. Oreste Delucca racconta degli ospedali di Santarcangelo in epoca medievale; Stefano De Carolis di quelli in epoca moderna ed infine Francesco Soldati dall’Unità d’Italia ad oggi. Silvia Crociati ci parla invece delle fonti archivistiche che raccontano l’evoluzione della struttura nel tempo. Gianluca Maestri ricostruisce le vicende della “fabbrica dell’Ospedale”, ovvero i progetti e i lavori della sua costruzione,

Andrea Santangelo: "Generali e battaglie della Linea Gotica" - Bookstones. Andrea Santangelo, storico militare, con questo agile volume, ci racconta ancora una volta gli eventi militari accaduti sulla Linea Gotica fra il settembre e il dicembre 1944. E ci ripropone l’affermazione di Amedeo Montemaggi: “l’offensiva d’estate di Alexander, definita la ‘più grande battaglia di mezzi mai combattuta in Italia’, è una delle più cruciali (e ignorate) battaglie della Seconda Guerra Mondiale, combattuta da 1.200.000 soldati, da migliaia di aerei, cannoni e carri armati”. Ma, come ricordava lo storico Nicola Labanca nel Convegno sulla Linea Gotica svoltosi a Rimini nel 2014 (gli atti in “Comunità in guerra sull’Appennino. La Linea Gotica tra storia e politiche della memoria” a cura di Mirco Carrattieri e Alberto Preti, Viella 2019), “la storia della Linea Gotica non può essere ridotta a sola storia militare, come anche troppo si è fatto, di nuovo, soprattutto negli ultimi anni, nonostante che già almeno tre decenni fa si era iniziato a delineare il senso più generale, di storia politica, sociale e anche delle mentalità”. Inoltre sul fatto di essere “ignorata” (cosa non del tutto vera) va comunque preso atto che negli scenari mondiali della Seconda Guerra Mondiale questo è stato uno