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Pier Giorgio Pasini  (Fotografie di Luciano Liuzzi): "Guida breve per la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice" "Guida breve per la chiesa parrocchiale di San Gaudenzo" . Il Ponte. Con queste due ultime guide uscite quest’anno Pier Giorgio Pasini è arrivato a quota 15. Sono piccoli libri, formato quaderno, di 32 pagine, che ricostruiscono le vicende architettoniche delle chiese e il patrimonio artistico che contengono. Non la storia dei fedeli e delle comunità. Pasini rinvia per questo spesso ad altri testi usciti precedentemente. Del resto Pasini, classe 1938, di arte si è sempre occupato: docente di educazione artistica nei licei dal 1960 al 1984; dal 1963 è Ispettore onorario della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Bologna e collabora con la Soprintendenza per quanto riguarda i problemi della tutela, della conservazione, del restauro, del censimento del patrimonio artistico; consulente dei musei di Rimini e di San Marino; autore di decine di pubblicazioni dedicate al patrimonio artistico riminese; direttore, dalla sua fondazione nel 1980, della rivista “Romagna arte e storia”. La prima guida, per questa collana de Il Ponte, uscì nel 2007 dedicata alla chiesa di Sant’Agostino, poi nel 2009 quelle dedicate alla chiesa del Suffragio e al Tempio Malatestiano, nel 2010 quelle della

Giovanni Rimondini: "Castello Mirabilis. Lo splendore dei Malatesta di Pesaro e il grande Rinascimento del Brunelleschi a San Giovanni in Marignano" - Pro Loco San Giovanni in Marignano. Infiniti Malatesta (come precisa Rimondini, dizione preferibile a quella di Malatesti, anche se questa versione “non è del tutto scorretta per la presenza di una secolare tradizione”). Nel senso che lo studio di questa famiglia riserva sempre scoperte e sorprese. E così è anche per questo nuovo libro di Giovanni Rimondini, classe 1941, insegnante di storia e filosofia in pensione al Liceo Scientifico Serpieri, autore di decine di volumi dedicati alla storia di Rimini (da quelli dedicati all’archeologia romana ai tanti di storia malatestiana sino a quelli sulla società riminese del ‘700, ‘800 e ‘900). Il libro ricostruisce la biografia di Pandolfo dei Malatesta (1390-1441), arcidiacono di Bologna e poi arcivescovo di Patrasso, ultimo erede del ramo dei Malatesta di Pesaro, e le vicende del castello di San Giovanni in Marignano, attuale Palazzo Corbucci, appartenente a quel ramo della famiglia. La prima notizia su Pandolfo, in un documento pontificio, l’abbiamo nel 1407, quando all’età di 17 anni viene nominato arcidiacono di Bologna, “una carica importante nel governo ecclesiastico di una diocesi e seconda solo a

Domenico Ghiselli: "Patrimonio genetico. La ricerca dei Signori della Luna" - Umberto Soletti Editore. Opera prima di Domenico Ghiselli, corianese, classe 1965. Tecnico informatico della “Valleverde”, riconvertito a rappresentante di vini dopo la crisi dell’azienda. L’Autore ci fornisce uno dei pochi casi di un racconto fantascientifico del riminese. Ho provato a dare un’occhiata alla bibliografia riminese, ma non ho trovato granché in questo campo. Il volume del milanese Dario Tonani “Schiuma rossa” (Delos Digitale, 2014), Premio Robot 2013, in cui racconta di un Adriatico fogna a cielo aperto e in cui i due protagonisti (un poliziotto albanese deve recuperare a Milano un assassino e portarlo a Valona) si trovano coinvolti in situazioni da spaghetti/western a Nuova Rimini, una città con paesaggi fanta-urbani e fanta-ecologici. Tonani poi, assieme al digital artist riminese Daniele Gray, firma il photonovel fantascientico “Poliarmoid” inserito nella raccolta “W.A.R – Weapons, Androids, Robots” edito in ebooks quest’anno da Delos Digital. Il sammarinese Massimiliano Giri con il suo racconto "I polmoni del nuovo mondo” è il vincitore del premio Urania Short 2018, pubblicato sul numero di Urania del novembre 2018. Ma se i testi cartacei sono pochi, tantissime sono le occasioni in cui la fantascienza cinematografica la fa da protagonista nella nostra Provincia: “Starcon”a

Cumited “Com una volta”: San Clemente 27. Concorso di poesia dialettale “Giustiniano Villa” (2019) - La Piazza. Dunque, abbiamo un Cumited “Com una volta”, che gestisce da 27 anni un premio letterario per la poesia dialettale dedicato a Giustiniano Villa (1842-1919), con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di San Clemente (città d’origine di Villa). Abbiamo un patron del premio, sin dalla sua prima edizione nel 1992, che si chiama Claudio Casadei, poeta dialettale a sua volta e influente opinionista nella sua Città. E una giuria importante e qualificata, presieduta da Piero Meldini, composta da Grazia Bravetti, Luciano Guidi, Maria Pia Rinaldi, Angelo Chiaretti, Oreste Pecci, Maurizio Casadei, Davide Pioggia e dallo stesso Claudio Casadei. Personalmente considero, ma assieme a tanti altri cultori del dialetto romagnolo, il Premio Giustiniano Villa il concorso per poeti in dialetto romagnolo più importante nella Provincia di Rimini e tra quelli più significativi in Romagna (ho recensito in passato i volumi del 24° e del 25° Concorso) . Ma ho avuto netta l’impressione di una edizione, quella di quest’anno, sottotono, priva di qualsiasi ritorno sulla stampa locale e nei siti online (anche sulla pagina fb di Claudio Casadei, che pure è ricchissima e ben fatta). Complice forse il fatto che

Michele Marziani: "Il suono della solitudine. Piccole storie da raccontare a te stesso" - Ediciclo. Mi corre l’obbligo di una premessa. Alcuni mesi fa l’amico, e saltuario collaboratore di Chiamamicitta.it, Paolo Vachino inviò alla nostra redazione un testo, “Caro Michele: lettera aperta a un amico scrittore”, che venne pubblicata, in cui “recensiva” (ma non è il termine esatto: quello più giusto forse era “elucubrava”) l’ultima opera di Michele Marziani. In redazione, va detto, a costo di passare per un branco di ignoranti, non capimmo molto di ciò che Vachino aveva scritto, ma lo pubblicammo e il pezzo ebbe oltre un migliaio di lettori (sapete che in rete si “conta” tutto). Ho già avuto occasione di scrivere che l’italiano è una lingua bellissima, ricca di termini e che, purtroppo, stiamo invece riducendola a poche centinaia di parole, quasi ci sentissimo in obbligo ormai di usare solo quelle essenziali necessarie per scrivere gli sms. E poi c’è un altro problema: questa ricchezza dell’italiano viene spesso usata da critici d’arte o letterari per scrivere pezzi incomprensibili ai più. Ma lo stesso potrebbe dirsi anche per l’italiano usato dalla burocrazia negli atti pubblici, per non parlare di quelli della giustizia. E tralasciando completamente ogni commento, perché

"Il Teatro oltre la memoria. Rimini e il Galli ritrovato" A cura di Annarosa Vannoni, Giulia Vannoni - Edizioni APM. Mi appresto a scrivere la recensione a questo nuovo volume sul Teatro Galli mentre il Maestro Riccardo Muti e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sabato 3 agosto 2019, stanno preparandosi a dar vita ad una nuova straordinaria serata nel rinato spazio teatrale riminese. Il Maestro Muti dirigerà una selezione di brani tratti dal capolavoro mozartiano Le nozze di Figaro, concerto che aprirà la 70esima edizione della Sagra Musicale Malatestiana. Un evento unico reso storico dalla partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che assisterà al concerto che vedrà il Maestro Muti dirigere l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Nella presentazione firmata da Giampiero Piscaglia, direttore del Teatro (non ancora Assessore alla cultura; lo è diventato dal 27 febbraio 2019), egli afferma: “Antiche virtù dei teatri storici, come un’acustica generalmente invidiabile, combinate con le nuove tecnologie della macchina scenica consentono di pensare a un recupero funzionale aperto alla contemporaneità che li ospita, e che si lascia attraversare dagli allestimenti più allusivi a quelli più invasivi, da ogni genere di scenografia, spettacolo, concerto, lettura, danza,performance, installazione. Vuol dire anche per noi, per il nuovo Teatro galli, la

Antonio Cianciosi: "Riccione Verde" - Famija Arciunesa. Oggi non è su alcun tavolo istituzionale la realizzazione di nuove aree verdi nel territorio riminese (almeno per quanto è di conoscenza a noi comuni mortali). Caduta definitivamente ogni ipotesi di istituzione dei due grandi parchi provinciali del Conca (con annesso quello del Marano) e del Marecchia su cui si era lavorato negli anni ’90, ogni realtà cittadina oggi tende a difendere e valorizzare i propri parchi, tutti più o meno nati nel corso degli anni ’70 e ’80. Il Sindaco di Rimini Nicola Pagliarani (dal 1970 al 1978) in un’intervista sul consuntivo della propria attività metteva ai primi posti, fra le cose notevoli e positive fatte, la realizzazione dei due grandi parchi di Rimini: quello sul Marecchia (Parco XXV Aprile) di 25 ettari e quello al V PEEP (Parco Giovanni Paolo II) di 14 ettari. Parchi sempre più belli ancor oggi e fortemente amati dai riminesi. La realizzazione delle aree verdi riccionesi più rilevanti avvenne negli anni dell’amministrazione del Sindaco Terzo Pierani (in carica dal 1975 al 1991): il Parco delle Magnolie ora Papa Giovanni Paolo II inaugurato nel 1982, il Parco della Resistenza inaugurato nel 1975, il Parco degli Agolanti nella seconda metà degli

Daniela Ricci Principato: "Botteghe storiche a Rimini" - Panozzo. La signora Daniela Ricci Principato ha scritto questa ventina di articoli per il Corriere di Rimini fra dicembre 2015 e inizio 2018. Che l’editore Panozzo ha raccolto in questo libro. Articoli che raccontano le vicende di negozi storici in attività nel Centro Storico di Rimini. E i travagli attuali della rete commerciale (tanto è vero che diverse di queste attività narrate negli articoli, a distanza di poco più di un anno, hanno chiuso). L’Autrice, signora di una certa età che ha vissuto sempre nel Centro Città, racconta le storie di questi negozi e dei loro gestori con un occhio nostalgico, pensando spesso “ai bei tempi che fu”. I mitici anni ’60 e ’70, quelli del boom economico e dell’espansione della capacità di spesa degli italiani. In una fantasiosa intervista alla Città di Rimini, le fa dire: “Da capitale del turismo mi sono ritrovata a città del divertimentificio, quindi non più l’eleganza del primo Novecento, non più il turismo familiare e popolare degli anni Sessanta, ma l’inizio di una decadenza da signora un po’ acciaccata. Allora mi sono creata delle alternative: eventi, fiere, percorsi culturali, ma poi, ad un tratto, è come se avessi perso la

Oreste Delucca: "I terremoti a Rimini dal Medioevo a oggi" - Pazzini. The Big One (“quello grosso”) è il nome che gli americani hanno dato ad un possibile devastante terremoto in California. La questione è tornata in ballo in queste settimane viste le due notevoli scosse registratesi nello stato americano. Oreste Delucca con questo agile libretto - come aveva già fatto in una serie di articoli per Chiamamicitta.it - ci racconta i nostri “Big One” ovvero la storia dei terremoti riminesi nel corso dei secoli: “Rimini appartiene alla placca africana e, pur non trovandosi nel perimetro di più acuta sismicità, è tuttavia partecipe di rischi concreti, come la sua storia peraltro ha dimostrato abbondantemente”. Accanto a manifestazioni di intensità minore, vengono raccontati i terremoti devastanti del 1308, del 1672, del 1786, del 1875 e del 1916. Delucca, da grande “spulciatore” di carte d’archivio, fa parlare i testimoni che descrivono l’accaduto e registra l’evoluzione della mentalità corrente, che passa da un approccio di tipo superstizioso e clericale ad un approccio di tipo laico e scientifico. Il terremoto del 25 gennaio 1308 è il primo di cui si hanno diverse testimonianze, anche se sono i pittori della scuola riminese del Trecento quelli che ci danno il

"Aldo Francesco Massèra tra Scuola storica e Nuova filologia. Giornate di studio" A cura di Anna Bettarini Bruni, Paola Delbianco, Roberto Leporatti. Pensa Multimedia. Aldo Francesco Massèra (1883-1928), fu il sedicesimo Direttore della Biblioteca Gambalunga da quel 1619 quando morì il fondatore Alessandro Gambalunga (1554-1619). Questo enorme volume di quasi 800 pagine a Lui dedicato è una delle tante iniziative messe in atto per la ricorrenza del 400° anniversario della nascita della Gambalunga. Sono qui raccolti i testi di due convegni svoltisi, il primo presso l’Università di Ginevra (2-3 dicembre 2015) e il secondo presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini (16 aprile 2016). Una ventina i saggi che consentono di svelare la ricca e proficua attività di studioso di Massèra, nonché quella di organizzatore degli istituti culturali riminesi. “Il convegno, nelle due sessioni ginevrina e riminese, è stata l’occasione per rendere un omaggio a tutto tondo ad uno studioso che ha segnato in modo significativo la cultura italiana, ma che fino ad oggi è stato abbastanza trascurato dagli specialisti”. Massèra succede alla direzione della Biblioteca Gambalunga a Luigi (1807-1874) e Carlo (1835-1907) Tonini, padre e figlio, per quasi settant’anni, dal 1840 al 1907, alla direzione ininterrotta del prestigioso istituto culturale riminese. E

Roberto Casadei: "Cronache Arciunesi (Arciun City, mon amour!)" - Edito a cura dell’Autore. Amo leggere. Di tutto. E a volte mi capita di leggere libri assolutamente strampalati come questo di Roberto Casadei, riccionese, classe 1972, operatore turistico ma anche free lance (non si sa di cosa), e scrittore per proprio (e altrui) divertimento. Attenzione: strampalato non vuol dire scritto male (anzi!) o irrilevante per i temi trattati. In un “pidgin” (secondo Wikipedia “un idioma derivante dalla mescolanza di lingue di popolazioni differenti, venute a contatto a seguito di migrazioni, colonizzazioni, relazioni commerciali”) italo/inglese/romagnolo Casadei ci fornisce la migliore dimostrazione di che cosa sia la “riccionesità”, ovvero la presunzione di essere i più belli del reame. Testo irriverente, scanzonato, che racconta degli arciunès con poche idee in testa, ma una fissa: la Gnocca. “Sia che te sei maschietto o femminuccia, non basta camparci e averci il domicilio fiscale in sto paese tirato su a forza di condoni e biastimie tra il Pariolino e l’oceano Adriatico: tocca avere un timbro nel cuore”. Naturalmente il riccionese è uno sciupafemmine, e ogni attenzione va dedicata alla conquista della più “bella gnocca” del reame. “A Rimini hanno piazza Tre Martiri? A Riccione, che nonostante comandino i preti rimane la ‘Città più

Claudio Jaccarino – Paolo Vachino: "Ritrattologia. Ridiamo un volto a chi ci mette la faccia" - La Memoria del Mondo Libreria Editrice. Claudio e Paolo sono ritrattisti di strada che percorrono la penisola, passando da un festival letterario ad un centro città. In pochi minuti realizzano con i colori e le parole un ritratto. “I ritratti e le poesie sono finestre magiche da cui entra la luce dell’umanità”. Il libro è dunque una raccolta dei componimenti poetici di Paolo Vachino e dei dipinti di Claudio Jaccarino, realizzati insieme, come ritratti intensi e curiosi di persone incontrate in molti luoghi d’Italia. “Queste persone si sono offerte allo sguardo e al gioco per qualche minuto, ispirando spesso ai ritrattisti un intero percorso di vita”. Suscitano curiosità e buonumore le parole usate per descriversi nel risguardo di copertina: “Claudio Jaccarino, pittore e scrittore. Usa il colore contro molte malattie dell’anima. Il colore come gioia. La pittura come libertà. Il disegno come diario di viaggio, quel viaggio che è poi la vita”. “Paolo Vachino, poeta e narratore. E’ un verbiscalco che attende alla ferratura delle parole. Scrive come respira, rima come mastica. Da anni cerca di poesistere, affrontare un’esistenza intrisa di poesia”. Hanno ormai realizzato insieme, per poche