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Marino Bonizzato: "La rivolta del bello. Dal 2021 al 2030" Tomo 2 in Attilio Giusti: "Rimini perché. Almanacco illustrato" - Digitalprint. Arduo decidere. Questo libro di Bonizzato va trattato come un divertissement, il primo libro di fantapolitica riminese, oppure deve essere letto come manifesto politico per qualcosa che si prepara per il prossimo futuro di Rimini? Il 2021, la fine del secondo mandato del Sindaco Andrea Gnassi, ormai incombe e nella pancia profonda della politica riminese, e di quella dei politici che vivono nei palazzi, la voglia di disegnare gli scenari futuri si fa ogni giorno più forte. Ci sono molte tappe ancora prima di arrivare al 2021, ma l’impressione che Bonizzato con questo libro non abbia voluto solo raccontarci una fanta-storia è molto forte: “Le forze che avevano espresso nella legislatura precedente un Sindaco capace di volumi operativi fuori dall’ordinario difficilmente ripetibili, non seppero rinnovarsi, come forse avrebbero dovuto per compensare l’efficientismo perso”. Marino Bonizzato, classe 1938, architetto di successo (a Rimini ha firmato, tra l’altro, il progetto per la Darsena), politico di lungo corso (è stato segretario della Federazione socialista riminese, Presidente del Circondario dal 1976 al 1984), con la passione per la satira disegnata a firma La Talpa. Ha fondato

"Il Dipartimento del Rubicone. I suoi archivi e il contesto storico" A cura di Angelo Turchini - Il Ponte Vecchio. Gli anni di fine ‘700 in Romagna sono caotici, vedono un cambiamento continuo delle forme amministrative di governo. Napoleone è colui che spazza via il vecchio potere pontificio. Nel 1796 Napoleone arriva in Emilia Romagna, nel 1797 avviene la fondazione della Repubblica cispadana e poi quella Cisalpina. Nel 1799 ritornano gli austro-russi dopo una provvisoria sconfitta dei francesi. Nel 1800, con la battaglia di Marengo, i francesi tornano di nuovo padroni della valle Padana. Nel 1801 avviene la fondazione della seconda Repubblica cisalpina. Nel 1802 la Cisalpina si trasforma in Repubblica italiana. Nel 1805 Napoleone fonda il Regno d’Italia. Nel 1813 il potere napoleonico si dissolve sotto l’incalzare della coalizione antifrancese. Il volume, curato da Angelo Turchini, ripropone le relazioni del Convegno svoltosi nel novembre 2016 a Ravenna riguardanti il Dipartimento del Rubicone e le tracce storiche che esso ha lasciato negli archivi di Stato di Forlì, di Bologna, di Ravenna e di Milano. Le relazioni pongono “una attenzione mai rivolta prima d’ora alle istituzioni di riferimento politiche, amministrative, giudiziarie, economiche e finanziarie, militari”. Il Dipartimento del Rubicone fu una ripartizione amministrativa - equivalente a una provincia -della Repubblica

Francesco Amendolagine – Livio Petriccione: "Il Teatro Galli. Tecniche e materiali per la ricostruzione degli apparati decorativi del capolavoro di Luigi Poletti" Maggioli. Forse era necessario. Certamente però non per un pubblico largo. Un libro tecnico, largamente illustrato, dedicato alla ricostruzione del lavoro dell’arch. modenese Luigi Poletti (1792-1889) per la realizzazione del Teatro di Rimini fra il 1842 e il 1857 e a quello per la ricostruzione del Teatro fra il 2014 e il 2018. Gli Autori sono due tecnici di grande valore: Francesco Amendolagine è storico dell’Architettura dell’Università di Venezia ed è uno degli artefici della rinascita del teatro veneziano La Fenice dopo l’incendio del 29 gennaio 1996. Livio Petriccione, architetto e Dottore di Ricerca in Ingegneria Civile, nella ricostruzione del Teatro “Galli” di Rimini ha ricoperto il ruolo di Direttore operativo di cantiere per gli apparati decorativi e gli arredi. Essi hanno dato vita ad un’opera che racconta le tappe della prima edificazione e quella della ricostruzione odierna su progetto di Elio Garzillo, Corrado Azzolini con la collaborazione di Pierluigi Cervellati. “La ricostruzione del teatro di Rimini ha richiesto, dal 1996 al 2018, una serie di studi e di ricerche al fine di appropriarsi di tutti gli strumenti conoscitivi attinenti l’attività dell’ingegnere e

Piero Meldini: "La Riminese. Venti ritratti di donne da Francesca alla Saraghina" Interno4. A distanza di oltre trent’anni Piero Meldini e la casa editrice Interno4 ci ripropongono un testo uscito nel 1986, che inaugurò La Biblioteca del Titolo (che produsse fra il 1986 e il 1989 una quindicina di volumi), riprendendo il nome dal mensile culturale edito da Maggioli fra il 1983 e il 1985. Venti ritratti di donne riminesi dall’età romana ai giorni nostri. Donne famose realmente esistite (come Francesca, Isotta, Santa Innocenza) e personaggi di fantasia (come Foglia la fattucchiera, la Saraghina di Fellini). Raccontate attraverso una presentazione di Meldini e la selezione di testi ripresi da storici illustri o da modesti cronisti locali, da grandi scrittori o da oscuri letterati, o ancora raccontate attraverso brani da manoscritti inediti, diari privati, confessioni intime. “In una storia narrata da uomini, popolata di uomini e destinata a uomini, le donne entrano nel racconto storico già trasformate in figure stereotipate e archetipiche, cariche di un ingombrante corredo di proiezioni e fantasie maschili. Ecco perché, fantasma per fantasma, non ho avuto nessun scrupolo a mescolare storie di donne vere e di donne inventate”, scrive Meldini nella sua Introduzione. “Un’annalistica e una storiografia de viris illustribus ha

"Caritas Diocesana di Rimini. 40 anni insieme ai poveri" A cura di Cinzia Sartini - Caritas Rimini. La Caritas Italiana è, dal 1975, l'organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Si prefigge lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). Fondata il 2 luglio 1971, per volere di Paolo VI, ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano di solidarietà. Fondamentale il collegamento e il confronto con le oltre duecento Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell'animazione della comunità ecclesiale e civile. Il Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi parla sempre della Caritas delle quattro coniugazioni: carità e giustizia, formazione e organizzazione, misericordia corporale e spirituale, cultura della carità e carità della cultura. Ed introducendo il volume di Cinzia Sartini ne approfondisce i temi. Mi soffermerei sul primo punto: “non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” (Atti degli Apostoli 8). E il Vescovo Lambiasi commenta: “In effetti la carità non va contro la giustizia, ma oltre. Poiché la giustizia guarda

William Gambetta, Alberto Molinari, Federico Morgagni: "Il Sessantotto lungo la via Emilia. Il movimento studentesco in Emilia-Romagna (1967-1969)" BraDypUS. Un lavoro importante, di scavo e di raccordo, per la conoscenza di ciò che avvenne lungo la Via Emilia, da Rimini a Piacenza, fra il 1967 e il 1969. Nell’Introduzione gli autori ricordano come “nel dibattito storiografico sulla ‘stagione dei movimenti’ si insiste da tempo sull’importanza dello studio dei casi locali per arricchire il quadro interpretativo di un’esperienza multiforme, non riducibile esclusivamente alle dinamiche che caratterizzarono le grandi città e i centri più noti della contestazione (…). Un movimento che ebbe tra i suoi tratti peculiari una straordinaria diffusione e una lunga durata, un carattere unitario e nel contempo una molteplicità di articolazioni e sfaccettature”. La ricerca è stata promossa dalla rete regionale degli Istituti Storici della Resistenza. A Rimini peraltro l’Istituto Storico aveva già prodotto il volume, curato da Fabio Bruschi, “A Rimini il '68 degli studenti. Storia di un inizio” (Panozzo, 2017). Il volume comprende tre saggi che affrontano da diverse prospettive l’insorgenza giovanile, convergendo in una visione d’insieme del movimento studentesco in Emilia-Romagna. Nel primo saggio, “La rivolta degli studenti”, Alberto Molinari esamina l’articolazione della protesta (spazi, tempi, dinamiche, contenuti) e i

Gianfranco Donati – Daniela Granata: "Una cattedrale per Amato Ronconi. San Biagio di Saludecio" - La Piazza. Saludecio ha una grande storia alle spalle e poteva averne ancora una futura se i suoi abitanti avessero avuto il coraggio di ardire qualche anno fa. Ma lasciamo stare, ormai è storia passata anche questa, comunque una opportunità persa. Parliamo invece di questo prezioso libro, voluto ed edito dalla Associazione Culturale Spirituale Santo Amato Ronconi di Saludecio, che ci restituisce la storia dell’edificazione della Chiesa di San Biagio a Saludecio a fine Settecento grazie all’intraprendenza di un sacerdote, don Domenico Antonio Fronzoni (1741-1820), che decise di costruire “non solo una nuova chiesa ma bensì una cattedrale per tutta la vallata”. San Biagio (Sebastea, III sec.-Sebastea 3 febbraio 316) è stato un vescovo e un santo armeno. Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia, era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato. San Biagio viene celebrato il 3 febbraio. San Biagio è “il patrono delle

"La fatica, la volontà e l’orgoglio. Cent’anni di vetrine a Rimini". Testi di Lia Celi, Andrea Gnassi, Fabrizio Moretti, Arturo Pane, Foto Paritani - NFC Edizioni. Hanno fatto il bis i fotografi Paritani, assieme all’Associazione “Zeinta di Borg”. Dopo il successo della prima mostra al FAR a Rimini in piazza Cavour fra settembre e ottobre 2017 (“Riflessi e riflessioni”), la nuova edizione “La fatica, la volontà e l’orgoglio” fra dicembre 2018 e gennaio 2019. Ancora una volta un grande successo di pubblico. Questa seconda edizione è giocata sul titolo della Mostra stessa: come dice il Sindaco Andrea Gnassi nel suo intervento “ritornare ad avere quello spirito pionieristico, quella capacità di adattamento, quella laboriosità creativa che avrà come nuovo alleato il senso di una storia e di un’arte finalmente restituite a Rimini grazie al recupero e alla rifunzionalizzazione dei suoi contenitori culturali. E se questa città potrà contare su un futuro ricco di cose positive, lo dovrà anche al fatto che, per la prima volta da un secolo e oltre, le vetrine in centro rifletteranno un teatro verdiano, un castello malatestiano, un museo d’arte contemporanea, un fantasmagorico polo museale dedicato a Federico Fellini. La nostra grande bellezza invade i luoghi delle nostre vite: siamone

"Comunità in guerra sull’Appennino. La Linea Gotica tra storia e politiche della memoria". A cura di Mirco Carrattieri e Alberto Preti - Viella. Se non fosse che la battaglia per lo sfondamento della Linea Gotica tedesca si è combattuta davanti alle porte di casa nostra con il pagamento di un pesantissimo tributo di vite e materiale, con la riduzione del riminese ad un enorme cumulo di macerie, e che Amedeo Montemaggi per anni e con una decina di libri ci ha raccontato ed instillato il fatto che questa è stata la più grande battaglia, di uomini e di mezzi, combattuta sul territorio italiano, dovremmo invece prendere atto che negli scenari mondiali della Seconda Guerra Mondiale questa è stata una piccola cosa e su un fronte secondario, come era quello italiano dopo lo sbarco degli Alleati in Francia. Annotano i curatori del volume, Mirco Carrattieri e Alberto Preti, commentando il valore dei saggi presentati al Convegno di Rimini, tenutosi dal 20 al 22 novembre 2014, organizzato dalla rete degli Istituti Storici della Resistenza, che “interrogano la ricerca e l’interpretazione storiografica: la relativa marginalità della Linea Gotica nel contesto bellico generale (e il suo carattere di fronte secondario nel quadro della stessa guerra in

Alvaro Ricci: "Viserba. Il cuore e l’anima" - In proprio. Abituato, per mestiere, a leggere libri di ogni tipo, di fronte ad una pubblicazione come questa devo decidere se metterla fra quelle inutili o, con un piccolo sforzo, fra quelle che possono essere utili. Utili a cosa? A disegnare una piccola comunità come quella di Viserba a cavallo degli anni del boom economico e della crescita impetuosa del turismo. Per intenderci dalla fine degli anni ’60. Un disegno antropologico dei protagonisti di quella stagione, tutti presenti: il bagnino, l’albergatore, il ristoratore, il negoziante, il barista. Del resto l’Autore, Alvaro Ricci, questo libro l’ha scritto, pubblicato e regalato. Come scrive nella Prefazione “questo libro vuole essere un omaggio alla gente del nostro paese, a quelli che, dal Dopoguerra in avanti hanno veramente, col cuore, con l’anima e con le braccia, fatto grande Viserba”. Nato nel 1941, “andavo ancora a scuola quando, in estate, ho iniziato a ‘fare la stagione’: era il 1955. Da allora ho sempre lavorato in un bar, in Piazza Pascoli fino al 1961, poi al Bar Turismo, dapprima come cameriere e dal 1975 come gestore”, sino al 2008. “In questi 53 anni, dei quali 33 come titolare, ho conosciuto praticamente tutti

Marco Valeriani: "Il soldato “Catullo”. La micro-storia del fante mitragliere Getulio Giuseppe Tamburini" - Comune di San Clemente. Cogliamo l’occasione della pubblicazione di questo volume dedicato al “soldato Catullo” da parte del Comune di San Clemente per tracciare un piccolo bilancio dei volumi editi nel riminese in occasione dei cento anni dalla Prima Guerra Mondiale (1915-1918). Bilancio deludente, va detto subito. Unica eccezione il volume di Davide Bagnaresi (“Vivere a Rimini negli anni della Grande Guerra : la quotidianità tra bombardamenti, terremoti, fame e profughi”) (Panozzo, 2015) per conto dell’Istituto Storico della Resistenza (che allestì anche nelle sale FAR in Piazza Cavour una grande mostra). Il volume conta inoltre sul ricco apparato iconografico proveniente dai fondi dell’avv. Alessandro Catrani. Poco altro oltre a questo volume: l’”Albo d'oro dei caduti corianesi militari nel corso della prima guerra mondiale 1915-1918” a cura di Vincenzo e Barbara Santolini, Roberto Ridolfi (La Tipografia, 2015); “La Grande guerra e San Clemente” di Maurizio Casadei (La Piazza, 2015); un paio di articoli di Manlio Masini su “Ariminum” (nn. 2 e 3 del 2015). Poi nient’altro sino a questo volume di Valeriani. In quattro anni è sicuramente molto poco. Ci si attendeva, come in molte altre province, una raccolta delle lettere

Giuseppe Lo Magro: "Ho fatto 13. E volendo … quattordici! Raccolta di commedie riccionesi" - Famija Arciunesa. C’è una cosa che non ho capito e che dovrò chiedere necessariamente a Giuseppe Lo Magro: perché i testi delle sue commedie dialettali sono pubblicati in questo volume solo in italiano. Le commedie in vernacolo di Giuseppe è ormai quarant’anni che vengono rappresentate sui palcoscenici della Romagna da diverse compagnie (“l’Arciunis”, “Attori in corso”, “Almadira”, “Rungaja”). E l’immediatezza del dialetto non è mai reso a sufficienza in una traduzione in italiano. E’ un peccato, perché poteva essere anche l’occasione di avere una raccolta di testi in dialetto riccionese di cui non si hanno grandi tracce. Lo Magro, classe 1945, riccionese doc, è figura eclettica di operatore culturale (da autore e attore delle sue commedie a scrittore di poesie in italiano, da raccoglitore di motti e detti dialettali che ha editato a presidente di Famija Arciunesa, redattore della sua rivista trimestrale nonché curatore editoriale delle sue numerose pubblicazioni storico e dialettali, tra i fondatori della “Congrega de dialèt arciunes”). Tutte le sue commedie sono ambientate a Riccione e “spesso nello svolgimento delle azioni sono indicati luoghi conosciuti della Perla Verde. Hanno la caratteristica che i personaggi, gli