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"Gli antichi alla Corte dei Malatesta. Echi, modelli e fortuna della tradizione classica nella Romagna del Quattrocento (l’età di Sigismondo)". Atti del Convegno Internazionale, Rimini, 9-11 giugno 2016.  A cura di Federicomaria Muccioli e Francesca Cenerini, con la collaborazione di Alessandro Giovanardi - Jouvence. Il volume raccoglie molte delle relazioni tenute nel corso delle due giornate di studio svoltesi a Rimini nel giugno 2016 promosse in collaborazione da CARIM, dalla Biblioteca Gambalunga, dal Museo di Rimini e dal Dipartimento di Storia dell’Università di Bologna. Oltre venti gli interventi presenti nel libro che descrivono il complesso rapporto instaurato dai Malatesta, in particolare da Sigismondo e dal fratello Novello, con la cultura della classicità greca e romana. Le relazioni tra il mondo malatestiano e il mondo classico vengono analizzate da un punto di vista non solo artistico, ma anche letterario, epigrafico, archeologico e numismatico. Uno dei curatori del convegno, e del volume, Federicomaria Muccioli, docente di storia greca all’Università di Bologna, nel presentare il convegno affermava che esso sarebbe stato realizzato “in un’ottica divulgativa, non riservata esclusivamente ai soli addetti ai lavori”. Un falso vero e proprio: i testi presenti nel volume sono di grande complessità e presuppongono conoscenze approfondite in vari campi del sapere. La

Vinicio Vergoni: "Origini e morte di una sirena. Racconti e poesie" - Raffaelli Editore / Hostaria del Terzo. Leggendo questi racconti postumi di Vinicio Vergoni (1926-2017), lasciati in un cassetto, ho avuto l’impressione nettissima di averlo ancora davanti, quando con bassa voce ti parlava, ti raccontava. Un Vinicio sempre elegante, posato, misurato ma nello stesso tempo tenace e costante nel voler raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, fosse esso un contributo per bandire una nuova edizione del premio di poesia o pubblicare un nuovo numero del giornalino “Il Terzo. Miramare News”, organizzare un evento, ottenere per la popolazione di Miramare un nuovo servizio dal Comune. Conosceva tutti quelli che contavano in Città, dentro e fuori il Partito Comunista, dentro l’Amministrazione Comunale. Vergoni è stato uno straordinario punto di riferimento per il PCI sul territorio, prima a Viserba (sino al 1967) e poi a Miramare. Nato nel 1926 a cavallo fra centro Città e fiume Marecchia, figlio di un ferroviere (ovvero all’epoca parte dell’aristocrazia operaia) che ha avuto i mezzi per farlo studiare. I racconti editi sono collocabili tutti fra il 1936 e il 1950, venati da vicende biografiche vissute e ricordate con piacere. Ricordano gli amici dell’Hostaria del Terzo, il Circolo culturale che

"Acque in Romagna. Storia e cultura dei sistemi idrografici tra XV e XX secolo", Prefazione di Tonino Bernabè - Romagna Arte e Storia / Panozzo Editore. Per vari motivi sono molto sensibile ai temi dell’acqua. E questo volume speciale realizzato da Romagna Arte e Storia è di notevole interesse per approfondire la conoscenza di questo tema relativo alla Romagna, ieri e oggi. Ed il volume è uscito proprio quando anche Papa Francesco, l’1 settembre, in occasione della Giornata mondiale del creato, ha voluto attirare l’attenzione del mondo sui drammatici problemi legati all’acqua. Il messaggio inizia con una drammatica constatazione: “non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità”. E prosegue: “desidero richiamare l’attenzione sulla questione dell’acqua, elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile. Eppure l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”. Le statistiche dicono che ancor oggi oltre 650 milioni di

Paolo Pasi: "Antifascisti senza patria" - Eleuthera. L’Autore, il giornalista del TG3 Paolo Pasi, presenterà il volume “Antifascisti senza patria” sabato sera 22 settembre, alle ore 21.00, presso il caratteristico ritrovo “Bottega Giorgetti” (in Via Verdi 23) a Santarcangelo di Romagna. La presentazione è organizzata dal Comune di Santarcangelo di R., dall’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini e dall’ANPI nell’ambito degli eventi per ricordare il 74° anniversario della Liberazione di Santarcangelo di R. dal nazifascismo. Nel libro Pasi racconta le vicende degli 800 confinati antifascisti nell’isola di Ventotene e quelle, fra questi, dei 150 anarchici che alla caduta del fascismo, tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, che invece di essere liberati vennero nuovamente rinchiusi in un altro campo di concentramento, quello di Renicci d’Anghiari (Campo 97) vicino ad Arezzo. Tra questi anche tre santarcangiolesi, i fratelli Girolimetti (Mario nato nel 1902, Carlo nel 1907 e Ferruccio nel 1904). Non è un libro di storia, ma è un racconto corale che ha le sue basi nelle vicende vere di questi “antifascisti non conformi” che alla caduta di Mussolini reclamarono la liberazione dal confino a Ventotene. Il governo Badoglio li tratterà ancora come nemici dello Stato

Franco e Tomaso Cravarezza: "Le grandi battaglie della Linea Gotica" - Edizioni del Capricorno. “Per gli italiani la Linea Gotica rappresentò la drammatica prosecuzione della guerra sul territorio nazionale per quasi un ulteriore anno dopo la liberazione della capitale. Ancora oggi viene ricordata a livello nazionale, non solo per le battaglie tra alleati e tedeschi, quanto soprattutto per il forzato allontanamento dalle proprie case delle popolazioni dell’area, per i bombardamenti e le violenze della guerra che coinvolsero una larga fascia del territorio tosco-emiliano e per le efferate stragi di civili che vi ebbero luogo, ben più tragiche che sulla Linea Gustav [quella di Cassino], anche per il diverso e più determinante ruolo della Resistenza lungo e sul tergo della Gotica”. Il libro che il generale Franco Cravarezza e il figlio Tomaso, anche lui ufficiale e appassionato di storia, dedicano alle vicende della Linea Gotica è fondamentalmente un libro di storia militare che racconta soprattutto le operazioni tra grandi unità militari regolari delle varie forze armate nazionali. Gli Autori pagano un pegno di gratitudine alle ricerche e ai volumi di Amedeo Montemaggi (1923-2011), e ringraziano sua moglie Edda per l’aver messo a disposizione le carte conservate presso il Centro Internazionale Documentazione Linea Gotica da

Giuliano Bonizzato: "Scusa, ma sei normale, te?" - La Stamperia. Ognuno di noi, ad una certa età, e se ha la fortuna di avere un pubblico, cerca di raccontare i momenti “eroici” della propria gioventù. E’ quello che fa l’avvocato Giuliano Bonizzato, detto GiBo, liberal laico conservatore, in questo suo nuovo libercolo (è il dodicesimo se non ho contato male) edito per suo e nostro divertimento, scritto come sempre con penna pungente e salace. Il libretto è dedicato a Paolino "dal mudàj”, un personaggio felliniano che negli anni ’60 si vedeva girare per il centro città e la zona mare con indosso un vecchio impermeabile decorato di innumerevoli medagliette eucaristiche e squillanti campanellini, con una vecchia scopa tra le mani. Un ragazzo sempre sorridente, mite, ma che creava non poche inquietudini fra i genitori. A tutti rivolgeva immancabilmente sempre la stessa domanda: “Scusa, ma sei normale, te?”. La risposta dell’Avvocato: “Un momento, che ci devo pensare”. E qui il dibattito su cosa è la normalità e su chi è normale o meno lo possiamo tranquillamente aprire sapendo che i confini fra l’uno e l’altro possono essere molto labili. Ad esempio questo governo e i suoi rappresentanti saranno mica normali? Gli anni della gioventù

Francesco Checco Tonti: "Fino a 100" - Opificio Severi / Digitalprint. Attore, regista, clown, giocoliere ed ora, a cavallo dei quarant’anni, autore del suo primo libro. Che in realtà non è altro che la raccolta dei testi del suo ultimo spettacolo andato in scena ad aprile di quest’anno. Interprete sul palcoscenico dei suoi testi. Racconti, poesie, monologhi, pensieri che ci portano all’interno del suo mondo caotico, disordinato, naif. “E’ nato! E’ nato! Il bisogno è nato! Nessuna quiete. Moto. Il grande moto. E’ nato, il moto. Vai, dice. Il corpo sa. Spingi! Vai!”. Checco corre, ha bisogno di correre per fuggire dalle sue paure, e corre dal porto al bagnino 100. Le parole, a getto continuo, frenetiche, escono da lui per rivestire un mondo nevrotico, sconclusionato, a tratti spaventoso. Non è più il clown sulla scena, ma l’uomo di oggi in crisi, con prospettive incerte, ma che nonostante tutto ciò vuole trovare un futuro. Ho conosciuto Francesco Tonti, per tutti Checco, molti anni fa in quella bellissima esperienza di laboratorio teatrale che si fece per un paio d’anni, fra il 2008 e il 2010, nel neonato CORTE – Coriano Teatro. E credo che sia lì che Checco possa aver conosciuto Francesco Gabellini, poeta

Stefano Lunedei: "Due tiri" - Bookstones. A distanza di tre anni Stefano Lunedei, nel suo primo romanzo, ci racconta la storia di Due Tiri e Meg, personaggi già presenti nel suo volume di racconti “Come cinque stagioni” (Italic Pequod, 2015). Dopo quattro volumi di poesie, un volume di racconti, Lunedei, professore d’inglese riminese, si è deciso ad affrontare l’avventura dello scrivere un romanzo. E lo fa con grande maestria narrativa e linguistica. Con una costante ironia presente nel testo che mira a levigare le vicende drammatiche dei due personaggi. Patrizio, Due Tiri (soprannome derivante dalla richiesta continua agli altri di una sigaretta o di un mi “lascerebbe due tiri?”), trascorre indenne l’adolescenza fra competizioni sportive e rivalità nella compagnia di amici: “In seguito venne a sapere che uno di loro era morto giovane, per colpa di uno strano morbo, uno era finito dentro una storia di droga ed era scappato in Africa, mentre il terzo era entrato in Comunione e Liberazione, diventando un palazzinaro di successo”. “Ama le carte e sfidare il gioco, fino a quando il gioco gli ruberà l’anima e lo porterà al mutamento. Durante gli anni dell’Università, in una città diversa, cambia soprannome e pelle, diventando ciò che non è.

Eraldo Baldini, Aurora Bedeschi: "Il fango, la fame, la peste. Clima, carestie ed epidemie in Romagna nel Medioevo e in Età moderna" - Il Ponte Vecchio Eraldo Baldini, ravennate, nato nel 1952, è da tempo uno scrittore affermato, per lo meno dal 1991 quando vinse il primo premio al Mystfest di Cattolica con il racconto “Re di carnevale”. Nei suoi romanzi e racconti coniuga «gotico rurale», noir e horror in una vena originale, “perché Baldini è riuscito a trasportare un genere tipicamente anglosassone e (negli autori moderni) tipicamente cittadino, nei panorami familiari della campagna romagnola” (da Wikipedia). Ma per l’editore Il Ponte Vecchio di Cesena ha ritirato fuori i suoi studi in antropologia culturale ed etnografia, dando così alle stampe negli ultimi anni ormai una decina di titoli tutti dedicati alla Romagna: da “Tenebrosa Romagna. Mentalità, misteri e immaginario collettivo nei secoli della paura e della ‘meraviglia’” (2014) a “I riti del nascere in Romagna. Gravidanza, parto e battesimo in una cultura popolare" (1991 e 2016), da “Calendario e tradizioni in Romagna. Le stagioni, i mesi e i giorni nei proverbi, nei canti e nelle usanze popolari” (2016) a “Prima del liscio. Il ballo e i balli nella vecchia tradizione della Romagna” (con Susanna Venturi)

Giancarlo Frisoni: "Memorie. Volti e voci della mia gente" - Edizioni ARTinGENIO. Recensisco libri ormai da tanto tempo che non ricordo più neanche quando ho iniziato. E dunque so benissimo oggi, in anticipo, quale potranno essere le reazioni dei lettori di fronte ad eventuali giudizi critici che, in piena libertà, penso di potermi permettere. Ne rispondo io. Questo piccolo preambolo per rispondere ad alcuni amici che hanno trovato troppo “cattivo” la recensione che ho fatto lunedì scorso sul libretto della Pro Loco di San Clemente. Definire “deludente” un lavoro è una valutazione soggettiva mia, su un libro da cui mi aspettavo molto di più. Questo non implica alcun giudizio di merito sull’attività della Pro Loco, soprattutto sui meravigliosi volontari che animano tutte le attività dell’Associazione. Dunque buon lavoro a loro e che questi primi 50 anni di attività della Pro Loco di San Clemente siano solo i primi. Con la stessa libertà, e lo faccio raramente quello di usare aggettivi altisonanti, invece dico che il libro che segnalo questa settimana è un volume straordinario, uno dei più belli che abbia avuto fra le mani in questi ultimi anni. E’ difficile raccontare un libro fotografico con le parole. Bisognerebbe essere un poeta, e io

Pro Loco San Clemente: "Uno sguardo lungo cinquant’anni (1968-2018)" - La Piazza. Per una qualsiasi associazione festeggiare il cinquantesimo compleanno è un traguardo importante. E così è anche per la Pro Loco di San Clemente che taglia nel 2018 questo traguardo. Claudio Casadei e Pierino Falcinelli per questa occasione hanno raccolto le testimonianze dei vari presidenti succedutisi negli anni e hanno provato a tratteggiare i momenti salienti della storia della Pro Loco. Il tutto arricchito da foto e da riproduzioni di documenti vari. Ma, diciamo la verità, il libro è abbastanza deludente. Ed è un peccato perché le storie di una associazione come la Pro Loco si intrecciano strettamente con la vita politica, associativa e ricreativa di un Paese. E i due autori potevano avere questo sguardo “largo” essendo stati per molti anni, a partire dal 1980 sino al 2004, in Consiglio Comunale e in Giunta. Casadei è inoltre il patron da sempre del Premio di poesia dialettale Giustiniano Villa, il più importante concorso dialettale nella Provincia di Rimini.. Le pro loco (dal latino, letteralmente «a favore del luogo») sono associazioni locali, aventi finalità di promozione e sviluppo del territorio. Associazione private formate da singoli cittadini. Nella maggioranza dei casi, le pro loco sono nate per difendere il patrimonio culturale, ambientale e

Giuseppe Lo Magro: "Riccione. Gli irripetibili anni ‘60" - Famija Arciunesa. Ancora una volta Giuseppe Lo Magro, storico patron dell’associazione “Famija Arciunesa”, ha dato alle stampe una pubblicazione dove con immagini e fotografie è riuscito a ricostruire un periodo straordinario della vita turistica e del divertimento riccionese: i mitici anni ’60. Sono gli anni del boom economico italiano, della grande trasformazione della società italiana da rurale a manifatturiera, della nascita dei nuovi miti sportivi, canori, della moda. E Riccione seppe diventare nel corso di quel decennio una delle maggiori località alla “moda” d’Italia, punto di ritrovo e di incontro della “bella società”, in grado di ospitare nei propri locali i migliori artisti nazionali ed internazionali. Scrive Lo Magro: “Diciamo che quasi tre quarti di secolo fa cominciò una euforica fase di rinascita per l’Italia. Era appena finita la 2. Guerra Mondiale e donne e uomini avevano grande voglia di ricostruire, di dimenticare lutti ed orrori e ricominciare a ‘fare l’amore’ con amore, sognando un futuro roseo per i figli che sarebbero arrivati”. Ma “Riccione vide il turismo esplodere … invasa da turisti di tutta Europa … e da tante ragazze che volevano vivere le novità gioiosamente, libere di agire, pensare, esprimersi. Ragazze che giunte