Archive

Rosita Copioli, Alberto Silvestro: "Alessandro Belmonte (1757-1838), Ufficiale di Marina dall’Armada Real ai porti dell’Adriatico" - Digitalprint. Un libro importante questo di Rosita Copioli, eclettica figura intellettuale riminese che ha edito libri di prosa e saggi storici, testi poetici e che presiede l’Associazione internazionale Adolphe Noel des Vergers, e di Alberto Silvestro, ufficiale su navi militari e negli Uffici del Ministero Difesa Marina nonché ricercatore storico. Importante non solo perché restituisce alla memoria cittadina la figura di Alessandro Belmonte (1757-1838), ma per il quadro d’insieme che gli Autori forniscono ai lettori su un periodo storico colmo di straordinari cambiamenti in Europa, in Italia, a Rimini: la fine delle monarchie assolutistiche, la rivoluzione francese, le conquiste napoleoniche, l’avvio del percorso per la costruzione di un’Italia unita. E poi il ruolo della Spagna e della sua Marina, i papi romagnoli sul seggio romano, i governi napoleonici in Italia. Insomma un quadro ampio in cui la famiglia Belmonte, una delle principali famiglie nobiliari riminesi, è pienamente immersa e in cui diversi suoi esponenti sono protagonisti. Attraverso una ricerca durata anni in archivi riminesi, italiani ed europei gli Autori ricostruiscono la biografia di Alessandro Belmonte: figlio terzogenito, cadetto della famiglia, avviato alla carriera militare nella Marina

"La Comunità dei Minori Conventuali di Santarcangelo di Romagna desunta da documenti d’archivio". A cura di Patrizia Bebi, Maria Cristina Maggioli, Silvano Beretta - Pro Loco Santarcangelo di Romagna. L’Ordine dei frati minori conventuali è un ordine mendicante di diritto pontificio che, insieme ai frati minori e ai frati minori cappuccini, costituisce il cosiddetto Primo Ordine francescano o minoritico. E’ noto che fu lo stesso San Francesco a volere che i suoi frati si chiamassero “minori”. Così come il termine “conventuale” indica una particolare modalità di vivere l’ideale francescano, nell’incontro dei frati con una realtà – quella delle grandi città italiane ed europee – “che chiedeva una vita religiosa più rispondente alle esigenze di studio e di apostolato cui la Chiesa li chiamava” (G. Odoardi, Conventuali, Frati Minori Conventuali, in: Dizionario degli Istituti di perfezione, vol. 3, Roma 1976). Questa pubblicazione sulla presenza dei francescani a Santarcangelo è frutto di un lavoro di ricerca prezioso, essenzialmente archivistico, indispensabile per una futura storia organica di questa comunità conventuale. Patrizia Bebi e Maria Cristina Maggioli hanno indagato i materiali dalle origini fino al periodo napoleonico (dalla fine del ‘300 ad inizio ‘800); Silvano Beretta invece i materiali da inizio ‘800 a metà ‘900. Essi hanno guardato le carte custodite

Roberto Monacchi: "San Leo: Governo e vita di una comunità - Dalla caduta del giogo austriaco al fascismo". Società di Studi Storici per il Montefeltro. L’ultimo libro di Roberto Monacchi, di Novafeltria, professore in pensione, ex Preside dell’ITIS di Rimini, presidente della Società di studi storici per il Montefeltro fondata a San Leo nel 1970, ha un sapore d’antico. Esso nasce dalla paziente, e faticosa, ricerca, e lettura, di tante carte contenute nell’archivio comunale, in quelli parrocchiali e della pretura. Il mix di informazioni che l’Autore fornisce ai lettori consente di ricostruire tante storie di questa piccola (grande) realtà comunale che si erge sul Marecchia e la sua vallata. Storie che si snodano fra la nascita del nuovo Stato italiano nel 1861 e l’avvento del fascismo nel 1922. Scrive Girolamo Allegretti, docente di storia economica all’Università di Perugia e di San Marino, nel presentare il lavoro di Monacchi: “E’ anzitutto un omaggio a San Leo. Alla San Leo meno illustre dei nostri nonni, di una storia degli ‘eventi’ trascurabili ma dalla solida consistenza delle ‘strutture’ del quotidiano e della ‘lunga durata’. Si parla della San Leo postunitaria, di San Leo capoluogo di comune, un vasto comune rurale forgiato dalle riforme napoleoniche e dai convulsi riassetti della

"Un medico d’altri tempi" A cura di Pietro Bisoni - Silverbook. Mi piacciono le biografie quando queste servono a far conoscere una persona, l’ambiente in cui ha operato, le cose che ha realizzato. Questa biografia di Bisoni non mi sembra (nonostante l’impegno profuso) sia riuscita a raggiungere appieno lo scopo che si prefiggeva: raccontare la vita di un medico-pediatra di Misano Adriatico, Alfiero Gentilini detto “Fiero”, scomparso il 14 luglio 1978 (cioè 40 anni fa), ma mai dimenticato dalla popolazione misanese per la sua umanità, professionalità, disponibilità con i pazienti e la gente. Gentilini morì giovane quando non aveva ancora 48 anni (era nato il 24 novembre 1930) per un improvviso infarto. Il Sindaco di Misano, Stefano Giannini, lo ricorda così: “Il dottor Alfiero Gentilini è stato una figura di grande rilievo per la nostra comunità. E non perché è stato uno dei pochi ad aver studiato e a laurearsi alla fine degli anni ’50, in quel paesino, ancora sparso e anonimo, che nel dire comune non era ancora Misano Mare ma era ‘e Fnil’, il fienile: un paesino che stava compiendo ancora timidamente la sua transizione da luogo di campagna e di colonie marine a località turistico-alberghiera. Il dottor Gentilini è stato una

Oreste Delucca: "Isotta degli Atti. L’amore e il potere" - Bookstones. Amante, moglie, musa di Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), signore di Rimini. Questa è stata Isotta degli Atti (1433-1474). Il nuovo volume di Delucca, dopo quello su “Sigismondo Pandolfo Malatesta controverso eroe” (Bookstones, 2016), ricostruisce la biografia di questa giovane donna che così profondamente segnò la vita e il destino di Sigismondo. Ma, come ammette lo stesso Autore in apertura del libro, “una biografia di Isotta esiste già, redatta nel 1962 da quel grande maestro che fu il professor Augusto Campana; una biografia documentata, scrupolosa, stilata dopo un lavoro di consultazione bibliografica veramente sterminata” e comparsa nel 4. volume del “Dizionario Biografico degli Italiani”. Dunque “questo mio impegno si pone meri obiettivi di integrazione e aggiornamento, per fare tesoro degli studi ed approfondimenti compiuti nel mezzo secolo che ci separa da quel saggio”, aggiungendo “un po’ di colore (e calore) ad un testo perfetto ma freddo, perché dettato unicamente dalla scrupolosa rincorsa del rigore scientifico”. Sigismondo incontra Isotta nel 1445: lei ha 12 anni, lui 28. E’ in corso il suo secondo matrimonio di Stato: dopo Ginevra di Niccolò d’Este, sposata nel 1434 e morta nel 1440, andò a nozze nel 1441 Polissena

Cumited “Com una volta” – San Clemente: Giustiniano Villa. XXV concorso di poesia dialettale (2017) - La Piazza. I poeti romagnoli sono al lavoro per l’edizione 2018, la ventiseisima, del Premio Giustiniano Villa. Il 26 aprile 2018 dovranno infatti essere consegnati i testi delle varie sezioni (poesie, zirudeli, sezione dantesca, le poesie dei ragazzi) ed i vincitori saranno premiati il 2 giugno 2018 al Teatro Giustiniano Villa a Sant’Andrea in Casale. Ma intanto noi raccontiamo il volume che raccoglie i testi che hanno partecipato alla venticinquesima edizione del 2017. Dice il patron (termine francesizzato e non dialettale) del premio, Claudio Casadei: “Anche quella di quest’anno è stata un’edizione di ottima qualità del premio. Sono state valutate quarantuno poesie, ventitrè zirudele, una decina di opere dantesche, un ottimo risultato per un premio che non ha oltre al passa parola ed alla stretta marcatura dell’organizzazione, nessuna forma di pubblicità né di sponsorizzazione che non sia il patrocinio essenziale del Comune di San Clemente”. La giuria, guidata da Piero Meldini, ha assegnato il primo premio per la poesia a Marcella Gasperoni di Bellaria Igea Marina per il testo “E’ po daes” (Può darsi), il secondo premio a Marino Monti di Forlì con “Ómbar ad paròl” (Ombre

Lidia Maggioli: "Maggiorenni nel Sessantotto" - Aletti. Eugenia, la protagonista del nuovo romanzo di Lidia Maggioli, è nata nel 1947 e compirà 21 anni nel 1968 quando, per la legge di allora, si diventava maggiorenne. Ma la trama del racconto si sviluppa per gran parte negli anni ’50, quando Eugenia frequenta le classi della scuola elementare nel paesino di Collina in cui è nata (facile immaginare un abitato nell’alta Valmarecchia). Sino ad arrivare al momento topico della narrazione dell’esame di quinta elementare. Lidia Maggioli, riminese, è stata insegnante di storia e filosofia e poi dirigente scolastico. Con questo testo arriva al suo quarto romanzo dopo “Vincenzo, Malick e la lunga marcia di Evelina” (Fulmino, 2009), “Il salto della rondine” (Ibiskos, 2010), “L' albero delle arance amare” (Montedit, 2015). Con il marito, Antonio Mazzoni, ha inoltre editato alcuni volumi sugli ebrei riminesi: “Con foglio di via. Storie di internamento in Alta Valmarecchia 1940-1944” (Il Ponte Vecchio, 2009), “Spiagge di lusso. Antisemitismo e razzismo in camicia nera nel territorio riminese” (Panozzo, 2017). Ha curato anche l’autobiografia di Cesare Moisè Finzi, medico, attivamente impegnato nella vita della comunità ebraica ferrarese , “Qualcuno si e salvato ma niente è stato più come prima” (Il Ponte Vecchio, 2006). La

Non sono certamente molti i personaggi riminesi che possono vantare una copertura mediatica e una bibliografia così ampia ed articolata come Alberto Marvelli (1918-1946). Cliccando sul motore di ricerca dell’OPAC SBN (il catalogo informatico delle biblioteche italiane) vengono fuori oltre una sessantina di titoli di opere a Lui dedicate, di valore diverso e molte legate a testimoniare la sua santità (Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 5 settembre 2004 a Loreto in occasione del Convegno Nazionale dell’Azione cattolica). Ma chi era Marvelli? Nato a Ferrara il 21 marzo 1918, si trasferisce con la famiglia a Rimini nel 1930. Frequenta l’oratorio salesiano di Piazza Tripoli e l’Azione cattolica. Giovane sportivo, amante della bicicletta. Frequenta il Liceo Classico "G. Cesare" assieme a Federico Fellini. All’Università matura la sua formazione spirituale e culturale nella FUCI di Igino Righetti e di mons. Montini, il futuro Paolo VI. Si laurea in ingegneria meccanica a Bologna il 30 giugno 1941 e subito dopo deve partire militare. Dopo l’8 settembre 1943 torna a Rimini. Attivo nel prestare soccorso ai cittadini dopo ogni bombardamento su Rimini ed impegnato a salvare giovani dalle deportazioni tedesche e a far fuggire dai treni nella stazione di Santarcangelo uomini e donne

Gualtiero Gori: "Riveriti lor signori - Pasquelle e altri canti e balli tradizionali raccolti in Romagna" -  Editrice Mandragora. Con questo nuovo libro Gualtiero Gori arricchisce la sua bibliografia legata all’esperienza vissuta con il gruppo musicale dell’Uva Grisa. Dopo i due volumi “La Barcàza” (vol. 1) e “La Sucità di Marinér” (vol. 2). Canti popolari dei pescatori di Bellaria-Igea Marina e balli di tradizione della Romagna (2008), “Se dormi svegliati. Serenate, canti d’amore, di nozze e ball tradizionali raccolti in Romagna” (2011), ora questo dedicato alla Pasquèla, canto rituale del solstizio d'inverno che appartiene al repertorio dei canti tradizionali di questua del ciclo Natale-Epifania, presenti in gran parte delle regioni italiane ed europee. Gori ha fondato nel maggio 1981, assieme a Mario Arlotti, Mirco Malferrari, Vittorio della Torre il gruppo dell’Uva Grisa, di cui è tuttora direttore artistico. Dal 1991 dirige il Laboratorio di documentazione e ricerca sociale del Comune di Bellaria Igea Marina; presso lo stesso ente è responsabile del Servizio Beni e Attività Culturali – Politiche Giovanili. Questo il manifesto programmatico del gruppo: “Per L’Uva Grisa al suo esordio, nel 1981, una delle maggiori spinte verso la riscoperta del mondo della tradizione è stato il bisogno di ricucire uno strappo generazionale, che

Domenico Bartoli:"Piccolo Dizionario del dialetto di Mercatino Marecchia (oggi Novafeltria)" - Comune di Novafeltria. L’anno prossimo saranno trascorsi dieci anni dall’ingresso dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia nella Provincia di Rimini, avvenuto nel luglio 2009. Un decennio per una persona non è un breve periodo, ma per le istituzioni è un battito d’ali. Con questo primo, e finora unico, passaggio di territorio da una regione all’altra della storia repubblicana si è, forse, iniziato a costruire un percorso (che sarà sicuramente lungo) di una nuova storia comune. Del resto lo ricordava poco tempo fa anche il Sindaco di Montescudo-Monte Colombo Elena Castellari quando a proposito della fusione dei due comuni avvenuta nel 2016 sosteneva che “tutta questa legislatura sarà dedicata ad integrare e fondere le due realtà comunali” e, io aggiungo, probabilmente non basterà. Non è semplice per nessuno passare da una storia all’altra, passata l’euforia iniziale. C’è un problema di conoscenza fra i nuovi partner che richiede sicuramente tempo e lavoro comune. Questo lungo cappello per dire che dei Comuni della Alta Valmarecchia, fra le tante cose che non conosciamo a Rimini, c’è anche la produzione editoriale. Che pure non è poca, a cominciare dalle tante pubblicazioni edite dalla Società di Studi Montefeltrani, nata

"Il Mutuo Soccorso in Valconca e nel Riminese", a cura di Gino Valeriani - Comune di Montescudo-Monte Colombo. Gino Valeriani ha edito nel corso degli anni diverse decine di volumi, molti dei quali imperniati su fatti e personaggi della Valle del Conca. Quando era Preside della Scuola Media di Montescudo, a metà degli anni ’60, diede vita con un gruppo di operatori scolastici delle scuole elementari e medie al Gruppo di Ricerca Storica della Memoria Orale G. Iacobucci impegnato “in un sistematico tentativo di rilevamento del vissuto materiale, simbolico e sociale della Valle del Conca e del Riminese”. Si voleva provvedere “con il concorso di ampi strati della popolazione, alla rilevazione-registrazione dei documenti della vita familiare, affettiva, lavorativa, religiosa e magica, presente nella memoria sociale”. Sono nati così, fra l’altro, “Quel mondo dello s-ciuplèt e della bambola dal vestito di seta. Un'esperienza didattica” (1987), “Favole di Rimini e circondario. Un'esperienza didattica” (1995), “Superstizioni e sogni nella cultura popolare” (1997), i due volumi “Con la vanga e con la zappa. Racconti sulla civiltà contadina” (1998-1999), “Citta ciba, castel castiga. Vita e lavoro nelle campagne riminesi e sulla riviera romagnola, 1901-2003. Interviste e racconti” (2004), “Amori, corteggiamenti, matrimoni contadini” (2005), “L'uomo e l'animale nella civiltà contadina delle

"Luigi Pasquini. Un cronista del pennello". A cura di Annamaria Bernucci. Introduzione di Pier Giorgio Pasini. Testi di Michela Cesarini, Umberto Giovannini, Sergio Sermasi, Oriana Maroni -Banca Carim. La segnalazione di questo libro richiede alcune considerazioni preliminari che non riguardano solamente questo volume. La prima è che in occasione delle festività 2017 le banche riminesi non hanno edito strenne natalizie: si è interrotta la bella serie annuale della Banca Popolare Valconca, la Fondazione Cassa di Risparmio non ha edito nulla, e neppure quelle di credito cooperativo. Mi è stato detto che la Banca d’Italia ha posto uno stop alle pubblicazioni degli istituti bancari. Ma forse le nostre banche non stanno più così bene da potersi permettere ancora questo piccolo “lusso”. Staremo a vedere nel prossimo futuro cosa succederà. La seconda è che questo catalogo della mostra su Luigi Pasquini (in corso al Museo di Rimini sino al 17 febbraio prossimo) è probabilmente l’ultima pubblicazione della Banca Carim così come l’abbiamo conosciuta sino a fine anno. Il saluto iniziale è infatti di Sido Bonfatti, presidente della Cassa di Risparmio di Rimini fino a qualche giorno fa, prima dell’arrivo degli uomini del Gruppo Bancario Crédit Agricole  che l’ha rilevata. Sarà interessante capire come la secolare storia di sostegno