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Fabio Tomasetti: "Superare Rimini. Pionieri dell’area vasta. Il PIC – Piano intercomunale riminese 1963/1975" Il Ponte Vecchio. Ancora una volta l’arch. Fabio Tomasetti, nei panni di ricercatore storico, ci fornisce uno spaccato di un pezzo di storia urbanistica riminese ormai ben poco noto: le vicende del PIC (Piano Intercomunale Riminese) svoltesi fra il 1963 e il 1975. Lo fa in questo nuovo volume, che viene presentato oggi alle 17 al Museo della Città di Rimini. Lavoro che si aggiunge a  “Ripensare Rimini. L’urbanistica riformista. Il PEEP ’64 e il PRG ‘65” (Il Ponte Vecchio, 2007) e “Cambiare Rimini. De Carlo e il piano del nuovo Centro (1965-1975)” (Maggioli, 2012). Questi volumi di Tomasetti testimoniano come fra l’inizio degli anni ’60 e la fine degli anni ’70 Rimini sia stata protagonista a livello nazionale di quella felice stagione urbanistica. Avendo nel Sindaco Walter Ceccaroni  il grande motore propulsivo di tutte queste vicende urbanistiche. La fase preparatoria del PIC fu lunghissima. Il primo documento, predisposto dalla lega dei comuni democratici, è del 1963. Ma solo il 22 giugno 1968 il ministro Giacomo Mancini firmò il decreto istitutivo. Secondo Giuseppe Campos Venuti, in un intervento del 1967, “i Comuni non vedono oltre i propri confini, mentre oggi non è più

Benito Colonna: "La mia Rivabella"- Il Ponte. Il titolo è lo stesso, ma questa terza edizione del volume “La mia Rivabella” di Benito Colonna (classe 1936) ben poco ha del libro del 2000 edito dal vecchio “Chiamami Città”: il doppio delle pagine, tantissime foto d’epoca non presenti nella prima edizione, titoli diversi, tantissimi nuovi capitoli, scomparse le poesie. Insomma quello che i lettori si ritrovano fra le mani, edito da Il Ponte, è un nuovo libro, che si aggiunge agli altri editi da Colonna nel corso degli anni: oltre alla prima edizione de “La mia Rivabella” del 2000, la raccolta di poesie “Il cuore con le ali” del 2002, “Storia di mare” del 2004, “C’era una volta il treno. Racconti di viaggio di un macchinista” del 2007, ed oggi, superati gli ottanta anni, la nuova edizione de “La mia Rivabella” del 2017. Ferroviere dal 1955, Colonna, una volta andato in pensione negli anni Novanta, si mette a scrivere e nei suoi libri racconta i suoi grandi amori: il borgo natale di Rivabella, la passione per il mare, le esperienze di una vita lavorativa passata alla guida dei treni. “Per non dimenticare”, così apre il suo libro su Rivabella: “Pescando nel disco della memoria estraggo

Luciano Casali – Pier Gabriele Molari: "Per non dimenticare Rino Molari" - ANPI Santarcangelo di Romagna. L’ANPI santarcangiolese ha voluto, ancora una volta, dedicare le cerimonie dell’anniversario della Liberazione di quest’anno al prof. Rino Molari, membro del CLN locale, partigiano cattolico dell’8.a Brigata Garibaldi. Pensando così di dare risposte soprattutto alle domande dei giovani studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale, scuola che è stata intitolata a questo protagonista della Resistenza riminese. La pubblicazione curata da Luciano Casali, già Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Bologna ed autore di numerosissime pubblicazioni dedicate alla Resistenza in Romagna, si avvale anche degli apporti e dei ricordi familiari del figlio di Rino, Pier Gabriele. Rino Molari era nato a Santarcangelo di Romagna il 9 maggio 1911 e venne ucciso a Fossoli di Carpi (MO) il 12 luglio 1944, a soli 33 anni. Per studiare, come tanti figli di contadini, nel 1928 entrò nel Seminario regionale di Bologna. Ma ben presto capì che il sacerdozio non era la sua strada. Si laureò nel 1937 in Lettere all’Università di Bologna con una tesi sui dialetti santarcangiolesi. Iniziò ad insegnare a Nuoro, poi a Mercatino Conca ed infine, dal 1942, alla Scuola Media di Riccione. Il 6 aprile 1942 sposò Eva Manenti ed

Alberto Crescentini: "Pirati. La storia del Rimini BC" - Il Ponte. Alberto Crescentini (classe 1956), giornalista sportivo da oltre trent’anni, ha scritto  su varie testate (dalla Gazzetta di Rimini al Il Resto del Carlino, e su tanti periodici tematici dedicati agli amanti di baseball e basket). Autore di varie pubblicazioni (“Rimini a cinque cerchi” nel 2009 dedicato agli olimpionici riminesi, “Rimbalzi” nel 2012 in cui ricostruisce la lunga storia della pallacanestro a Rimini), ora con questo nuovo volume “Pirati” ripete l’operazione per ricostruire la storia del baseball cittadino. Il volume è uscito a luglio di quest’anno e pertanto non ha potuto riportare i dati dell’ultimo campionato e la vittoria del 13° scudetto, cucito sulla maglia nero arancio, grazie al successo sulla squadra sammarinese, rivali storici dei riminesi, ottenuto il 5 settembre scorso. “Partite, episodi, aneddoti, davvero una storia infinita all’insegna della mazza e del guantone, disciplina che se ti prende, se ti appassiona, poi non ti abbandona più”. Il volume ripercorre, anno per anno, le vicende e i protagonisti dei vari campionati. Lo fa a partire dal 1973, anno del suo ingresso nel campionato della massima serie. Anche se le radici del baseball Rimini affondano nei lontani anni ’50, quando un professore di educazione

Stefano Pivato – Marco Pivato: "I comunisti sulla Luna. L’ultimo mito della Rivoluzione russa" - Il Mulino. “A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta le conquiste spaziali dell’Unione Sovietica minacciano la solidità del mito americano trasformando il primato della tecnologia nella supremazia del comunismo tout court. L’egemonia dell’Unione Sovietica in campo satellitare insinua la convinzione, soprattutto nel mondo della sinistra, della preminenza del modello comunista su quello capitalista”. I riminesi Stefano e Marco Pivato in questo nuovo libro raccontano la sfida tra Unione Sovietica e Stati Uniti che per 15 anni tenne gli uomini con il fiato sospeso. Al di là degli straordinari risultati scientifici e tecnologici raggiunti da entrambi i Paesi, il conflitto vero era per l’egemonia politica dell’una o dell’altra potenza sul resto del mondo. Stefano incentra il suo racconto sull’utilizzo propagandistico che i russi fecero dei propri successi. “Il 4 ottobre 1957 lo Sputnik 1, il primo oggetto lanciato dall’uomo oltre l’atmosfera, compie un’orbita attorno alla terra. Un mese più tardi, il 3 novembre, è la volta di Sputnik 2, con a bordo la cagnetta Laika. Nell’aprile 1961 Jurij Gagarin è il primo uomo a orbitare attorno alla Terra. Il 16 giugno 1963 Valentina Tereskova è la prima donna

Domenico Del Prete: "Il processo di Via Barberia" - Pendragon. La Federazione Riminese del PCI, fra il 1949 e il 1991, ebbe otto segretari. Il secondo, dal giugno 1952 al marzo 1955, fu il bolognese Mario Soldati (1924-1965). Partigiano, quadro di origine operaia, estremamente capace e ambizioso. Dal gennaio 1950 è nel gruppo dirigente comunista bolognese. Poi a Rimini e successivamente a Roma sino al 1959, prima di rientrare a Bologna e diventare il segretario del Comitato comunale bolognese sino al 1964. Per Rimini e per il PCI riminese la sua direzione politica fu molto importante. Nei tre anni che rimase a Rimini Soldati riuscì a consolidare attorno a sé un forte gruppo dirigente locale, oltre che dotare di una valida elaborazione politica il Partito (in particolare sul turismo) attraverso documenti, piattaforme per gli enti locali, proposte di legge. Attorno a questo dinamismo politico egli riuscì a coinvolgere le altre forze politiche, ma riuscì soprattutto a proporre i comunisti come la forza dirigente alla guida dello sviluppo economico impetuoso di quegli anni nel nostro Circondario, che vedeva il nascente turismo di massa come settore trainante di tutta l’economia. Il 3° Congresso riminese (26-28 febbraio 1954) fu la tribuna da cui Soldati disegnò un grande affresco

"La Romagna del mito nelle pagine di grandi giornalisti, saggisti e scrittori" - A cura di Roberto Casalini - Il Ponte Vecchio. Bene ha fatto Roberto Casalini, patron della casa editrice Il Ponte Vecchio di Cesena, a rieditare questi testi di giornalisti, scrittori, saggisti, poeti dedicati alla Romagna. Sono interventi imperdibili per comprendere “ora nell’asprezza della critica, ora nelle rappresentazioni divertite e maliziose, ironiche e affettuose di grandi scrittori, la Romagna di oggi, protesa, con tutta la ricchezza della sua tradizione e con la consapevolezza della sua identità, alla costruzione del futuro”. L’antologia redatta da Casalini, in occasione del 25° anniversario de Il Ponte Vecchio nato nel 1992 (nel progetto essere l’editore per la Romagna) ci propone brani di Rino Alessi, Enzo Biagi, Pietro Camporesi, Guido Nozzoli, Olindo Guerrini, Giuseppe Borgese, Guglielmo Ferrero, Guido Piovene, Aldo Spallicci. Al termine della lettura mi sorge però un dubbio grande come una casa: ma i riminesi sono romagnoli? Perché nei tantissimi esempi riportati dagli Autori, Rimini non è mai citata. La Romagna per tutti loro è Ravenna, Forlì  e Cesena (in alcune citazioni finisce a Santarcangelo). Dice Guido Nozzoli: “Questa Romagna, tanto per intenderci, dove comincia e dove finisce? Nessuno lo ha mai stabilito con precisione. Dunque

Gianni Fucci: "L’antico viandante" - Pazzini Editore. “Ora che sei / dove si adaggia il tempo / che non ha memoria, / e il canto dell’usignolo / è solo un lamento / che si aggroviglia / ai rami degli ulivi, / le notti / non mi portano / che lune sbiadite / cui abbaiano / cani solitari e tristi, di te, compagno Serino, / antico viandante, / nessuno conosce più la strada / […]”. Il titolo del libro è una dedica affettuosa all’amico e compagno politico di una vita, Serino Baldazzi (1927-2005). Comunista, partigiano, segretario dell’ANPI santarcangiolese dal 1946 al 2004. Con Serino, Gianni ha scritto “La notte delle bandierine rosse. Vita a Santarcangelo tra fascismo e antifascismo 1919-1943” (ANPI Santarcangelo, 1994). Ma per tornare al nuovo libro di poesie di Gianni, uscito poche settimane prima del suo ottantanovesimo compleanno (è nato il 3 ottobre 1928), la prima constatazione è che è in italiano (il secondo dopo “Sigilli del tempo” per i tipi di Raffaelli nel 2014, mentre l’ultima opera in dialetto romagnolo è “Fùgh e fiàmbi” per i tipi di Pazzini sempre nel 2014); che contiene poesie tutte recentissime, scritte fra il 2015 e il 2017; che sono bellissime. Lo so che non

Danilo Re: "Leggende di Rimini e della sua provincia"-  Il Ponte Vecchio. Recita il retro di copertina del volume: “Ogni cucuzzolo in Italia ha la sua fola da raccontare e la provincia di Rimini non fa certo eccezione. Seguendo questa trentina di racconti si disegna quasi una storia parallela del territorio, attraverso luoghi misteriosi e in compagnia di una varia e mostruosa umanità: una sorta di bestiario medievale in cui gli esseri fuori dalla norma sono eroi e santi, maghi e streghe, criminali e fantasmi, fate, orchi, demoni, creature fantastiche e antiche divinità decadute”. L’autore, 60 anni, riminese per nascita e verucchiese d’adozione, di mestiere fa l’operatore sanitario e da un decennio si è dedicato anche alla scrittura (questo è il suo quinto volume edito), definendosi scrittore ”leggendario”, ovvero affascinato da tutte le storie che oralmente vivono tra il “popolo”. Ma come si sa “il materiale folclorico non nasce spontaneamente da un fantomatico ‘popolo’, ma è sempre opera di un qualche creativo che lo ha elaborato la prima volta, anche se rimane poi sconosciuto ai posteri”. E Danilo Re, raccogliendo per quasi un quarto di secolo tra amici, parenti e libri, tante storie ha provato a riscriverle a suo modo. E va detto,

Roberto Balzani – Giancarlo Mazzuca: "Amarcord Romagna - Breve storia di una regione (e della sua idea) da Giulio Cesare ad oggi" - Minerva. Un docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna (ma oggi anche Presidente dell’Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, dopo esser stato Sindaco di Forlì per il centro-sinistra dal 2009 al 2014), Roberto Balzani, e un giornalista (ex direttore de Il Resto del Carlino dal 2002 al 2008, ex capolista del Popolo della Libertà in Emilia-Romagna e deputato dal 2008 al 2013, oggi membro del Consiglio di Amministrazione della RAI), Giancarlo Mazzuca, hanno dato vita a questo appassionato libro, quasi un romanzo, sulle vicende storiche della Romagna, da Giulio Cesare ad oggi. Entrambi forlivesi, pur nelle diversità delle appartenenze politiche i due autori sono animati entrambi da un profondo amore per la terra di Romagna. Balzani del resto è autore di un fortunato libello (“Romagna. Storia di un’identità” Laterza, 2001) che una quindicina di anni fa provò a fare il punto di che cosa fosse la Romagna. Saltiamo il periodo romano, quello medievale e risorgimentale (tutti capitoli peraltro estremamente interessanti e, per molti versi, divertenti) per soffermarci invece sulla seconda parte del volume dedicato all’Unità d’Italia e al Novecento. Balzani, assieme

Il “liscio” (con tutto quello che questa parola comprende) si può amare o no. Ma per la nostra terra esso ha rappresentato un fenomeno culturale importante. Questo libro ci fornisce tutte le informazioni disponibili sui balli in Romagna prima del “liscio”, ma poi inevitabilmente finisce per affrontare anche  i temi legati a questa musica. Eraldo Baldini è un antropologo culturale, mentre Susanna Venturi è una etnomusicologa. Con le competenze che entrambi hanno riescono a dare ai lettori un quadro complessivo della storia e della musica della Romagna degli ultimi  secoli. Una lettura appassionante non solo per gli addetti ai lavori, ma per tutti coloro che amano conoscere la storia culturale della propria terra. L’etnomusicologo Stefano Cammelli già nel 1978 scriveva: “Nel volgere di pochi anni la vita culturale e musicale delle popolazioni contadine affrontò rivolgimenti di grande rilevanza i cui effetti sono ancora avvertibili. Gli strumenti musicali un tempo popolari, le arie e le musiche che avevano fino a quel momento caratterizzato le feste contadine vennero dimenticate ed abbandonate per cedere il passo alla nuova moda del tempo. Il valzer, la polka e la mazurka divennero balli popolarissimi. Strumenti e repertori musicali frutto di lenta evoluzione uscirono per sempre dalla tradizione

Questo agile libretto è il frutto finale di un progetto europeo, chiamato “Appeace. War places / Peace citizens”, a cui hanno partecipato per tre anni (2014-2016) i Comuni di Montescudo-Monte Colombo, di Gemmano e di Montegridolfo, supportati dalla collaborazione dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini. Al progetto hanno partecipato realtà di 8 nazioni europee, da cui è nata la Rete dei luoghi di guerra per la pace. I promotori della rete sono accomunati da un passato di luoghi profondamente feriti dalle guerre del Novecento e da un presente di impegno per la memoria, la didattica storica e la promozione della pace. Per l’Italia i tre Comuni partecipanti sono stati testimoni della violenza della guerra nel corso del mese di settembre del 1944: furono coinvolti nella battaglia di sfondamento della Linea Gotica tedesca da parte delle Forze alleate. Una delle più sanguinose battaglie combattute sul territorio italiano. Hanno scritto i tre Sindaci (Elena Castellari, Riziero Santi, Lorenzo Grilli) a mò di presentazione del libro: “Ogni pietra di questa Vallata porta ancora impresso, a oltre settant’anni di distanza, il segno del passaggio del fronte fra la fine d’agosto e il settembre 1944, dell’avanzata delle truppe alleate verso il nord, delle violenti battaglie, di