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Il libro di Roberto Petrucci: "Bussando ai porti - Foto di Gianni Grilli" edito da RivieraBanca

Roberto Petrucci: "Bussando ai porti - Foto di Gianni Grilli" RivieraBanca La notizia vera, al di là dei contenuti del libro su cui tornerò, è che una banca del territorio continui a finanziare l’uscita di libri. RivieraBanca lo sta facendo con regolarità, da tempo, ormai unica nel territorio riminese, per volontà del suo Presidente Fausto Caldari, avvalendosi della consulenza preziosa, consolidata, di Maria Lucia De Nicolò, già docente presso l’Università di Bologna e direttrice del Museo della Marineria Washington Patrignani di Pesaro. Caldari ribadisce ancora una volta nella sua presentazione che “per una banca come la nostra, il profitto è senz’altro necessario per raggiungere l’obiettivo di crescita, ma va coniugato con la responsabilità sociale, etica e con l’interesse comune”. Ed è per questo che la Banca “sostiene iniziative atte a promuovere la nostra comunità, in diversi settori: sanitario, sociale, culturale”. Chiaramente le competenze della De Nicolò verso tutto ciò che riguarda il mare, le storie delle marinerie, i commerci, gli usi e i costumi delle popolazioni delle coste adriatiche fanno sì che spesso le pubblicazioni finanziate da RivieraBanca riguardino questi temi. E così è anche per questa ultima pubblicazione di Roberto Petrucci, funzionario pubblico in pensione, esperto velista, che qui raccoglie i suoi articoli usciti

Il libro di Oreste Delucca "Monete Pesi e Misure a Rimini nel Medioevo"

Oreste Delucca: "Monete Pesi e Misure a Rimini nel Medioevo" Luisè Ancor oggi registriamo la babilonia prodotta dall’utilizzo di monete, pesi e misure diversi nei paesi del mondo, nonostante la globalizzazione livellatrice di tante differenze. Oreste Delucca in questa sua nuova pubblicazione prova a raccontarci, mettendo a frutto cinquant’anni di appunti presi nel corso della consultazione di archivi pubblici e privati, l’evoluzione delle unità di misura usate a Rimini fra il Mille e il millecinquecento. E nel fare ciò ci mette, in apertura, in guardia da facili semplificazioni: “Per affrontare in maniera corretta l’argomento occorre riflettere innanzitutto sui caratteri che hanno contraddistinto l’economia e i rapporti sociali dopo la caduta dell’Impero Romano, con il dissolvimento dell’organizzazione amministrativa, giudiziaria e militare, lo sfaldarsi dell’unità territoriale, l’interruzione dei collegamenti e delle grandi correnti commerciali, la pesante contrazione delle attività mercantili e della stessa produzione agricola (in un quadro di forte caduta demografica). Le economie tendono a chiudersi nel localismo, gli scambi scendono a livelli modesti, la moneta si fa più rara, mentre riprendono spazio le forme primordiali del baratto. Il tutto in un contesto caratterizzato da perniciosa insicurezza, da guerre devastanti che si innestano in un circuito perverso fatto di pestilenze, fame e miseria, con l’ulteriore

"Siamo Elleni. Scritti politici" del pensatore greco a cura di Moreno Neri

Giorgio Gemisto Pletone "Siamo Elleni. Scritti politici" Saggio introduttivo, traduzione, note e apparati di Moreno Neri Mimesis Le ossa del filosofo bizantino Giorgio Gemisto Pletone (Costantinopoli, 1355 ca. – Mistrà 1452) riposano a Rimini, nel sarcofago del Tempio Malatestiano sotto la terza arcata della fiancata destra, da oltre 550 anni. Ve le portò Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468), signore di Rimini, di ritorno dallo sfortunato comando generale delle truppe veneziane nella crociata contro i turchi in Morea voluta da Pio II. Le aveva riesumate dalla sua tomba a Mistrà (vicino all’antica Sparta nel Peloponneso) in una notte dell’agosto 1465 per portarle a Rimini, dando loro un posto d’onore nel suo Tempio, in un'arca preceduta da quelle dei poeti Basinio da Parma (1425-1457) e Giusto de’ Conti (1390-1449), seguita da quella di Roberto Valturio (1405-1475). Filosofo neoplatonico, teologo neopagano, utopista, influì sulla riscoperta di Platone nella cultura umanistica del primo Rinascimento italiano. Scrive il curatore riminese del volume, Moreno Neri, nella sua ampia Introduzione (quasi 250 pagine): “Benchè oggi pressoché dimenticato, Pletone fu certamente il pensatore allo stesso tempo più venerato e più esecrato dell’epoca. Da buon platonico, il suo pensiero fu sempre volto all’azione e in lui il filosofo mal si distingue dal riformatore politico, sociale

Il libro di Gino Valeriani, Giancarlo Frisoni, Daniele Cesaretti, Attilio Giusti: "Storia, arte e cultura in Valconca"

Gino Valeriani, Giancarlo Frisoni, Daniele Cesaretti, Attilio Giusti: "Storia, arte e cultura in Valconca" Digitalprint Venerdì 20 ottobre 2023, alle ore 17,00, presenterò, assieme all’amico Oreste Delucca, nella sala riunioni della Biblioteca Comunale “Del Monte” nella sede di Taverna il volume curato da Gino Valeriani sulla Valconca. All’incontro interverranno il Sindaco di Montescudo-Monte Colombo Gian Marco Casadei, il Presidente dell’Unione Valconca Giorgio Ciotti, il Presidente del Consiglio Regionale Emma Petitti. Gino Valeriani, assieme ad Attilio Giusti, entrambi ottantaseienni, hanno voluto assemblare questo volume dedicato alla Valconca, dopo tante altre pubblicazioni fatte nel corso dei decenni su questo territorio. Pubblico la mia Introduzione al volume. Innumerevoli sono ormai i volumi dedicati alle singole realtà comunali della Vallata del Conca, edite nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ad iniziare da quello che ritengo il primo vero volume di storia di questo territorio: Carlo G. Vanni “L'estremo lembo della terra di Romagna. San Giovanni in Marignano e la bassa valle del Conca. Storia, economia, folklore ed appendici” (Giunti-Barbera, 1970). Ma molto poche sono le opere di sintesi disponibili per la conoscenza di questa area: il primo tentativo fu quello organizzato da Marcello Di Bella, allora Direttore della Biblioteca Comunale di Cattolica, con un ciclo di conferenze, le cui relazioni furono

Il libro di Gianfranco Miro Gori "Provinciali del mondo. Zavoli, Fellini e l’immaginario riminese"

Gianfranco Miro Gori "Provinciali del mondo. Zavoli, Fellini e l’immaginario riminese" AIEP Editore Il volume, presentato il 21 settembre il giorno del compleanno di Sergio Zavoli al Cinema Fulgor, in occasione delle iniziative promosse dal Comune di Rimini per il centenario della nascita del giornalista, e a tre anni dalla sua scomparsa il 4 agosto 2020, assieme al filmato diretto dal regista Mauro Bartoli “Il sole tramonta alle spalle”, pubblica le interviste integrali realizzate per il film di Bartoli. Raccontano di Zavoli e di Fellini Miro Gori, Pupi Avati e Gianfranco Angelucci. Inoltre viene pubblicata la lunga intervista che Gori fece a Zavoli, ampiamente usata poi nel film di Bartoli. Sergio è stato giornalista, scrittore, regista, poeta. “Qualcuno che ha rivoluzionato il racconto televisivo”. Nel preambolo al volume Gori scrive: dalle conversazioni con Sergio ho tratto “l’impressione che intravedesse in me – assieme ad altri di queste terre naturalmente – una sorta di legame con la ‘piccola patria’ da cui un tempo se n’era partito”. Perchè era qui che aveva lasciato gli amici della prima gioventù: Gino Pagliarani, Guido Nozzoli, Renato Zangheri, che pure loro comunque gireranno il mondo per le scelte professionali che avrebbero compiuto. Fellini e Zavoli sono due provinciali che da Rimini si

Le memorie del capitano Fermo Melotti saranno presentate a Riccione venerdì 6 ottobre

“Uragano”. Il comandante partigiano Fermo Melotti (1912-1964) La Piazza [caption id="attachment_427361" align="alignleft" width="1772"] La copertina libro. Nella foto Fermo Melotti (“Melotti”) il 25 aprile 1945[/caption] A 78 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale le famiglie Solfrini e Melotti, in memoria di Ilva Melotti in Solfrini (1941-2022), deceduta un anno fa a Riccione, hanno voluto editare questo diario del “mitico” comandante partigiano modenese Fermo Melotti, per tutti “Uragano”. Le foto che lo ritraggono in testa alla sfilata della vittoria il 25 aprile 1945 per le vie modenesi alla testa dei 15.000 partigiani in armi delle varie brigate testimoniano visivamente il ruolo e il prestigio acquisito sul campo di battaglia da “Uragano”. E’ una storia modenese, ma che ha un’appendice riminese perché la figlia Ilva si innamorò e sposò il riccionese Tiziano Solfrini. I diari sono sempre un racconto parziale e personale del soggetto narrante. Non sono certamente un documento storico verificato sui documenti e sullo svolgersi degli avvenimenti narrati. Sono però una testimonianza importante per gli storici per ricostruire storie e azioni di personaggi, in questo caso dell’antifascismo e della resistenza modenese. Questo diario di “Uragano”, fra l’altro, venne scritto da lui subito dopo la fine della guerra, nell’estate 1945, sulla base di appunti che

Il libro di Angelo Turchini «Per l’inventario dell’Archivio storico diocesano di Rimini "card. Giuseppe Garampi"»

Angelo Turchini «Per l’inventario dell’Archivio storico diocesano di Rimini "card. Giuseppe Garampi"» Il Ponte Vecchio Che cos’è un archivio? I dizionari dicono che per archivio si deve intendere una raccolta organizzata e sistematica di informazioni fissate su un supporto (cartaceo, digitale o altro). In secondo luogo, per estensione, con il termine archivio si designa anche l'ente che ha il compito istituzionale di tutelare e valorizzare un insieme di documenti e i locali destinati alla loro conservazione. Per un ricercatore avere accesso agli archivi è fondamentale. Tanto meglio se questi sono organizzati, hanno personale in grado di aiutarti, e tu possiedi le competenze per ricercare quello che ti serve. Il mestiere dell’archivista è basato non solo su una formazione scientifica concernente la conoscenza dei fondi a lui affidati e della specifica legislazione in materia di beni archivistici, ma anche su una comprovata competenza nella gestione dell’archivio. Tra i suoi principali compiti vi sono quelli di: raccogliere i documenti, selezionare i documenti (non tutto quello che viene prodotto deve essere conservato a lungo termine; si deve fare una cernita), conservare i documenti (è la volontà primaria dell'archivista), rendere accessibili i fondi (vuol dire non soltanto aprire l'archivio ma anche creare degli inventari, degli strumenti di ricerca). Angelo Turchini, classe 1948, già professore

Il libro di Alessandro Buda Hardy sui drammatici giorni della liberazione di Rimini nella sua totale distruzione

Alessandro Buda Hardy "Gli ultimi testimoni. Lo sfondamento della Linea Gotica sul Colle di Covignano". Rimini / settembre 1944 La Piazza “Tutto bruciato, tutto bruciato, c’erano rimasti solo i muri. Nell’aia c’era un cannone abbastanza grosso. Vicino al muro della casa c’era un camion, anche quello molto grosso con un mucchio di soldati, tutti morti, non so quanti erano, un’infinità. Era un cimitero, nell’aia, nella casa, nella stalla, dappertutto c’erano dei morti” (dalla testimonianza di Santina Bernabè). Il libro di Alessandro Buda ricostruisce le vicende vissute dalla popolazione del Colle di Covignano e zone limitrofe (Sant'Aquilina, San Martino in XX, Santa Cristina) nell’anno di guerra, dall’8 settembre 1943 al 20 settembre 1944, e i mesi del durissimo inverno del 1945. E’ un mondo di contadini, di mezzadri, di operai, di donne e di bambini che vengono travolti in quei mesi dalla violenza della guerra. Ma qui in quel periodo c’erano anche tanti “sfollati” che avevano cercato rifugio per sfuggire ai bombardamenti che da fine 1943 avevano incominciato a seminare morte e distruzione nei quartieri della Città. (“I fuoriusciti dalla città di Rimini e sparsi per il Covignano, qui riparati nelle numerose grotte tufacee od in transito per San Marino, erano sempre più numerosi”). E sul Colle,

Flavio Marchetti "I diari della memoria" (6 volumi) Silver Books Edizioni Flavio Marchetti, misanese, classe 1951, si occupa di fotografia dal 1972. Ha collaborato con agenzie e riviste italiane e straniere. Ha viaggiato in oltre settanta paesi del mondo, collaborando con i più noti tour operator italiani, europei e del medio ed estremo Oriente. Negli ultimi vent’anni alla fotografia sociale e pubblicitaria ha affiancato quella di ricerca creativa unendo alle tradizionali tecniche analogiche, altre modalità legate al trattamento dei materiali digitali. Ha pubblicato una ventina di libri di fotografie. I suoi lavori sono stati esposti e pubblicati in Italia, Europa, Stati Uniti e Medio Oriente. Nel 1990 ha fondato la Silver Books Edizioni che si occupa prevalentemente di pubblicazioni d’arte contemporanea. Nel 2008, per la sua casa editrice, ha editato i 3 volumi su “Misano Adriatico. Per non dimenticare com'eravamo (1900-1970)”: sua la ricerca fotografica, mentre i testi e didascalie sono di Claudio Baschetti. Nel 1° volume le cartoline, nel 2° volume le fotografie, nel 3° cartoline e foto sul turismo (1920-1970). Nel 2011 mostra e catalogo “Alcuni di noi”, 100 immagini di personaggi riminesi, più o meno illustri. Il primo scatto è a Giorgio Conti, il 18 agosto del 2007. Il 18 agosto 2011 chiude

Le poesie in dialetto di Teodorani "S’un fiòur tra i cavell - Con un fiore tra i capelli"

Annalisa Teodorani: "S’un fiòur tra i cavell Con un fiore tra i capelli" Youcanprint Annalisa è nata nel 1978 e vive a Santarcangelo di Romagna. Lavora ormai da anni in una cooperativa culturale che gestisce servizi bibliotecari nelle strutture della Provincia di Rimini. Ha esordito giovanissima nel 1999 con la raccolta di versi in dialetto romagnolo “Par sénza gnént” (Per nulla) (Edizioni Luisè). L’anno dopo arriva seconda all’8° Concorso di poesia dialettale “Giustiniano Villa” di San Clemente con la poesia “Merz” (… U m ciapa pién una voja nova / un nonsochè / cmè ad campè dabon / voja ad lasè pann vécc’, lóibri … - Mi prende piano una voglia nuova / un nonsocosa / come di vivere fino in fondo / voglia di lasciare panni vecchi, libri …). Seguiranno poi la raccolta “La chèrta da zugh” (La carta da gioco”) (Il Ponte Vecchio 2004), “Sòta la guàza” (Sotto la rugiada) (Il Ponte Vecchio 2010), “La stasòun dagli amòuri biénchi” (La stagione delle more bianche) (Carta Canta Editore 2014). E’ considerata l’erede di Giuliana Rocchi e, in generale, dei grandi poeti della Scuola di Santarcangelo: Tonino Guerra, Gianni Fucci, Antonello Baldini e Nino Pedretti. In tanti anni non ho mai recensito alcun libro di Annalisa: suoi volumi nell’ultimo decennio non ne sono usciti. Ora questa

Gli ultimi due libri di Armando Semprini sulla Perla Verde

Armando Semprini: "Riccione nell’Ottocento. La nascita del mito" "Don Carlo Tonini e la Chiesa di San Martino" La Piazza Credo che siano ben poche le città che nel corso degli ultimi decenni siano state sottoposte ad una così accurata ricerca documentaria e fotografica come Riccione. A questo hanno provveduto una serie di autori, spesso più collezionisti che storici, come Giancarlo D’Orazio, Giuseppe Lo Magro, Manlio Masini, Roberto Mignani, Gimmi Monaco, Fosco Rocchetta, Dante Tosi. Armando Semprini fa parte, a pieno titolo, di questo gruppo. Essi hanno sfogliato ogni giornale, pubblicazione, testo scritto in cui vi era la parola Riccione; hanno guardato gli archivi storici che contengono le carte su Riccione; hanno raccontato le biografie dei più importanti protagonisti della storia riccionese (da don Carlo Tonini a Maria Boorman Wheeler in Ceccarini, dal conte Giacinto Soleri Martinelli a Emilio e Sebastiano Amati, al prof. Felice Carlo Pullè); hanno collezionato con amore ogni immagine possibile esistente su Riccione. E hanno raccontato, cronachisticamente, la storia della vita secolare del Comune di Riccione, dalla sua nascita nel 1921 ad oggi; ma anche dei decenni precedenti del secolo diciannovesimo. Questo volume di Semprini, “Riccione nell’Ottocento”, vuole essere il primo di una terna che va dall’Ottocento al 1950. In maniera ordinata, e

I vincitori del XXXI concorso di poesia dialettale "Giustiniano Villa" di San Clemente

Cumited “Com una volta” – San Clemente “Giustiniano Villa. XXXI concorso di poesia dialettale" La Piazza Nel 2022 il Premio Giustiniano Villa ha festeggiato il trentesimo compleanno. Nel corso degli anni ho avuto il piacere di segnalare più volte la pubblicazione della raccolta delle poesie e delle zirudele del Premio (nel 2016, nel 2017, nel 2019, nel 2021). Lo avrei fatto molto volentieri anche per l’edizione del trentennale (un traguardo importante per un premio letterario), ma purtroppo il volume l’ho recuperato solo ora, quando è ormai uscito quello della trentunesima edizione di cui scriverò fra poco. Voglio però elencare i vincitori del Premio 2022: per la poesia la giuria, guidata come sempre da Piero Meldini, ha assegnato la vittoria a Lucia Baldini di Lugo (“I en” – Gli anni); al secondo posto l’imolese Augusto Muratori (”Avrèb smanèm” – Vorrei spogliarmi); al terzo posto la santarcangiolese Germana Borgini (“Tl’aria cèra” – Nell’aria chiara). Vincitore nella sezione zirudeli Franco Ponseggi di Bagnacavallo (“E’ cumes” – Il commesso). Ha scritto Meldini nell’introduzione al volume dell’edizione 2022: “Nel 1993, quando nacque il premio, la poesia in dialetto romagnolo si poneva già tra le esperienze più lucide, coerenti e innovative della poesia italiana della seconda metà del Novecento. I nomi