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Luciano Liuzzi, Pier Giorgio Pasini: "Nel Tempio. Immagini e volti: l’interno della Cattedrale di Rimini nelle fotografie di Luciano Liuzzi" - Pazzini. Rimini è bella. Anche se troppo spesso siamo portati a trasformare in macigni i tanti problemi che ci sono. Però sfogliando il libro fotografico di Luciano Liuzzi dedicato al Tempio Malatestiano comprendiamo che cos’è la bellezza e perché Rimini, anche grazie alla costruzione di Leon Battista Alberti, sia bella. Gli innumerevoli volumi usciti in questi ultimi anni dedicati a Sigismondo Pandolfo Malatesta e alla sua famiglia (che ho ampiamente segnalato in questa mia piccola rubrica libraria) dedicano tutti ampio spazio al Tempio. Ne voglio richiamare però tre che mi hanno colpito: il primo è quello di Pier Giorgio Pasini “Tempus Loquendi Tempus Tacendi. Riflessioni sul Tempio Malatestiano. 1969-2017” edito da Minerva nel 2019; il secondo è “L’umanesimo cristiano del Tempio Malatestiano. Percorsi di riscoperta artistica, teologica e sapienziale” a cura di Johnny Farabegoli e Natalino Valentini edito sempre da Minerva nel 2018; il terzo è quello realizzato da Erica Angelini – Elena Savini per i piccoli lettori “Sigismondo e gli influssi della Luna. Un viaggio fantastico nella Cappella dei Pianeti” edito da Maggioli nel 2022. Quelle riflessioni contenute in quelle pagine

Il libro di Grazia Bravetti Magnoni dedicato al cantastorie dialettale dell'Ottocento

Il libro di Grazia Bravetti Magnoni dedicato al cantastorie dialettale dell'Ottocento

Francesco Gabellini: "Ogni ferita" - Scatole parlanti. E’ questa la prima opera narrativa di Francesco Gabellini, una delle voci oggi più rilevanti della poesia in dialetto romagnolo (autore di sei raccolte poetiche, l’ultima delle quali, “Nivère”, pubblicata da Raffaelli nel 2021). Gabellini a settembre 2022 è risultato vincitore nazionale del prestigioso Premio Pascoli nella sezione della poesia edita in dialetto bandito da SammauroIndustria. Ma è anche autore teatrale: con il monologo in dialetto romagnolo “L’ultimo sarto” è stato finalista nel 2005 del Premio Riccione per il teatro; nel 2010 e 2011 il monologo “Detector” è stato portato in scena dall’attore Ivano Marescotti in vari teatri d’Italia. Nel 2016 ha pubblicato il libro che raccoglie cinque suoi monologhi, sempre in dialetto romagnolo, dal titolo “Zimmer frei” edito da Il Vicolo Editore di Cesena. “Ogni ferita” tratta di una vicenda ambientata negli anni Sessanta, in una città del Nord Italia. La storia di un amore impossibile, dove i giovani protagonisti, in dissidio con le famiglie d’origine che non sono state in grado di superare le divisioni del passato e gli orrori della guerra, si trovano a fare i conti con una pesante eredità, una sorta di debito da pagare al passato, ai propri padri, che

190 immagini delle 4mila raccolte dal morcianese in "Storie da cartolina. Uno sguardo sulla modernità. Rimini 1895-1960" A cura di Nadia Bizzocchi, Oriana Maroni edito dalla Biblioteca Civica Gambalunga

190 immagini delle 4mila raccolte dal morcianese in "Storie da cartolina. Uno sguardo sulla modernità. Rimini 1895-1960" A cura di Nadia Bizzocchi, Oriana Maroni edito dalla Biblioteca Civica Gambalunga

"Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922" A cura di Andrea Baravelli - Pendragon. La rete degli Istituti storici della Resistenza dell’Emilia-Romagna ha edito questo volume sulla nascita del fascismo nella nostra Regione. Lo ha fatto dedicando ad ogni provincia un saggio specifico che ha messo a fuoco lo stato delle ricerche e delle conoscenze delle vicende su quel dato territorio. Le vicende di Rimini sono state raccontate dal giovane ricercatore storico riminese Filippo Espinoza che ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Trento nel 2017, occupandosi della storia del Mediterraneo nel XX secolo, con particolare attenzione all'esperienza e all'eredità del fascismo italiano nelle isole greche del Dodecaneso. Sono una quindicina i saggi del volume che esplorano il breve lasso temporale 1919-1921, documentando i risultati delle consultazioni politiche dei principali comuni di quegli anni, delle amministrative del 1920, e censendo tutti gli episodi di violenza riportati nelle cronache locali e nei rapporti di polizia conservati presso l’Archivio Centrale di Stato. Tutti questi dati, suddivisi per provincia, sono stati caricati sul portale www.originifascismoer.it a disposizione di studenti e ricercatori storici. Giulia Albanese apre il volume con una approfondita ricerca su “La storiografia sulle origini del fascismo” e mette a fuoco

Pietroneno Capitani: "Io. Giovanni Piccioni. Una vita da brigante" Libri dell’Arco. Ancora il brigante Giovanni Piccioni per la penna di Pietroneno Capitani. Nel romanzo “Le ultime ore di Civitella. Con il brigante Piccioni alla ricerca dell’amore” (Primiceri Editore, 2020) la storia di Piccioni costituiva lo sfondo storico in cui era ambientato la ricerca della propria donna da parte di Vincenzo Leone, il protagonista del racconto, durante l’assalto dei piemontesi all’ultimo baluardo borbonico/papalino, la fortezza di Civitella, al confine tra Marche e Abruzzo, a fine marzo 1861. In questo nuovo libro di Capitani invece troviamo Piccioni incarcerato dai piemontesi nel forte Malatesta ad Ascoli: “Mi hanno portato qui, a me, Giovanni Piccioni, capo dei cosiddetti briganti, dopo che mi hanno arrestato a San Benedetto. Prima mi hanno riempito di botte, mi hanno interrogato e poi, dentro un carro coperto, incatenato e dolente, mi hanno portato qui e messo in questa cella nascosta, stretta, chiusa da due porte, ben guardato per evitare ogni tentativo di fuga”. E attraverso un racconto autobiografico (romanzato ma non troppo) ci viene narrata la sua storia: “Questo carcere lo ha voluto il Papa. Fino a qualche anno fa era pieno, oltre che di delinquenti comuni, di repubblicani o liberali, sì,

Fosco Rocchetta: "Augusto Tamburini (1848-1919) Illustre psichiatra e presidente della Pro Riccione" - La Piazza. Fosco Rocchetta continua con questo volume la sua personale costruzione del pantheon riccionese, composto dalle persone illustri nate o vissute a Riccione fra fine Ottocento e la prima metà del Novecento. Dopo, solo per citare le ultime opere edite di Rocchetta, il direttore d’orchestra e violinista Max Springher, dopo lo storico della marina Camillo Manfroni, questa volta è il turno di Augusto Tamburini (1848-1919), tra i primi e più importanti psichiatri italiani. Tamburini per oltre trent’anni visse per lunghi periodi a Riccione e qui morì il 28 luglio 1919. Nato ad Ancona il 18 agosto 1848, si laureò in medicina a Bologna nel 1871. Nel 1876 divenne incaricato dell’insegnamento di psichiatria e clinica psichiatrica presso l’Università di Pavia. Direttore dal 1877 del Manicomio di San Lazzaro a Reggio Emilia che, in poco tempo, ne fece uno tra i laboratori più autorevoli della psichiatria italiana. Direttore della “Rivista sperimentale di freniatria” (dal 1877 al 1919). Nel 1883 venne nominato professore ordinario di psichiatria e clinica psichiatrica a Modena e dal 1890 al 1910 ricoprì l’incarico di presidente della Società freniatrica Italiana. Nel 1906 si trasferì presso la clinica universitaria di Roma. Fondamentali i suoi studi di valutazione dei servizi psichiatrici italiani. Fu Tamburini, insieme ad altri

Il 6 agosto 1972 il circuito venne inaugurato con la partecipazione di Enzo Ferrari, il libro a cura di Marco Montemaggi che ne celebra i 50 anni

Il 6 agosto 1972 il circuito venne inaugurato con la partecipazione di Enzo Ferrari, il libro a cura di Marco Montemaggi che ne celebra i 50 anni

Stefano Lunedei: "Noi, che sprechiamo dolore" - Raffaelli. Che splendido libro ha scritto Stefano Lunedei. Da leggere tutto d’un fiato, anche se sono quindici racconti con storie diverse. I protagonisti sono tutti dei perdenti, colti nell’attimo della loro fine o della possibile redenzione (non certa). Scrive Fabio Orrico nel presentare il libro: “Spesso il set su cui prende corpo l’azione di queste storie è la famiglia, colta nell’attimo immediatamente precedente al suo sfaldarsi o messa in scena quando il vulnus è già parte del vissuto. La famiglia e l’amore che l’ha costituita è, come sempre quando si parla di istituzioni concentrazionarie, anche un luogo privilegiato in cui esercitare rapporti di forza; quindi, scriverne diventa fatalmente anche uno studio sul potere. Gli uomini e le donne di Lunedei tendono a fuggire, voltando le spalle a ciò che forse converrebbe affrontare di petto (…). ‘Noi, che sprechiamo il dolore’ racconta il conformismo come sottofondo morale di una classe in cui è facile riconoscersi”. E già, questo è quello che il lettore rischia di fare: identificarsi nei protagonisti di queste storie. Ne “I fiori del convolvolo” il dolcissimo Mattia, malato della sindrome di Asperger, una patologia pervasiva dello sviluppo, appartenente alla categoria dei disturbi dello spettro autistico (di cui

Grazia Nardi: "Bonviàz. Cronache famigliari dalla Rimini del dopoguerra" - Panozzo. Un libro molto bello, ma di una tristezza infinita. Grazia ci riporta ancora una volta nella Rimini degli anni ’50, in Città, dove un proletariato misero campava alla giornata, sbarcando il lunario come meglio poteva. E per raccontarci di queste persone lo fa, come ricorda Piero Meldini nella sua prefazione, con “Detti, proverbi, sentenze, motti, facezie, epiteti, frasi fatte che non di rado, col passare degli anni, il progressivo abbandono dell’uso ha portato a smarrirne il significato”. “Bonviàz”, non è proprio il seguito al libro di esordio della Nardi, “Armidiè” anche questo edito da Panozzo nel 2021, ma il contesto è quello, ovvero di una famiglia dialettofona di modesta condizione che negli anni Cinquanta e Sessanta abitava nel centro storico di Rimini, e ovviamente, era la sua famiglia. Sempre Meldini: “Ripercorriamo così le precise circostanze in cui si usava questo o quel detto, e da quale membro della famiglia di preferenza, e con quali intenzioni e sfumature”. E prosegue: “Questo è un libro di voci: le voci degli uomini e delle donne, le voci del mercato e dei mestieri, le voci delle strade e le voci della casa: la voce della nonna, quella

"Storia di San Marino: Medioevo / Età Moderna e contemporanea / Novecento e tempo presente" A cura di Luca Gorgolini e Stefano Pivato - Bookstones. Un gran bel libro di storia che ci racconta delle vicende e dei personaggi sammarinesi lungo duemila anni. Scrivono i curatori in premessa: “Il libro è frutto di una collaborazione fra storici di lungo corso e giovani ricercatori che si sono formati nella Scuola Superiore di Studi storici dell’Università di San Marino”. E proseguono: “Solitamente la scrittura di un manuale è opera di un singolo studioso. In questo caso, la scelta è stata differente e la stesura del testo è stata affidata a quindici autori, le cui diverse formazioni e competenze hanno consentito di cogliere, nell’arco dei secoli, una serie di vicende che si sono sempre più interconnesse fra di loro e la cui indagine poteva essere svolta soltanto da chi coltiva saperi che non sempre sono considerati fra le discipline storiche”. E’ da questo che bisogna partire per scrivere la storia di un piccolissimo paese (poco più di 50 kmq) incastonato nel mezzo dell’Italia. Il notevole saggio di apertura di Tommaso di Carpegna Falconieri (“L’età medievale. Secoli VI-XV”) è questo che ci dice: “La storia di

Marco Missiroli: "Avere tutto" - Einaudi. Ho segnalato e recensito nel corso di tanti anni centinaia di volumi su tematiche locali o di autori riminesi. Ma non so perché finora sono stato lontano dai libri di Marco Missiroli, pur avendone letti alcuni: riminese ma che vive a Milano, classe 1981, scrittore e giornalista (scrive di temi culturali su Il Corriere della Sera), Sigismondo d’Oro del Comune di Rimini nel 2019. Forse perché troppo incensato e celebrato, a prescindere. Mi sono convinto a dedicargli una mia segnalazione (per quel poco che vale) non dopo aver letto il suo penultimo libro, “Fedeltà”, vincitore del Premio Strega Giovani nel 2019, ma dopo aver visto quest’anno su Netflix a marzo la sua riduzione in una serie TV in sei puntate da 30’ ognuna: un prodotto interessante, grazie ad un ottimo cast di attori (Michele Riondino e Lucrezia Guidone i due attori protagonisti) e a una solida sceneggiatura, anche se alcuni personaggi del libro sono finiti sotto traccia. Questo mi ha portato ad attendere il nuovo volume, già annunciato, “Avere tutto”, con curiosità. E' il suo settimo romanzo: il primo fu “Senza coda” (Fanucci, 2005, riedito da Feltrinelli nel 2017), seguito da “Il buio addosso” (Guanda, 2007), “Bianco”