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"1922 il treno a Mercatino Marecchia. 1922-2022 Centenario dell’inaugurazione della Ferrovia a Mercatino Marecchia" Con testi di Gian Guido Turchi, Ido Rinaldi e Roberto Renzi - Comune di Novafeltria. Il destino delle linee ferroviarie secondarie riminesi fu per tutte uguali: nel dopoguerra l’avvento della motorizzazione di massa, alla fine degli anni ’50, ne decretò la morte. Così fu anche per la linea Rimini-Mercatino Marecchia (dal 1941 Novafeltria) che, a fianco della strada provinciale Marecchiese, correva su binari trasportando passeggeri e merci. Il Comune di Novafeltria, a fine giugno, ha voluto celebrare i cento anni dell’avvio dell’attività di questa ferrovia nel 1922. La storia delle sue vicende è stata già raccontata da chiamamicitta.it nel suo “Almanacco quotidiano” nel pezzo “18 giugno 1922 – Completata la ferrovia Rimini-Novafeltria”, a cui rinviamo. In occasione del centenario è stata prodotta una piccola pubblicazione da parte del Comune di Novafeltria che raccoglie alcuni testi sul tema di studiosi già editi in altri volumi ed una selezione di splendide immagini. E’ possibile, ci è stato detto, richiederla alla Biblioteca Comunale di Novafeltria (fino ad esaurimento). Il Sindaco Stefano Zanchini, da tempo alle prese assieme ai suoi colleghi degli altri comuni della vallata con i gravi problemi viari legati al traffico

Maurizio Maria Taormina: "8tanta Rimini. A spasso con Tondelli" - Bookstones. Pier Vittorio Tondelli nasce a Correggio (in provincia di Reggio Emilia) il 14 settembre 1955 e qui muore il 16 dicembre 1991, all’età di 36 anni, di AIDS. Giornalista, scrittore, raggiunge il successo con il suo primo libro “Altri libertini” (Feltrinelli, 1980), all’età di 25 anni. A questo seguiranno “Pao Pao” (Feltrinelli, 1982), “Rimini” (Bompiani, 1985) e, ultimo, “Camere separate” (Bompiani, 1989). Quando uscì in libreria “Rimini” (a fine maggio 1985), la critica lo accolse freddamente, mentre il successo delle vendite (oltre 100.000 copie in pochi mesi) testimoniò del grande interesse che si accese attorno a questo libro. Il volume era stato presentato al Grand Hotel di Rimini il 5 luglio 1985. La storia racconta che il giovane giornalista milanese Marco Bauer, nell’estate del 1983, venne spedito a Rimini dal direttore del suo quotidiano nazionale a dirigere per due mesi il supplemento estivo “Pagina dell’Adriatico”. Anche se per Bauer “Rimini era semplicemente una espressione geografica, simbolo di vacanze a poco prezzo, confusione, intasamento”. Attorno a Bauer Tondelli costruirà un insieme di storie (l’antiquaria tedesca alla ricerca della sorella, un sassofonista innamoratosi di una moglie in vacanza, due giovani cineasti alla ricerca di

Giuseppe Lo Magro: "I Mussolini, Riccione, i Riccionesi. Le vacanze della famiglia del Duce nella “Perla Verde”"- La Piazza “E’ una raccolta di fatti accaduti a Riccione negli anni che vanno dal 1926 al 1943, legati alle vacanze estive della famiglia Mussolini. Pura cronaca del coinvolgimento di Riccione e dei riccionesi con ospiti tanto illustri per lavoro, interesse, amicizia, obbligo, opportunità. C’è chi si è trovato a suo agio, chi si è adattato, chi si è ribellato, chi è caduto in disgrazia”. Giuseppe Lo Magro, riccionese doc, classe 1945, storico presidente de la “Fameja Arciunesa” per 18 anni, autore di una quarantina di libri di storia locale e sul dialetto, autore di tutte le commedie dialettali portate in scena dalle Compagnie “I Arciunis”, “L’Almadira” e la “Rungaja” dal 1978 ad oggi. Con questa sua nuova pubblicazione Lo magro ci racconta cronologicamente la presenza del Duce e della sua famiglia per una ventina d’anni a Riccione. Mussolini, nato nel 1883, fa la sua prima comparsa nella cittadina romagnola nel 1911, quando ancora era solo una frazione di Rimini, nelle vesti di dirigente socialista. Il 28 ottobre 1922, subito dopo la Marcia su Roma dei fascisti, Mussolini divenne Capo del Governo. Tra i suoi primi atti

Roberto Renzi: "Il filobus delle vacanze. Storia della filovia RIMINI-RICCIONE" - Pagina. Il filobus della linea 11 Rimini-Riccione compie quest’anno 95 anni di vita. Il collegamento tramviario era stato effettuato nel 1927, quando fu completato il prolungamento a Riccione della tranvia urbana di Rimini, elettrificata sei anni prima sul percorso della primitiva tranvia a cavalli, risalente al 1887. Il 23 novembre 2019 è stato inaugurato Metromare, dopo un iter amministrativo e realizzativo lunghissimo: l’idea era stata presentata alla giornata di studio promossa da ATAM dal suo Presidente, l’ing. Ercole Fabbri, sui sistemi innovativi per la metropolitana leggera il 17 gennaio 1990. E’ questo l’arco temporale in cui si sviluppa la storia del “filobus delle vacanze” raccontata da Roberto Renzi, riminese, classe 1953, dipendente prima di ATAM e poi di TRAM, e dal 2001 occupato negli enti regolatori del trasporto pubblico locale, con funzione di programmatore dei servizi, sino al suo pensionamento nel 2020. Anticipando le sue conclusioni: “Il futuro della linea 11 Rimini-Riccione è tuttora incerto”. I consistenti lavori nel territorio riminese legati al progetto “Parco del Mare” potrebbero avere pesanti ricadute sull’asse viario percorso dalla filovia. Dopo quasi cent’anni è in corso dunque una ampia riflessione se, e come, far proseguire o meno

Angelo Maggioli: "Fantastica gioventù. ‘Chi burdlaz’ degli anni ‘60" - La Piazza. “Chi burdlaz” di Marina Centro (o forse meglio di Viale Trieste) degli anni ’60 raccontati in questo volume io li ho conosciuti quasi tutti, dopo: una differenza di età di alcuni anni, una scelta scolastica diversa dalla maggioranza di loro, ma soprattutto l’impegno politico a partire dai primi anni ’70 hanno diviso una nostra possibile storia comune. Delle vicende narrate fa invece piena parte mio fratello Giorgio, presente in diverse fotografie e coprotagonista di diversi episodi narrati. Chi racconta le tragicomiche avventure di questo gruppo di scalmanati fra la seconda metà degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70 è Angelo Maggioli, classe 1950, ragioniere, figlio di genitori gestori allora di un negozietto di frutta e verdura a fianco della discoteca Embassy, “dove passava il mondo”. Gli amici, “tanti, tantissimi, parte integrante, preponderante e fondamentale della mia vita, tutti nati dal 1948 al 1952”. Tutti gravitavano su Viale Trieste e il Bar Atlantico, “luogo di ritrovo per eccellenza, teatro indiscusso della nostra giovinezza e fucina di tutte le nostre zingarate”. Il mondo in quegli anni stava cambiando, una lunga età di transizione durata quasi un decennio. Lotte sociali, conquista

Lorenzo Scarponi: "Gnént" - Pazzini. Gli ultimi mesi sono stati pieni di soddisfazioni per Lorenzo Scarponi, classe 1956, attore e poeta dialettale romagnolo. Ma per essere più precisi, visto che Lui ci tiene tanto, di Bordonchio, la frazione campagnola di Bellaria-Igea Marina (si veda la mia recente recensione al volume di Leonardo Neri “San Martino di Bordonchio. Itinerari storici di periferia” (Il Ponte, 2021). L’uscita di questo suo ultimo libro, “Gnent”, è stato salutato dalla critica con ottime recensioni (a incominciare da quella di Paolo Borghi su “La Ludla” n. 6 di giugno 2022, la rivista dei puristi dialettali romagnoli ravennati). Ha scritto Borghi “quest’ultima raccolta di Scarponi sembra rivolgersi al lettore, affinchè, magari anche da singole strofe, tragga personali motivi di partecipazione e autoanalisi”. Ma su questo tornerò un po’ più avanti. Scarponi ha vinto nel 2021 il 28° concorso di poesia dialettale “Giustiniano Villa” a San Clemente, il più vecchio concorso di poesia dialettale organizzato in Romagna, con "L’òiba" (L'alba). La sua straordinaria ed entusiasmante partecipazione, assieme a Lidiana Fabbri, il 5 luglio alla Rassegna “Sulle sponde del fiume” al Parco degli Artisti di Vergiano ha fatto sì che la sua poesia “E’ pòst” (La meta), contenuta in “Gnént”, sia finita

Roberto Garattoni: "Romagna romana. Cronache del Rubicone antico da Brenno a Giulio Cesare" - Pazzini. Roberto Garattoni è nato a Savignano sul Rubicone, classe 1944, ricercatore storico, autore di diverse pubblicazioni. In questo volume raccoglie il frutto di oltre mezzo secolo di ricerche sulla Romagna in età romana, da quando l’area riminese era “il limes romano, il confine sacrale, la fine dell’Italia romana e l’inizio di qualcos’altro” sino a quando Augusto portò il territorio nazionale al confine delle Alpi. I Galli Senoni occuparono la Romagna e l’intero territorio marchigiano dopo aver cacciato o sottomesso le popolazioni italiche attorno al 400 a.C., prima che la nascente potenza di Roma alla fine del II secolo a.C., con campagne di annientamento dei popoli gallici, operò la piena romanizzazione del territorio. La pubblicistica romana, “con chiaro intento di propaganda a discredito e spirito di rivalsa per le passate umiliazioni subite”, dipinge i Galli come “seminomadi come tutti i popoli della pianura, incapaci di governare ampi territori e di erigervi vere città, dediti alla caccia, all’agricoltura e alla pastorizia, ignari di scienza e di arte, inclinati alla guerra e alla rapina, avendo come unici beni riconosciuti il bestiame e l’oro che sempre si possono portare ovunque con

Leonardo Neri: "San Martino di Bordonchio. Itinerari storici di periferia" -  Il Ponte. L’ho già dichiarato più volte, in varie recensioni, che le storie di piccole comunità mi affascinano. E prendendo in mano questo volume mi aspettavo di trovarmi di fronte ad uno di questi lavori, dedicato a Bordonchio, una frazione del Comune di Bellaria-Igea Marina. Ma così non è, o meglio lo è solo in parte. Perché il lavoro di Leonardo Neri, classe 1945, insegnante per oltre trent’anni, consigliere comunale a Bellaria per la Dc dal 1980 al 1985, profondamente legato all’associazionismo cattolico e alla Parrocchia di Bordonchio, è anche molto altro: un bignami di quasi 400 pagine sulla storia del territorio riminese, dalla preistoria ai giorni d’oggi. E in mezzo Neri ci racconta anche storie, episodi, personaggi di Bordonchio. E lo fa, facendo sue, le parole di Sergio Zavoli che, riflettendo sulla storia, scrive: “Passo dopo passo, la Storia esige non di scrivere e leggere un compendio, ma di raccontare un passato che, a veder bene, non è mai passato del tutto, e di ragionarvi sopra come si fa per le cose che mettono in moto altre cose, continuamente. La Storia, insomma, non è un epitaffio, ma il racconto di

Erica Angelini – Elena Savini: "Sigismondo e gli influssi della Luna. Un viaggio fantastico nella Cappella dei Pianeti" - Maggioli. Questo libro per giovani dai 6 ai 10 anni nasce all’interno del progetto “Laboratori al Tempio” tenutosi nel 2020, promosso dall’Istituto superiore di scienze religiose “A. Marvelli” di Rimini, con il patrocinio della Diocesi di Rimini. L’obiettivo del laboratorio era quello di accompagnare bambini e ragazzi alla scoperta del Tempio Malatestiano, Basilica Cattedrale della città di Rimini. L’idea base di questo progetto “nasce dalla convinzione che sia fondamentale formare nei più giovani uno sguardo attento e sensibile sulla realtà che ci circonda e che costituisce la nostra identità. In questo senso il patrimonio culturale può diventare un prezioso strumento didattico per conoscere se stessi e il mondo”. Scritto da Elena Savini, archeologa medievale, che da oltre vent’anni si occupa di didattica dei Beni Culturali, e magnificamene illustrato da Erica Angelini, archeologa medievale e insegnante di lettere nella scuola secondaria, anche lei da oltre vent’anni impegnata come esperta nei laboratori didattici delle scuole e dei musei riminesi. Da sempre inventa, progetta e costruisce storie e personaggi per i suoi laboratori. Perché questo albo illustrato? Le autrici così rispondono: “Come l’opera d’arte, l’albo illustrato promuove quello

"Idee in circolo. Rassegna di fonti documentarie e fotografiche sulle case del popolo in Romagna" A cura di Tito Menzani - Homeless Book. Con la pubblicazione di questo volume si conclude il lungo lavoro di ricerca e di scavo negli archivi durato oltre tre anni per la conoscenza della storia delle case del popolo in Romagna che aveva già portato alla pubblicazione del volume curata da Tito Menzani e Federico Morgagni “Nel cuore della comunità. Storia delle case del popolo in Romagna” (Angeli, 2020). La ricerca è stata promossa e sostenuta dal Circolo Cooperatori, l’associazione culturale romagnola nata nel 1993 con il fine specifico di divulgare e promuovere i valori cooperativi (in www.circolocoop.ra.it nella pagina “Case del popolo della Romagna”, o anche nel sito www.casedelpopolo.it, tutte le informazioni e le fotografie di ogni casa del popolo censita; si veda anche il canale YouTube www.youtube.com/c/CircoloCooperatoriAPS). Grazie a questi lavori sono state censite 570 Case del Popolo in Romagna, storicamente esistite o ancora attualmente esistenti in tutto il territorio romagnolo. Di queste 330, ovvero il 57,9%, era di tradizione socialista o comunista. Poi le Case repubblicane con 223 esperienze, pari al 39,1%. Ed ancora le 5 cattoliche, pari allo 0,9%. Ed infine 12 non

Mario Tonini: "Inchent dla Valmarecia" - La Piazza. All’amico riccionese Mario Tonini non ho potuto negare ancora una volta due righe di presentazione scritte per questa sua nuova pubblicazione, dopo “Fantasia d’un burdel” uscito nel 2015 e “Per non dimenticare. Riflesion d’un cittadèn pursia (Riflessioni d’un cittadino qualunque). Coronavirus” uscito nel 2020. L’ho fatto con tutto l’affetto che porto al più “stagionato” dei bandisti riminesi: 84 anni portati ancora bene (anche se ultimamente qualche acciacco di troppo l’ha costretto a saltare alcuni concerti con le bande) ed in banda a Rimini dal 1952. La Banda di Rimini nacque nel 1828. Ma non solo Rimini, perché Mario da molti decenni suona anche per la Banda di Verucchio, nata nel 1835. Praticamente il suo strumento, il flicorno tenore, ha accompagnato l’attività delle due bande con più annate sulle spalle del territorio riminese. Questa sua nuova raccolta di versi, in dialetto e in italiano, sono comunque dedicati alla Valle del Marecchia e alla Città di Verucchio, un territorio che ha imparato a conoscere e ad amare girandolo in lungo e in largo con la Banda di Verucchio in occasione di ricorrenze civili, fiere, sagre nel corso di molti decenni. “Frequentando questo luogo sono rimasto favorevolmente colpito

Michele Marziani: "La cura dello stupore. Appunti sull’arte di cavarsela e star bene con se stessi" - Ediciclo. A distanza di qualche anno lo scrittore Michele Marziani torna su un tema a Lui caro, ovvero come riuscire a star bene con se stesso lontano dalla gente, dalla folla, preferendo una vita isolata in un piccolo borgo di montagna di 200 anime, sotto la grande vetta del Monte Rosa, in Valsesia. Tema già affrontato nel volume “Il suono della solitudine. Piccole storie da raccontare a te stesso” (Ediciclo, 2018). “Credo nell’epica dell’esistenza. Anche la mia solitudine non è altro che un tentativo di narrazione di una vita nella quale non sono mai riuscito a stare da solo, se non con me stesso”. Ma per riuscirci bisogna essere molto bravi, perché altrimenti la vita rischia di essere veramente triste e veramente brutta. Michele invece sembra aver raggiunto, superati i sessant’anni, un equilibrio stabile, che gli consente di passare il tempo facendo cose che ama, e che non hanno bisogno necessariamente di altre persone al suo fianco. Anche se così veramente non è. Perché sono gli amici che, alla bisogna, lo soccorrono e lo sostengono. “Sono un pensatore di particolari, di marginalità, cammino sottocoperta nella speranza di