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Da venerdì piogge e neve sulle cime più alte ma più da tardo autunno che da inverno

Se ci dovessimo limitare a chiosare come si stia comportando questa ultima parte l’inverno meteorologico, ci accorgeremmo senza alcun dubbio, che le condizioni atmosferiche sono state in gran parte influenzate dalla persistenza sull’Europa di una vasta bolla di aria calda. Una situazione che non ha nulla in comune con la stagione fredda. E ciò viene rappresentato dal fatto che dove non gravano nebbie e nubi basse vengono registrate delle temperature miti piuttosto insolite per il periodo. Una dimostrazione la si ottiene nell’andamento climatico dei dicembri e gennai degli ultimi anni, in quanto le perturbazioni atlantiche vengono costrette sempre più frequentemente a tirare i remi in barca di fronte a questi possenti anticicloni subtropicali: pieni di energia e quindi difficili da demolire in poco tempo. Anche in questo la nostra Regione non fa eccezione, e le rassegne di questi giorni ne danno prova. Fin quando insistono le robuste inversioni termiche, ristagna l’umidità e quindi fa più freddo in pianura anziché in montagna. Ma appena interviene il föhn in caduta dalle Alpi, e salta il tappo inversionale, l’alta pressione esibisce la vera natura della sua entità. Basterebbe questa circostanza per sottolineare la crescente anomalia che l’andamento favonico sta acquisendo negli inverni degli ultimi

Tra l'11 e il 12 febbraio previsto il ritorno di piogge e nevicate a quote elevate

Le temperature, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, sono previste in lento e graduale rialzo fino a venerdi 8 sabato 9 febbraio, sia nei valori minimi che in quelli massimi. Questo a causa di una ventilazione meridionale che potrebbe risultare già in riforzo a partire dalla giornata di martedì 6, per poi divenire più intensa al sopraggiungere dell'annunciata perturbazione. Peggioramento che in Emilia-Romagna dovrebbe avvenire non prima del prossimo weekend. In sostanza, la settimana nuova si presenterà in compagnia di queste correnti temperate sud-occidentali che determineranno sulla Regione un aumento della copertura nuvolosa, con nubi basse e stratificate in pianura, e la possibilità di deboli piovaschi lungo i rilievi del settore centro-occidentale. Mentre tra domenica 11 e lunedì 12 i venti meridionali lasceranno il posto a venti occidentali e quindi ad un clima più vicino alla norma, con il ritorno di piogge e nevicate. Quest'ultime inizialmente solo a quote relativamente elevate. Per maggiori dettagli e una conferma di questa tendenza seguite gli aggiornamenti dei prossimi giorni. Roberto Nanni   • Tecnico Meteorologo AMPRO Meteo Professionisti • Certificato dal World Meteorological Organization DTC-TMT-004-19 • Divulgatore scientifico • Consulente ambientale 🌐 https://meteoroby.co

Ancora temperature elevate senza piogge o nevicate almeno fino alla seconda decade di febbraio

Il freddo sulle pianure del Nord, la nebbia, lo smog e le temperature miti in montagna fanno parte degli stessi effetti che dal 23 gennaio contraddistinguono l’Anticiclone. Una tenace figura atmosferica che continua a dettar legge su mezza Europa e che ,tenendo sotto scacco le sorti del tempo, sarà la protagonista indiscussa anche del meteo dei prossimi giorni sul nostro Paese. Ciò significa che piogge e nevicate saranno pressoché assenti, se non quelle prodotte localmente dalle nebbie in Pianura Padana, e le perturbazioni più importanti si limiteranno a sfiorare l’arco alpino, portando solo un temporaneo indebolimento dell’alta pressione. Sebbene la situazione generale non cambierà di molto, questo lieve cedimento favorirà il transito di nubi alte e nebbie meno diffuse fino a venerdì 2, con quest’ultime che dovrebbero rimanere contenute nelle aree lungo il Po durante le ore più fredde del giorno. Tale scenario resterà invariato fino almeno i primi giorni della prossima settimana, anzi nel weekend osserveremo un ulteriore rinforzo della stabilità atmosferica con temperature massime che in montagna subiranno un deciso aumento, quando saranno possibili picchi pomeridiani da inizio primavera. Lo zero termico salirà fino a 3000 anche 3500 metri spingendo i valori decisamente oltre la norma del periodo di

In certe zone PM10 il doppio del consentito e la pessima qualità dell'aria incide sui fenomeni meteorologici

In giorni come questi dove la lunga stasi meteorologica la fa da padrone, è lecito chiedersi il motivo per cui si verifichino tutte quelle manifestazioni invernali che potrebbero far pensare a una piena attività meteorologica. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, una combinazione di totale quiete e notti limpide facilitano la dispersione di calore in atmosfera, creando i presupposti che si possano verificare, in Pianura Padana, quella particolarità di effetti riassunti sotto al nome di “inversione termica”. Può sembrare strano ma, sentir freddo in Pianura Padana, anche in presenza di un possente anticiclone che i mass media hanno contribuito a portare alla ribalta con l’appellativo di una divinità greca, è più che normale. Così questo vasto campo di alta pressione che sembra voler dominare più le scene mitologiche che quelle meteorologiche, è comunque in grado di portare gli infausti effetti del freddo invernale nei bassi strati pur essendo alimentato da aria prevalentemente mite in quota attraverso, per l’appunto, il processo di inversione. Un po' come avviene durante la stagione invernale sulle steppe russo-siberiane, nelle pianure degli States e, in misura minore nei Bassipiani europei, anche la ValPadana nel suo piccolo è in grado di prodursi il freddo in casa propria. E lo

Temperature massime fino a 13° e anche 18° C

I giorni della merla sono quelli che per tradizione coincidono con gli ultimi tre di gennaio, il 29, 30 e il 31, e quelli in cui, sempre secondo folklore popolare, si dovrebbero raggiungere le temperature più basse di tutto l’inverno. Sull’origine della credenza esistono varie leggende che traggono le loro radici nel mito di Demetra e Persefone, alcune delle quali concordano sulle basi di partenza e divergono negli esiti, altre totalmente differenti tra loro. Una di queste, e forse tra le più popolari, vuole che i giorni della merla siano in grado di prevedere quanto durerà l’inverno, in base alle temperature registrate proprio in questi ultimi tre giorni di gennaio. Se i giorni della merla si rivelano effettivamente freddi, la primavera sarà calda e ci sarà bel tempo; al contrario, se presentano delle temperature più miti, la primavera sarà più lenta ad arrivare e si manterrà fredda. Ma c’è un fondo di verità dietro queste credenze? Sebbene esista una sostanziale diversificazione dei periodi più freddi dell’anno tra Nord, Centro e Sud Italia e dell’entità stessa del freddo possiamo affermare che, mediamente, il periodo statisticamente più freddo dell’anno in Italia è quello compreso tra il 15 gennaio e il 15 febbraio. L’idea che siano

L'inquinamento è uno dei componenti che incrementa le caligini che a loro volta raddoppiano la tossicità del particolato

Fra tutti i fenomeni meteorologici più caratteristici  dell'inverno, la nebbia è senza dubbio quello più suggestivo. In sostanza è una nuvola ad altezza del terreno che si forma in seguito alla condensazione del vapore acqueo. Dal "bel tempo" trae le origini, poichè quando c'è alta pressione il suolo si raffredda molto più velocemente, e così nell'aria, se c'è abbastanza umidità (80-90%), si raggiunge il punto di rugiada e si formano delle miniscole goccioline in sospensione (drizzly). Ma per ottenere la nebbia, oltre a una situazione meteorologica statica con assenza di moti verticali, occorre anche la presenza di particelle solide. Questi nuclei di condensazione possono avere origine naturale (pollini, polveri tra 3 e 20 micrometri) oppure, per la maggior parte, umana. Industrie e trasporti alimentati con i combustibil fossili, impianti di riscaldamento a gas, generano, oltre ai composti del carbonio (CO, CO²), inquinanti come i composti dello zolfo, il biossido di azoto, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e, in primis, il particolato fine (PM): meglio conosciuto come polvere sottile, che per altro è la forma ritenuta più pericolosa per la salute umana quando la sua concentrazione supera certi limiti. Sebbene la quantità di smog (dall'inglese smoke+fog cioè inquinamento + nebbia) sia calato

Temperature di10-15 gradi a 1500 metri ma in pianura nebbia e inquinamento

Anche nell’ultima parte del weekend proseguirà la fase stabile, asciutta e insolitamente mite che da alcuni giorni viene garantita dalla presenza di un robusto campo di alta pressione che insisterà su gran parte del nostro Paese. Una configurazione dai canoni prettamente tardo primaverili che contribuirà a mantenere lontane le piovose perturbazioni e distanti le fredde correnti almeno per tutta la prossima settimana, mandando completamente in letargo l’inverno. Sopratutto in montagna, dove la stagione più fredda dell’anno, se non fosse per il livello dello zero termico alle stelle, statisticamente si posizionerebbe al massimo del suo splendore. Tuttavia, se da una parte l’unico aspetto negativo che questa eccezionalità possa comportare fosse quella di ottenere un clima decisamente gradevole, che paradossalmente non sarebbe poi così male, d’altra parte il debole soleggiamento che ci accompagnerà verso la fine di gennaio verrà prontamente sostituito in Val Padana da cieli sempre più grigi: contraddistinti da nebbie diffuse e localmente molto fitte che con il passare delle ore si estenderanno fin lungo i settori adriatici. L’insistenza di queste masse d’aria subtropicali sul Mediterraneo e l’Europa, denominate per l’appunto “super anticicloni” scaccia inverno, non sono solo in grado di stravolgere gli equilibri termici portando delle condizioni marcatamente anomale per

Quanto ci costa il cambiamento climatico e come affrontarlo

L’accelerazione con cui avvengono i cambiamenti climatici da alcuni anni è correlata all’intensificazione dei fenomeni meteorologici in molte regioni, con conseguente aumento del potenziale di perdita. Tutto ciò fa comprendere quanto sia indispensabile attuare una riduzione dei potenziali rischi e, allo stesso tempo, quanto possa essere di fondamentale importanza la definizione di un piano di modifiche al nostro territorio per la salvaguardia dell’intero ecosistema. Strategie di mitigazione e misure di adattamento che si riassumono nella parola “prevenzione”. Ecco perché abbiamo la necessità di proteggerci da eventi estremi che stanno diventando sempre più frequenti con un aumento della pericolosità del 50% rispetto agli stessi accadimenti del passato. Il cambiamento climatico è uno dei maggiori rischi che l’Europa si trovi ad affrontare nell’immediato futuro. Se pensiamo che è la stessa a finire sul gradino più alto del podio per danni provocati dall’aumento di frequenza e intensità delle tempeste. Il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, dal titolo “Is Europe on track towards climate resilience? Status of reported national adaptation actions in 2023” ha messo in evidenza come ondate di calore, siccità, inondazioni e forti precipitazioni rappresentano gli eventi meteorologici estremi più segnalati nel Vecchio Continente. A lungo termine, gli impatti più importanti saranno

Da domani cessano le misure anti-smog, prossimo rlevamento lunedì 22 gennaio

Qualità dell'aria: grazie al maltempo con vento forte e precipitazion cessano da domani 20 gennaio le misure emergenziali attivate lo scorso 13 gennaio. In base agli esiti dei controlli e del relativo bollettino di ARPAE, cessano da domani 20 gennaio 2024 nel comune di Rimini le misure emergenziali per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento atmosferico che erano attive dallo scorso 13 gennaio 2024. Da domani quindi il rientro a una situazione di normalità fino all’esito del prossimo bollettino ARPAE che verrà emesso lunedì 22 gennaio.  

Mare molto mosso e temperature sotto zero durante la notte, poi di nuovo caldo anomalo

La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna e ARPAE hanno diramato un'Allerta GIALLA per vento e temperature rigide per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Forlì-Cesena, Rimini;  per stato del mare per le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. Spiega il bollettino: "Per la giornata di sabato 20 gennaio sono previsti venti di burrasca moderata (62-74 Km/h) da nord-est con possibili, temporanei rinforzi o raffiche di intensità superiore, più probabili su fascia appenninica; inoltre è prevista la persistenza di temperature medie giornaliere inferiori a -3 °C sulle zone di montagna. È previsto mare al largo da molto mosso ad agitato e non si escludono localizzati fenomeni di erosione costiera più probabili sul litorale romagnolo". Il fronte freddo di origine artica ha ormai raggiunto il nostro Paese e si appresta a fare il suo ingresso portando un peggioramento deciso a partire dalle regioni di Nord Est. Si conferma quindi un brusco calo termico con un weekend pienamente invernale: freddo e ventoso ma non perturbato. La massa d'aria proveniente dal Nord Europa riporterà temporaneamente le temperature al di sotto delle medie stagionali, al più in linea con i valori tipici di questo periodo, con venti forti di Bora, Tramontana o Grecale, e nevicate in Appennino

Prevista neve fino ai 300 metri, gelate fino a lunedì poi temperature in rialzo

La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna e ARPAE hanno diramato un'Allerta ARANCIONE per vento per le province di Forlì-Cesena e Rimini; per stato del mare per le province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. E' inoltre Allerta GIALLA per vento per le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; per mareggiate per le province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini Spiega il bollettino: "Per la giornata di venerdì 19 gennaio sono previsti in mattinata venti di burrasca moderata (62-74 km/h) sull'Appennino centrale e venti di burrasca forte (75-88 km/h) sul crinale orientale da sud-ovest. Sulla pianura nord-orientale e sulla costa sono previsti venti di burrasca moderata (62-74 km/h) da nord est dalla tarda mattinata o primo pomeriggio. Il mare sarà agitato al largo con altezza d'onda superiore a 3,2 metri e direzione d'onda da nord-est. Le condizioni del mare sotto costa potranno generare fenomeni di erosione del litorale, in particolare nel settore centro-meridionale. Si segnala che la piena in atto sul fiume Secchia transiterà nel tratto vallivo con livelli prossimi o inferiori alle soglie di attenzione nella mattina, in progressiva decrescita durante la giornata. Sono previste inoltre deboli precipitazioni che assumeranno forma di neve a quote superiori a 300-400 metri". Le previsioni di ARPAE

Ondata fredda da nord fra venerdì e sabato ma dopo le gelate di nuovo temperature sopra la norma con umido e nebbie

Mentre le infiltrazioni umide raggiungono il nostro Paese, mantenendo nel complesso un tipo di tempo tranquillo, una vasta area depressionaria si sta facendo strada nel Mediterraneo il cui contributo determinerà un nuovo peggioramento a partire dalle prime ore di mercoledì 17. Questa perturbazione (la numero 6 del mese) porterà piogge, inizialmente deboli e sparse, in progressiva estensione su gran parte delle regioni del Nord compresa l’Emilia-Romagna. Precipitazioni che nonostante subiranno una intensificazione nel corso della giornata, risultando localmente abbondanti in montagna, sulla nostra Regione, difficilmente acquisteranno caratteristiche nevose, anche sui rilievi. Poiché il passaggio del fronte nuvoloso sarà comunque accompagnato da una forte ventilazione mite sud-occidentale con temperature oltre la norma sopratutto in Appennino: dove è atteso lo zero termico intorno a 2500 metri. L’unica eccezione di quella che si può definire una “normalità invernale” potrà forse essere rappresentata dalle aree più occidentali emiliane, laddove il temporaneo rinvigorimento di aria fredda nei bassi strati proveniente dai Balcani ne avrà determinato un maggior accumulo. Lo scorrimento del flusso più temperato al di sopra del cuscinetto di aria fredda farà da presupposto alla possibilità che qualche fiocco di neve, almeno nella prima parte del peggioramento, possa cadere fino a quote collinari. Più alta,