Quello firmato oggi tra l'assessore alla Salute di Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, e l'organizzazione sindacale dei medici di Medicina generale Fimmg per creare i Centri di Assistenza Medica per le Urgenze (Cau) è "un accordo storico" che consentirà "di dare una prospettiva al problema dell'affollamento degli accessi ai pronto soccorsi". Lo ha detto l'assessore Donini, che questa mattina ha sottoscritto l'intesa con Daniele Morini, segretario generale dell'organizzazione sindacale dei medici di Medicina generale Fimmg Emilia-Romagna. "Il 70% degli accessi ai pronto soccorsi è rappresentato dai codici bianchi e i codici verdi - spiega Donini - che richiedono prestazioni non certo tempo-dipendenti e a rischio vita" ed è necessario "porre in condizione i medici di famiglia e le ex guardie mediche di prendere in carico i cittadini anche in condizioni di urgenza", se non gravi. "Noi abbiamo pensato una riforma di emergenza urgenza che è resa possibile anche grazie a questo accordo", ha spiegato Donini. Con la creazione dei Cau "separeremo l'emergenza da tutte quelle prestazioni, codici bianchi e codici verdi, che non necessitano certamente di un medico rianimatore ma necessitano comunque di un medico che sappia dare le risposte nel luogo giusto, nel setting giusto e con le tecnologie adeguate e soprattutto
Pubblicato il rapporto annuale sui Livelli Essenziali di Assistenza: Toscana seconda, Calabria e Val d'Aosta in fondo alla classifica
L’inizio del progetto è prevista il 2 maggio 2023
Le persone complessivamente guarite sono 1.455 in più e raggiungono quota 2.126.282. I decessi in Regione sono 32
L'assessore della Regione Emilia-Romagna: "Nel DEF è evidente la discesa della percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil e già eravamo fanalino di coda in Europa"
Sentenza collegiale che conferma il decreto del 20 Febbraio
Lettera aperta di tutti i genitori: "Avvertiti quando le iscrizioni alle scuole comunali stanno per essere chiuse o lo sono già"
"Durante la pandemia li abbiamo chiamati eroi, angeli con il camice, ma non tutto può essere affidato all'abnegazione dei singoli"
Delusione di una cittadina che ha sempre creduto, scelto e difeso la sanità pubblica rispetto a quella privata. Il giorno 16/02 io e mia figlia siamo partite alle 10:20 per Rimini per visita oculistica: appuntamento la prima alle h. 11:30, la seconda alle h.12:00. Arrivate di fronte alla porta che immette negli ambulatori alle 11:20 ci siamo messe in attesa perché altre persone erano già lì e sulla porta era scritto bene in evidenza “Non bussare, visita in corso”. Da quella porta poco dopo è uscito un operatore. Abbiamo quindi pensato che, non potendo accedere noi direttamente, saremmo stati chiamati secondo l’orario dell’appuntamento. Ogni tanto in effetti veniva un operatore a chiamare il successivo, che però noi non sapevamo per quale visita venisse chiamato perché eravamo tutti insieme, chi per visita oculistica, chi per laser, chi per visita ortottica o pronto soccorso oculistico. Si è fatto mezzogiorno, la mezza, quasi l’una. A quel punto, essendo uscito un infermiere, abbiamo chiesto quanto avremmo dovuto ancora sp_ettare. Ci ha detto di entrare nel corridoio degli ambulatori e di aspettare davanti all’ambulatorio n.7, che aveva la porta chiusa. Dopo dieci minuti di attesa esce una paziente che richiude la porta dietro di sè e nessuno dall’interno invita
In seguito alle verifiche condotte dall’Unità di valutazione geriatrica del Distretto socio-sanitario di Rimini nord, dopo la diffida nei confronti del gestore emanata dai Servizi sociali dell’Unione di Comuni Valmarecchia, nella giornata di oggi, lunedì 13 febbraio, lo stesso servizio ha disposto la revoca dell’autorizzazione al funzionamento di una struttura privata per anziani presente a Santarcangelo nel capoluogo. Si tratta drlla Comunità alloggio per anziani "Villallegra" in via Francesca Morvillo n. 11 e della struttura Casa famiglia per anziani "Casallegra" in via Don Giovanni Verità n. 20/F, gestite dalla medesima sas. Nel corso delle verifiche richiamate, infatti, sono emerse incompatibilità socio-sanitarie tra il livello di assistenza prestato e la condizione di alcuni ospiti, oltre al numero di persone presenti all’intero della struttura superiore di alcune unità rispetto a quello autorizzato: il massimo numero pervevisto era 8 per la Comunità alloggio e 4 per la Casa famiglia. Alla scadenza dei termini fissati per l’attuazione di quanto disposto nella diffida, l’Unione dei Comuni ha pertanto revocato l’autorizzazione al funzionamento della struttura, che comporta la conseguente chiusura della stessa entro dieci giorni, termine entro il quale il gestore privato, in collaborazione con Ausl Romagna, dovrà garantire la ricollocazione degli ospiti in strutture idonee. (immagine d'archivio)
Tre le vittime in provincia di Rimini dove le terapie intensive sono più che dimezzate
Si capisce benissimo perché il nuovo decreto sull’allentamento delle misure anti-Covid è entrato in vigore il primo di aprile. È un rompicapo per solutori più che abili. Per essere precisi, sembra una versione ampliata e più complicata del Twister, il famoso gioco in cui bisogna fare i contorsionisti su un tappeto di plastica per toccare con la mano o col piede le caselle secondo il colore indicato da una freccia su una tavoletta. Al posto del tappeto c’è la città, le caselle sono i negozi, i locali e i mezzi pubblici, e il nuovo decreto è la tavoletta impazzita che prescrive se, quando e come puoi accedere a questo o a quello. Per andare al ristorante al chiuso ci vuole il green pass, per l’albergo non serve. Ma ci vuole la mascherina? E quale tipo, chirurgica o Ffp2? E se uno vuol fare colazione nel ristorante dell’hotel o prendere un caffè al bar della hall? Ci vuole green pass base o rafforzato? Sui treni a lunga percorrenza ci vogliono ancora green pass e mascherina Ffp2, ma se il treno locale diventa a lunga permanenza causa immancabili ritardi cosa dobbiamo esibire, oltre al fastidio? In pratica una persona con una normale vita