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Ecco come in Italia si va verso la sanità ptivata


Sanità: FdI chiede più servizi alla Regione ER mentre governo Meloni taglia i fondi


13 Novembre 2023 / Maurizio Melucci

Fratelli d’Italia della Regione Emilia Romagna si trasforma in partito di lotta e di Governo. Di lotta in Regione dove si trova all’opposizione della giunta Bonaccini e di governo con Giorgia Meloni.  Infatti con una interrogazione il consigliere regionale Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) sollecita “l’Ausl Romagna al fine di ampliare l’accesso ai servizi sanitari, tra cui il centro prelievi, a particolari categorie della popolazione, non costringendo donne in stato di gravidanza con nausee a prolungare il digiuno oltre le ore 9 del mattino ponendole così in uno stato di forte disagio e malessere, oppure a dover ricorrere a servizi privati con un ingente esborso economico”.

“Con l’accesso diretto garantito solo dalle 9 alle 11 -specifica il consigliere- si penalizzano notevolmente le donne in stato di gravidanza, le quali devono permanere in una condizione di digiuno per diverso tempo alimentando, in alcuni casi, le nausee e altre sintomatologie connesse alla gravidanza”.

Siamo perfettamente d’accordo. Dimentica il consigliere di Fratelli d’Italia che la riduzione dei servizi e in ogni caso l’ampliamento di quelli esistenti non è possibile proprio per i tagli che il Governo Meloni sta facendo al servizio sanitario nazionale.

Scrive la Fondazione Gimbe, che ha effettuato un’analisi indipendente della Nadef – Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023 “il rapporto spesa sanitaria/Pil del 6,7% del 2022 scende al 6,6% nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1% nel 2026, un valore inferiore a quello pre-pandemico del 2019 (6,4%).

In secondo luogo, nel triennio 2024-2026 la Nadef stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,5%, a fronte dell’1,1% di quella della spesa sanitaria, ovvero un investimento che impegna meno di 1/3 della crescita attesa del Pil.

L’aumento del fondo nazionale per il 2024 è di 3 miliardi. Tuttavia di questi 2,2 miliardi dovrebbero servire per i rinnovi contrattuali. In realtà rimane praticamente nulla per le altre esigenze. Non si copre neanche l’inflazione.

Queste le ragioni di uno scivolamento verso la sanità privata (per chi se lo può permettere) e tagli ai servizi e liste di attese più lunghe nel servizio sanitario pubblico.