“Ieri ho dichiarato che il manifesto della campagna di sensibilizzazione “Ma quanto hai speso? Non sai neanche fare la spesa” si trattasse di una “patacata”. Perché questa frase non può essere definita una violenza psicologica – dichiara Matteo Montevecchi, consigliere regionale fuoruscito in aprile dalla Lega – perpetrata dall’uomo nei confronti della donna, al limite può rientrare in una banale discussione familiare, anche a parti inverse. Ho fatto presente che il sottoscritto questa frase se la senta ripetere (spesso e volentieri meritandola) dalla propria moglie, senza farne però un dramma. Esempi che sono stati fatti anche sui canali social ufficiali della Regione Emilia Romagna da tanti uomini che hanno commentato il lancio della campagna scrivendo: “Me lo dice sempre mia moglie” o da tante donne che ammettevano ironicamente: “Lo dico sempre a mio marito”. Insomma, una campagna fallimentare secondo tanti nostri concittadini che è sfociata nel patetico. Oltre alle dichiarazioni, ho presentato una interrogazione in regione per capire quanti soldi dei contribuenti sono stati utilizzati nella fattispecie per questa assurda campagna che è stata diffusa nel mese di giugno sul territorio regionale nei comuni con oltre 30mila abitanti”.
“Poi oggi leggo il comunicato osceno di Paola Donini nei miei confronti. Di seguito ecco la mia replica:
“Riuscire ad accostare impropriamente una mia dichiarazione ed interrogazione su un assurdo manifesto (diffuso in tutta la Regione coi soldi dei contribuenti) che stabilisce che la frase “Non sai neanche fare la spesa” sia una terribile VIOLENZA psicologica, addirittura tirando in ballo un omicidio, come ha fatto pretestuosamente Paola Donini per attaccarmi, si potrebbe definire, nella migliore delle ipotesi, malafede. Nel caso di Donini, invece, forse è lei che deve ancora “sbarcare sul pianeta Terra” e non il sottoscritto. Non si fa bagarre politica sulle tragedie. Lo “stile” di Paola Donini non mi appartiene. Dopodiché, se lei pensa seriamente che si possano combattere le violenze con cartelloni del genere, alzo francamente le mani. Anche perché l’unico risultato di posizioni come quella della Donini, è quella ridicolizzare, con i suoi paragoni campati per aria e le sue forzature, la condizione di tutte quelle donne che sono davvero vittime di violenza. Sapevamo tutti che al PD interessa cavalcare questo tema soltanto per prepararsi la prossima campagna elettorale, ma non pensavo che potessero arrivare a questi livelli di bassezza e spregiudicatezza”.