HomeCulturaSantarcangelo, tutto pronto per l’Open day al nuovo Spazio giovani “LABO380”

Domani, l'ex scuola del Bornaccino riapre i battenti con tante attività rivolte ai più giovani


Santarcangelo, tutto pronto per l’Open day al nuovo Spazio giovani “LABO380”


28 Maggio 2024 / Redazione

Finalmente l’attesa è finita. Domani, a partire dalle 16,30 apre “LABO380”. E’ questo il nuovo nome dello storico edificio all’incrocio con le vie Rughi e Bornaccino. Un intero pomeriggio alla scoperta delle attività e degli spazi, delle dotazioni informatiche, degli strumenti per la sala prove e della web radio, nonché degli arredi realizzati dall’artigiano del legno Raffaele Piscitelli, conosciuto online con il nome d’arte di “Califfo”. A seguire sarà possibile scegliere il logo preferito dello spazio giovani, mentre dopo le votazioni la giornata si concluderà con un aperitivo.

Dopo l’open day partiranno le attività di “T.Anti Corpi: assembramenti culturali e laboratori di comunità”. Una iniziativa avviata nel 2020 per inaugurare una nuova stagione di politiche giovanili all’indomani della pandemia. Questo progetto, nato con l’obiettivo di promuovere l’organizzazione di eventi pubblici, occasioni di incontro, riflessione e crescita, dedicati soprattutto a ragazzi e ragazze, da oggi avrà quindi a disposizione anche gli spazi rinnovati dell’ex scuola del Bornaccino.

La riqualificazione dell’edificio, resa possibile grazie ad un investimento di circa 370mila euro finanziato per il 90% dalla Regione Emilia-Romagna, ha creato uno spazio polifunzionale articolato in ambienti multivalenti destinati alla socializzazione: oltre al miglioramento degli spazi, le opere realizzate consentono l’abbattimento dei consumi energetici, con un sistema di coibentazione esterna, un impianto di ventilazione meccanica e pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio.

Concluso l’intervento di riqualificazione della struttura, a partire da fine 2023, l’edificio è tornato anche a ospitare dopo 50 anni la stufa del Bornaccino, creata dalla collaborazione tra Federico Moroni, Gian Luigi Giordani, Tonino Guerra e Lucio Bernardi. Alla chiusura della scuola, resa celebre proprio grazie all’esperienza didattica del maestro Federico Moroni fra il 1946 e il 1968, la stufa era andata distrutta, ma è stata ricostruita e poi conservata per anni in Municipio.