Sciopero bus, Frisoni: “In manovra 120 milioni ma al trasporto pubblico servono 1,6 miliardi”
8 Novembre 2024 / Redazione
Lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale indetto oggi dalle tre sigle sindacali cade in concomitanza con l’ultima giornata di Ecomondo, fiera che rappresenta un punto di riferimento internazionale per l’innovazione in campo di transizione ecologica e sostenibilità ambientale”, osserva l’assessora del Comune di Rimini Roberta Frisoni.
Che prosegue: “Una coincidenza che acuisce quello che a tutti gli effetti rappresenta un vero e proprio cortocircuito tra la direzione che si proclama di voler proseguire come Paese e come Europa e le scelte concrete: da una parte c’è la convinzione condivisa su tutti i livelli di voler investire in una nuova mobilità per le nostre città, puntando sui mezzi alternativi all’auto, sulla ciclabilità, sull’intermodalità, in uno schema dove il trasporto pubblico locale gioca un ruolo decisivo nelle strategie per aumentare la vivibilità e la salubrità degli spazi urbano”.
“Dall’altra parte però si continua a lesinare fondi, con un divario abissale tra esigenze espresse dai vari settori del comparto del Tpl e risorse stanziate dal Governo nella legge di bilancio. La recente manovra del Governo stabilisce infatti 120 milioni annuali in più per il trasporto pubblico locale a fronte di un fabbisogno triennale stimato in circa 1,6 miliardi di euro. Cifra che sarebbe necessaria per rispondere alle richieste legittime e da tempo inascoltate delle aziende, dei lavoratori e non da ultimo dei Comuni, sui cui come troppo spesso accade, rischiano di ricadere le conseguenze in termini di disservizi e di costi, di scelte politiche nazionali miopi”.
“Ne abbiamo avuto contezza in maniera evidente negli ultimi tempi anche sul nostro territorio, con una serie di criticità legata all’assenza di personale che ci ha spinto come Comune a convocare un tavolo urgente con Start e Amr affinché si potessero valutare tutti i possibili correttivi da mettere in campo. Ma è chiaro come la situazione locale sia lo specchio di un contesto generale in cui si continua a investire e stanziare risorse per l’infrastrutturazione delle reti e sui mezzi, sia su ferro sia gomma (vedi alta velocità ferroviaria, trasporto elettrico, ecc), dimenticando però tutto ciò che ruota attorno alla fase operativa, a chi quelle infrastrutture e quei mezzi li deve manutenere, seguire, coordinare. In concreto: l’aumento degli stipendi e delle condizioni lavorative del personale viaggiante, in modo anche da aumentare l’attrattività della professione”.
“E’ necessario un cambio radicale nelle politiche nazionali, dedicando più risorse adeguate al Fondo Nazionale Trasporti, un fondo che il Governo eroga alle varie regioni e con le quali si finanzia gran parte del nostro servizio di trasporto pubblico. Serve una revisione strutturale dei contratti e soprattutto delle risorse da destinare ogni anno a questo settore fondamentale per le nostre città per mettere nelle condizioni le aziende di svolgere al meglio la loro funzione. C’è ad oggi il rischio fondato di avere sempre meno personale e dunque un servizio sempre più carente. E non si può pensare che siano gli enti locali, anche questa volta, a farsene carico”, conclude Frisoni.