HomeEconomia e LavoroSciopero dei dipendenti per la manutenzione dei cimiteri di guerra

Sciopero contro la decisione del Commonwealth War Graves Commission di licenziare 2 dipendenti addetti ai servizi di giardinaggio presso il cimitero di guerra di Assisi


Sciopero dei dipendenti per la manutenzione dei cimiteri di guerra


17 Giugno 2024 / Redazione

Grande adesione allo sciopero nazionale contro il licenziamento di due addetti ai servizi di giardinaggio deciso dalla Commonwealth War Graves Commission

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: «Dietrofront sugli esuberi altrimenti avanti con la mobilitazione e le azioni legali contro la decisione illegittima»

In Romagna hanno aderito il 100% dei lavoratori dei 10 cimiteri di guerra esistenti sul territorio romagnolo.

Grande adesione allo sciopero proclamato su tutto il territorio nazionale dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs contro la decisione dell’ente inglese Commonwealth War Graves Commission di licenziare 2 dipendenti addetti ai servizi di giardinaggio presso il cimitero di guerra di Assisi.

Oltre il 90% dei lavoratori dipendenti, circa 60 operai in tutta Italia, ha aderito alla mobilitazione; una piccola delegazione ha anche manifestato davanti al cimitero di guerra di Assisi.

La Cwgc è un ente britannico nato dopo la fine della prima guerra mondiale per garantire in tutto il mondo la manutenzione dei cimiteri di guerra e ha alla base i principi etici quali rispetto, impegno, ambizione e trasparenza.

In Romagna hanno aderito il 100% dei lavoratori dei 10 cimiteri di guerra esistenti sul territorio romagnolo che fa parte della Commonwealth War Graves Commission 3 in provincia di Rimini (Coriano, Rimini, Riccione), 4 in provincia di Forlì-Cesena (Cesena, Forlì, Meldola) e 3 a Ravenna (Bagnacavallo, Faenza, Ravenna).

Le organizzazioni sindacali stigmatizzano i licenziamenti motivati dalla decisione di voler appaltare la gestione del servizio. «Al di là del merito della questione, per la quale ricordiamo è illegittimo l’appalto dell’attività principale – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – il tutto è avvenuto incredibilmente dopo aver sottoscritto il rinnovo del Contratto nazionale a fine ottobre dello scorso anno». «Il nostro auspicio – concludono le tre sigle – è che la grande adesione solidaristica dei lavoratori possa far cambiare idea alla Commissione e porti al ripristino del rapporto di lavoro dei due dipendenti licenziati, che hanno alle spalle due famiglie con 6 figli minori. Se ciò non dovesse accadere avvieremo azioni legali e proseguirà lo stato di agitazione con altre iniziative di protesta e ogni iniziativa volta ad ottenere il rispetto della dignità dei lavoratori».