Home___primopianoSciopero generale a Rimini, adesioni fino al 100%

Le cifre rilevate nei vari comparti da CGIL e UIL, Landini a Bologna: "Ci accusano di fare politica? E' vero, noi facciamo quella seria che parla delle persone in carne e ossa"


Sciopero generale a Rimini, adesioni fino al 100%


29 Novembre 2024 / Redazione

CGIL Rimini – UIL Rimini comunicato i dati completi di adesione allo sciopero generale nel campione rappresentativo.
Nel commercio e turismo e servizi l’astensione è stata del 60% nel settore termale di Rimini e Riccione, 30% in Ieg Spa, 50% nelle aziende Zara, Dussman, Camst e Autogrill. 45% di adesione in Apt e 50% in RG stampa, 30% in Formula servizi e Coopservice, Assicoop Romagna 78%.
Nell’edilizia e legno  si sono raggiunte punte di adesione del 85% alla Olivieri mobili, Sicer  30%, Ferretti Yacht 75%, Marinelli 60%. Nel settore metalmeccanico hanno scioperato il 95% dei dipendenti alla SCM di Villa Verucchio, 80% SCM Rimini industrial, Fom 75%.
Nel settore tessile hanno incrociato le braccia il 70%% in Aeffe e l’80% in Aesse.
E ancora, nel settore alimentaristi a Rimini: Ghigi 30%, Galvanina 40%, Canuti 30%, Unconventional 100%, Optima 25%.
Nel comparto scuola riminese é rimasta chiusa la Di Duccio con adesione totale dei collaboratori scolastici, chiuso l’Istituto Tonino Guerra mentre al Liceo Serpieri le adesioni superano il 50%. Nelle scuole del Comune di Rimini adesione all’80%. Negli appalti Fedex della logistica l’adesione é stata del 70%.

Il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini parla ai manifestanti in sciopero convenuti Bologna

“Se mettiamo assieme i numeri di tutti quelli che oggi hanno deciso di scendere in piazza possiamo tranquillamente dire che più di 500mila persone in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza per difendere la libertà e i diritti di tutti”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, parlando dal palco di Bologna.

“Ci hanno detto che facciamo politica: è assolutamente vero, noi tutti insieme facciamo politica. Facciamo politica seria, che parla dei problemi delle persone in carne e ossa, che mette al centro i bisogni delle persone”, ha affermato Landini. “Il decreto che chiamano sicurezza – ha aggiunto in un altro passaggio – va ritirato, la sicurezza di un Paese non è messa in discussione se le persone scendono in piazza, se i lavoratori di fronte al rischio di licenziamento occupano le fabbriche o le strade. Se molte imprese sono ancora aperte e non sono passati licenziamenti e chiusure, è grazie a lotte, scioperi, occupazioni, blocchi stradali di lavoratrici e lavoratori”.