Home___primopianoSe Messina Denaro avesse letto le classifiche sarebbe venuto di corsa a Rimini

La qualità della vita secondo Italia Oggi e Sole 24 Ore


Se Messina Denaro avesse letto le classifiche sarebbe venuto di corsa a Rimini


22 Novembre 2023 / Nando Piccari

A dire il vero eravamo un po’ tutti in ansia, preoccupati che questo 2023 si chiudesse senza averci deliziato di entrambi i consolidati e gustosissimi sondaggi che ogni anno “fanno le bucce” alle 107 province di cui è composto il Paese (pardon, “la Nazione”, altrimenti la Meloni ci rimane male), scoprendo e propagandando il grado di “qualità della vita” che si annida in ognuna di loro.

Sì, perché giunti oramai a dicembre, fino a pochi giorni fa l’Italia non era stata ancora “sondaggiata” con la dovuta puntualità da “Il Sole 24 Ore” e Italia Oggi, che se la son presa comoda, tardando così qualche mese a mettere ciascun Italiano nella condizione di sapere con esattezza quanta “qualità della vita” sia in grado di fornirgli la sua collocazione anagrafica. Ma almeno Italia Oggi si è finalmente data una mossa.

Per poter conoscere con assoluta precisione quel dato sarebbe tuttavia opportuno disporre del responso di entrambi i blasonati quotidiani economici, onde poter poi calcolare “la media”, come succedeva nella pagella scolastica ai miei tempi.

Prendiamo il caso di Firenze, giudicata quinta da Italia Oggi. Se per Il Sole tornasse a risultare terza come lo scorso anno, rispettando la matematica non potrebbe che portarsi a casa un definitivo quarto posto.

Ma pure senza arrivare a tanto sofisma, c’è da dire che queste classifiche, ancorché prese singolarmente, forniscono un prezioso contributo ad una sorta di intelligente pionierismo familiare.

Ad esempio è facile immaginare come il 57° posto assegnato alla capitale ligure da “Italia Oggi” stia già aprendo in molte famiglie genovesi una suggestiva riflessione del tipo: “E se invece di continuare a star qui a sorbirci una così mediocre “qualità della vita”, ci trasferissimo a Pordenone, che ce l’ha 47 volte migliore di Genova?”

Per carità, tanto di cappello agli esimi sondaggisti che passano mesi a setacciare in lungo e in largo l’Italia, assemblando quanto riescono a cogliere dietro a titoli che certamente concorrono a sancire il quantum di “qualità della vita”, a partire da affari, lavoro (pure quello in nero?), ricchezza (…documentabile, naturalmente), per proseguire con qualche problematica ambientale, sanitaria e culturale quanto basta.
Ma non sono i soli, ne mancano altri, taluni dei quali forse ancora più decisivi dell’ammontare dei depositi bancari.

Tanto per fare qualche esempio, un pezzo di “qualità della vita” di chi può avere a disposizione il mare tutti i giorni dell’anno, è forse uguale a quello di coloro che il mare o non l’hanno mai visto, o per goderselo debbono mettersi in viaggio e pagare una vacanza?
E ancora: è forse uguale la quota giornaliera di “qualità della vita” di chi possa godersi il tepore della primavera e dell’autunno, rispetto a quella di chi sia costretto a indossare cappotto o giacca a vento da settembre ad aprile?

Questo sondaggio di Italia Oggi, più ancora di altri del passato, suoi e del Sole 24 Ore, assegna a Rimini alcuni meritatissimi riconoscimenti, innanzitutto per la “classifica finale” (21° posto rispetto al 37° del 2022), ma anche per il passaggio dal 26° al 12° nella graduatoria dell’Ambiente e dal 28° al 13° in quella di Istruzione e Formazione.

Ma ciò non costituisce certo un “premio di consolazione” nei riguardi di quell’ingiustificato e cervellotico penultimo posto (106°) assegnato alla nostra provincia per quanto concerne Reati e Sicurezza, solo perché i dotti sondaggisti non capiscono o fingono di non sapere due cose semplicissime.

La prima: il numero dai reati commessi in Provincia di Rimini non va scriteriatamente rapportato solo ai suoi 339.000 abitanti, ma a questi vanno aggiunti gli oltre 4 milioni di “residenti temporanei” che la popolano soprattutto d’estate.
La seconda: chi abbia subito da queste parti un reato, va a denunciarlo senza il timore di ritrovarsi poi l’auto bruciata, come avviene in altre parti d’Italia.

Insieme all’incazzatura, l’attestato delinquenziale di quell’assurdo penultimo posto fa però anche ridere.
Pensando per esempio che Palermo risulta più sicura di Rimini di 20 punti, ecco spiegato perché non si vedano qui da noi palermitani che si sentirebbero a rischio.

Per non parlare degli abitanti di Vibo Valentia, che abituati alla sicurezza di quel 48° posto nella graduatoria coniata da Italia Oggi, se avessero necessità di venire a Rimini, prima di partire stipulerebbero un’assicurazione sulla vita.

Meno male che Matteo Messina Denaro non ha mai letto uno di quegli stravaganti sondaggi, altrimenti macché Campobello di Mazara: avrebbe lasciato la perbenista Provincia di Trapani, 81esima per Italia Oggi, e sarebbe venuto a sentirsi più a suo agio in questa Rimini malavitosa.

Nando Piccari