HomeCronacaA Rimini ci vogliono più parcheggi e loro non vedono l’ora


A Rimini ci vogliono più parcheggi e loro non vedono l’ora


2 Ottobre 2021 / Lia Celi

«Ma non ha fatto i parcheggi!» Ecco un punto, probabilmente l’unico, che mette d’accordo sia gli estimatori che i detrattori del sindaco uscente. Quel che cambia è il tono con cui si pronuncia la frase: di compiaciuta approvazione (sottintendendo: “è un trucco geniale per disincentivare l’uso dell’auto nel centro storico e incoraggiare la mobilità sostenibile!”) o di biliosa esasperazione (sottintendendo una serie di espressioni irriferibili inframmezzate dal nome del sindaco uscente).

Come la penso io? In una giornata come questa posso solo dire che la mia scelta nel segreto dell’urna è un ripiego rispetto al mio candidato sindaco ideale, che sarebbe quello che si impegna a costruire vicino a casa mia un portale spaziotemporale verso la quarta dimensione, contrassegnato da una grande R, dove noi residenti possiamo parcheggiare la macchina senza problemi a ogni ora, anche nei giorni di mercato.

In questi giorni i cantieri e i lavori di pavimentazione stradale hanno reso off limits il lato sinistro del tratto di via Brighenti fra via Bertani e piazza Gramsci, àncora di salvezza per chi tornando a casa la sera non ha trovato uno straccio di piazzola con la R anche dopo una ronda di quaranta minuti per le strade del quartiere.

Una grossa scocciatura per i residenti e un prevedibile calo di lavoro per gli autolavaggi, visto che i pini marittimi davanti al liceo Giulio Cesare ospitano da sempre una folta colonia di uccelli affetti da dissenteria cronica, in grado di ridurre una macchina in un cumulo di guano nel giro di poche ore.

Intendiamoci, non scherzano nemmeno i volatili che nidificano sugli alberi del lato mare di piazza Gramsci, ma quelli di via Brighenti sono di un’altra categoria quanto a rapidità, potenza di fuoco e calibro dei proiettili. Un albero in particolare dev’essere stato eletto a covo dai tiratori scelti – piccioni dotati di almeno due intestini ciascuno, a giudicare dallo stato in cui si riduce in un batter d’occhio la sciagurata vettura parcheggiata lì sotto, di certo appartenente a un forestiero, perché noi residenti conosciamo il pericolo e preferiamo lasciare l’auto in una zona vietata: merda aviorum semper certa, multa numquam (scusate il latino, ma siamo pur sempre di fronte a un liceo classico).

Come dicevo, anche i titolari degli autolavaggi risentiranno negativamente dei lavori su quel lato di via Brighenti, anche se c’è chi sospetta che abbiano un accordo segreto con gli uccelli scagazzanti o che gli portino in segreto del mangime corretto Guttalax.

Sola e magra consolazione per noi che fino «a fine lavori» (che può voler dire una settimana come tre mesi) vedremo triplicare la durata della peregrinazione serale in cerca di parcheggio e dovremo chiedere ai familiari di allungarci la cena dal finestrino, il pensiero che anche gli stramaledetti volatili si divertiranno molto meno. Una cosa è prendere di mira inermi auto parcheggiate, un’altra bersagliare gli operai di un cantiere, nerboruti e suscettibili.

Come finirà? O gli stradini scateneranno l’inferno contro gli uccelli, o saranno gli uccelli a sloggiare gli stradini sotto una pioggia di cacca, restituendoci qualche metro d’asfalto su cui parcheggiare. A noi vanno bene entrambe le ipotesi.

PS: se avete un amico o un’amica candidato alle amministrative, non incoraggiatelo con il solito «tanta merda». Ditegli «parcheggia in via Brighenti»: è meno scurrile e vuol dire la stessa cosa.

Lia Celi