Home___primopianoSe vuoi litigare in famiglia basta un climatizzatore

Nessun eletrodomestico può essere in questo momento più utile o allao stesso tempo più dannoso


Se vuoi litigare in famiglia basta un climatizzatore


18 Agosto 2024 / Lia Celi

Avete mai riflettuto sul senso della parola “elettrodomestici”? Vuol dire proprio quello: elettro-domestici, cioè domestici ad alimentazione elettrica. Macchine che svolgono funzioni un tempo affidate, da chi poteva permetterselo, a personale di servizio in carne e ossa. Non c’è più la servitù di una volta, in compenso oggi ce l’abbiamo tutti, solo che non porta più il grembiule, non va mai a trovare la famiglia al paesello e quando si guasta bisogna chiamare un tecnico. Per le donne occidentali, soprattutto quelle delle classi meno abbienti, che i lavori di casa più pesanti dovevano farli da sole in casa propria e/o farlo per i ricchi, è stata una liberazione dalla schiavitù, con la lavatrice nel ruolo di Abramo Lincoln.

Ci sono solo due o tre generazioni fra noi e le donne che dovevano lavare tutto il bucato a mano, nel mastello, al fiume o al lavatoio, con il ranno o la lisciva, la cui preparazione era un lavoro supplementare. E per bucato si intende biancheria, camicie e mutande di gente che si lavava pochino, poiché per la stragrande maggioranza degli italiani l’igiene personale era infinitamente meno comoda e agevole rispetto a oggi. Morale, nel pantheon di mia nonna (nata contadina, servetta a tredici anni in casa di benestanti a Forlì) la lavatrice veniva subito dopo la Madonna di Lourdes e prima di Sandro Pertini, e se le avessero imposto la scelta la sua Ariston e mio nonno non avrebbe esitato un secondo. Non è vissuta abbastanza per sperimentare le gioie dell’asciugatrice, ma forse se ne sarebbe astenuta perché rifiutare anche la fatica di stendere il bucato le sarebbe parso eccessivo.

Se la lavatrice è stata la salva-donne (la lavandaia era uno dei mestieri più indispensabili ma massacranti per la salute), la lavastoviglie è stata ribattezzata, anche per ragioni di rima, la “salvafamiglie”, vista la storica difficoltà nella divisione dei lavori di casa. Uno dei meno attraenti è sempre stato, per l’appunto, rigovernare piatti sporchi quando si preferirebbe fare il chilo sul divano, e la simpatica catena di collaborazione “io sparecchio-tu lavi-egli asciuga” richiede un affiatamento che si realizza solo di rado e in situazioni particolari tipo campeggio. L’unica funzione che ancora manca alla lavastoviglie per assicurare davvero la completa pace domestica è riempirsi da sola, perché in tutte le famiglie c’è qualcuno (o più di uno) che trova stancante anche mettere le stoviglie nel cestello e le lascia sporche nel lavello della cucina, per poi fare la vittima quando glielo si fa notare.

Negli ultimi tempi un’altra tecnologia a uso casalingo rischiava di dividere ciò che aveva unito. Nuclei familiari riconciliati dall’eliminazione di ogni esercizio manuale, perfino quello di schiacciare il pulsante di avvio, sostituiti da un’app con cui programmare gli apparecchi a distanza, finivano per bisticciare intorno a un nuovo arrivato: il climatizzatore. Che è difficile definire domestico elettrico, a meno di non intenderlo come un sostituto dello schiavo col ventaglio di piume dei film peplum. In genere i maschi lo mandano a palla tipo banco-frigo del supermercato, le donne si accontenterebbero di una temperatura che non sciolga il mascara, gli anziani lo considerano un ambiguo malanno che può tanto salvargli la vita quanto insidiarla con cervicale, mal di gola e sinusiti, i giovani lo vedono come il simbolo del catastrofico circolo vizioso creato da noi adulti: per colpa delle emissioni il pianeta è sempre più caldo, quindi servono sempre più climatizzatori che provocano ancora più emissioni che rendono il pianeta ancora più caldo. Hanno così ragione che le ultime estati hanno obbligato chi ancora non l’aveva fatto a provvedersi di aria condizionata. E l’unica cosa del pianeta che si è raffreddata sono le polemiche domestiche intorno al climatizzatore.

Lia Celi