Sei candidati a sindaco, la carica dei 600, i 5stelle non si capiscono, Confindustria fa l’occhiolino
28 Agosto 2021 / Maurizio Melucci
Ultime battute prima della presentazione dei candidati a sindaco e delle liste di sostegno. Entro il 4 settembre tutto deve essere presentato ufficialmente al segretario comunale del Comune di Rimini. Le liste debbono essere sottoscritte da un numero minimo di elettori. Nel caso del Comune di Rimini ciascuna lista deve essere sottoscritta da un numero minimo 117elettori ad un numero massimo di 700 autenticati da un pubblico ufficiale.
I candidati a sindaco per la prossima tornata elettorale dovrebbero essere:
Jamil Sadegholvaad per il centrosinistra sostenuto dalle liste: Pd, Coraggiosa, Verdi, Rimini Futura e lista civica per Jamil “Rimini Rinata”. Tutto come annunciato nei giorni scorsi, ma tuttavia con alcune novità politiche di rilievo. Scompare una lista rispetto ai consiglieri comunali uscenti di maggioranza. Si tratta di Rimini Attiva, lista che nel 2016 faceva riferimento alla vicesindaca Gloria Lisi ed aveva eletto in consiglio comunale Kristian Gianfreda. La candidatura di Gloria Lisi fuori dal centrosinistra ha provocato lo scioglimento di Rimini Attiva. L’impegno è di confluire nella lista per Jamil, tuttavia Gianfreda ha annunciato che non si candiderà. Confluiscono nella lista locale anche una sigla nazionale di primaria importanza nel panorama politico come Italia Viva di Renzi. Azione di Calenda, che rinuncia come Italia Viva alla presentazione di una sua lista. ha deciso di fare parte della lista civica “Rimini Futura” di Luca Pasini inserendo il simbolo. Italia Viva ed Azione hanno partecipato per mesi al tavolo della coalizione di centrosinistra in qualità di rappresentanti di questa forze politiche per poi scomparire, ora, al momento delle liste. Vi saranno solo rappresentanti di queste forze politiche in due liste civiche. Con questa premesse, evidente che l’aspettativa elettorale della lista “Rimini Rinata” cresce. Ai voti di Patto Civico del 2016 vanno aggiunti i voti dei sostenitori di Rimini Attiva ed i voti di Italia Viva. Si parla di un range che può oscillare dal 14 al 16% dei voti. Fondamentali per vincere la primo turno se vi è la riconferma dei voti del Pd (oltre il 30%) e delle altre liste della coalizione. Questa ipotesi deve però tenere anche conto delle scissioni che vi sono state. Patto Civico che si è diviso con l’uscita di Mario Erbetta, Davide Frisoni e Città Metropolitana. E soprattutto di Gloria Lisi. Rimangono, comunque alte le aspettative di vittoria al primo turno.
Enzo Ceccarelli per il centrodestra è sostenuto dalle liste Lega e Fratelli d’Italia con i simboli di riferimento nazionali, la lista dei Moderati formata da Forza Italia, Udc, Cambiamo (il partito del presidente della Liguria Toti), Noi con l’Italia (il movimento fondato dell’ex ministro Lupi) e infine la civica ’Città metropolitana’, Noi amiamo Rimini’ di Lucio Paesani, il Popolo della Famiglia, Rete Civica con Rimini. In totale sono 6 liste. Alle regionali del 2001 la coalizione di centrodestra arrivò al 47% contro il 25% delle comunali del 2016. Alla fine il centrodestra si presenta compatto anche se in tanti non hanno gradito la candidatura di Ceccarelli. Si tratterà di capire se alla compattezza di facciata corrisponderà anche un voto altrettanto compatto nel segreto dell’urna. Questo lo vedremo solo il 4 ottobre. Solo allora si capirà se la scelta della candidatura era quella giusta. E si capirà se inizierà una resa dei conti in casa del centrodestra e della Lega in particolare.
Gloria Lisi, è la novità politica di queste elezioni al di là dei giudizi di merito che daranno gli elettori il 3 e 4 ottobre. Si presenta con 5 liste civiche, tematizzate alcune, trasversali altre. Una di queste liste è stata chiamata Political Party (Partito politico). Poi vi è la lista dei 5Stelle. Un valore aggiunto indubbio. Una coalizione approvata dal leader Giuseppe Conte nella sua recente visita a Rimini. Molto dipenderà dall’andamento dei 5 Stelle e di alcune liste di sostegno della Lisi il successo di questa operazione politica.
L’obiettivo è chiaro. Costringere il centrosinistra al ballottaggio per poi trattare l’apparentamento. Anche in questo caso tante sono le variabili al momento non prevedibili. Una di queste si incrocia con il voto di Cattolica, dove il sindaco uscente dei 5Stelle, Mariano Gennari, dovrà competere con la candidata del centrosinistra Franca Foronchi e il candidato del centrodestra Massimiliano Gessaroli. Ci sarà ballottaggio a Cattolica? Chi uscirà dall’urna come primo e secondo?
Poi ci sono le altre candidature a Rimini
Mario Erbetta con la sua lista Rinascita Civica, Liberal Socialisti e amici dell’Avanti.
Sergio Valentini, ingegnere riminese con la sua lista, “Rimini in Comune: Diritti a Sinistra”, raccoglie al suo interno sostenitori di Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Partito Comunista.
Matteo Angelini è il candidato a Sindaco di Rimini del Movimento M3V. Movimento no vax, anche se nel presentarsi la parola “vaccino” non è usata nemmeno una volta, preferendo parlare di “libertà di scelta”.
In totale 6 candidati a sindaco, 20 liste per oltre 600 candidati a consiglieri comunale. Ne saranno eletti 32. Poco più del 5%. Inevitabili tante delusioni. Parecchi candidati credo faranno fatica ad arrivare come numero di preferenze alle dita di una mano. Ma forse lo sanno già.
5Stelle
Un commento a parte merita il siparietto andato in onda in questi giorni. La portavoce regionale Silvia Piccinini, contraria alla scelta dei 5 Stelle riminesi di sostenere la candidata Gloria Lisi, ha chiesto di incontrare Giuseppe Conte perché secondo la consigliera regionale “non gli è stato presentato un quadro corretto della situazione di Rimini”. Nella sua visita a Rimini Giuseppe Conte ha liquidato la consigliera Piccinini come “opinioni personali”. Ora con la stessa richiesta (“voglio incontrare Conte”) e la stessa motivazione (“non è stato presentato un quadro preciso della politica riminese”) ci riprova l’ex consigliera regionale ed ora consulente della Regione, Raffaella Sensoli. Premetto che avrei auspicato un accordo del centrosinistra con i 5Stelle. E anche che in futuro la coalizione con i 5Stelle sarà necessaria e strategica per le prossime elezioni politiche. Che quando non si fanno gli accordi la colpa non sta mai da una sola parte. Premesso tutto questo, ho l’impressione che forse la situazione di Rimini alla fine non la conoscano proprio le due esponenti bolognesi Piccinini e Sensoli.
Confindustria
Alla prima occasione, l’organizzazione degli imprenditori riminesi e romagnoli, ha lasciato intendere con chi sta. La presenza del ministro Giancarlo Giorgetti al Meeting è stata l’occasione per un incontro nella sede dell’azienda del presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli, con i vertici della Lega locale e il candidato a sindaco Enzo Ceccarelli. L’obiettivo dell’incontro era la nascita di nuove imprese sfruttando tutte le opportunità generate dal Pnrr.
Per carità, tutto regolare. Ogni associazione è libera di fare gli incontri che vuole, tuttavia vi è qualcosa che stride. Una cosa è organizzare un incontro da parte della Lega con il mondo economico riminese con il ministro Giorgetti. Altra cosa è un’associazione importante come Confindustria che organizza un incontro con i vertici della Lega locale, il ministro Giorgetti e il candidato a sindaco del centrodestra Ceccarelli. Sicuramente nelle prossime settimane succederà analoga cosa con il candidato a sindaco del centrosinistra.
Maurizio Melucci