Sfatato il mito: migranti in calo, Rimini penultima in Regione – VIDEO
26 Ottobre 2023 / Redazione
Al 31 dicembre 2022, secondo i dati provvisori Istat, gli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 548.755 (con una flessione dello 0,2% rispetto alla stessa data del 2021) e costituiscono il 12,4% della popolazione complessiva. “Il dato è pressochè stabile rispetto agli ultimi due o tre anni, quindi iniziamo a sfatare qualche luogo comune circa la crescita esponenziale degli stranieri presenti sul nostro territorio”, sottolinea Valerio Vanelli, uno degli autori del capitolo sull’Emilia-Romagna del Dossier statistico immigrazione a cura del centro studi e ricerche Idos.
“Resta il fatto che l’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per incidenza di cittadini stranieri”, continua Vanelli, docente dell’Alma Mater, in occasione della presentazione del Dossier che si è svolta oggi a Bologna. Il 12,8% dell’Emilia-Romagna è così superiore alla media nazionale (8,6%) ma ci sono ovviamente differenze tra i diversi territori provinciali: le due province più occidentali, Parma e Piacenza, presentano percentuali del 15,1% e del 14,8% seguita da Modena con il 13,2%; tutte le altre restano sotto la media regionale: Reggio Emilia (12,2%), Bologna (11,9%), Ravenna (11,7%), Forlì- Cesena (11,5%), Rimini (10,8%) e Ferrara (10,3%).
Ma “ovviamente anche all’interno delle singole province ci sono profonde differenze- aggiunge il docente- anche perchè gli stranieri tendono a risiedere principalmente nei Comuni capoluogo quindi tutte le città tendono ad avere un dato più alto di quello provinciale”. Altro aspetto: “Gli stranieri presenti nel nostro territorio, così come in Italia da almeno dieci o 12 anni, sono principalmente donne- segnala Vanelli- e quindi anche qua andiamo a sfatare un altro luogo comune”: la componente femminile si attesta infatti al 51,9%.
Per quanto riguarda l’età, si conferma che “gli stranieri presentano una struttura anagrafica decisamente più giovane degli italiani. L’età media degli stranieri è di 36 anni, fra gli italiani siamo sui 48. Però, anche questo forse rappresenta un dato non scontato- rimarca Vanelli- anche i cittadini stranieri, come tutti, stanno invecchiando nel nostro territorio: vediamo che le fasce di over 50enni e over 60enni sono sempre più consistenti”. Allo stesso tempo, anche il decremento della natalità “non riguarda più soltanto i cittadini italiani- segnala il docente- ma anche gli stranieri. Il picco delle nascite di stranieri risale al 2009-2010, da quel momento in poi c’è stato un progressivo decremento.
Resta comunque che quasi un bambino su quattro che nasce in Emilia-Romagna è straniero, stante l’attuale normativa significa essenzialmente nato da entrambi genitori stranieri”. Dal Dossier emerge poi che il 22,5% degli stranieri proviene da Paesi Ue e che sono oltre 170 le nazionalità: ai primi posti Romania (17,3%), Marocco (11,1%) e Albania (10,5%); come già negli passati sono quarti gli ucraini (5,9%), “in crescita e destinati probabilmente a registrare un ulteriore incremento a seguito dei flussi determinati dalla guerra”, si legge nel Dossier. Vanelli riferisce poi che nel 2022 le richieste di residenza da parte di stranieri sono state circa 57.000 e di queste più di 30.000 “non sono arrivate dall’estero ma da Anagrafi dei Comuni di altre regioni italiane, quindi più della metà degli stranieri arrivati sul nostro territorio lo hanno fatto spostandosi da altre regioni, a conferma della forte attrattività di questi territori non solo per i cittadini italiani, che come sappiamo arrivano da tante altre regioni, ma anche per i cittadini stranieri”. Passando all’istruzione, nel 2021-2022 gli iscritti stranieri nelle scuole regionali erano 106.280 (+1,4%); negli ultimi dieci anni il loro numero è aumentato del 22,3% a fronte di un aumento medio del 2,2% riferito all’intera popolazione scolastica. L’incidenza degli studenti stranieri tra gli iscritti è pari al 17,4%: un dato in leggera crescita rispetto al precedente anno scolastico e superiore di circa sette punti percentuali al valore medio nazionale (10,6%). In crescita i lavoratori stranieri (+7,1%) che salgono così al 13,8% sul totale degli occupati (a fronte di una media nazionale del 10,3%).
Ma “nonostante il miglioramento rispetto ai dati dell’anno precedente- sottolineano gli autori del Dossier- per gli stranieri i parametri del tasso di attività e del tasso di occupazione (rispettivamente pari al 71,9% e 64,2%) restano inferiori a quelli degli italiani (73,7% e 70,7%), mentre il loro tasso di disoccupazione (10,7%) rimane su un livello ampiamente superiore (4,0%)”. Il 60,5% degli occupati stranieri lavora nel terziario (tra cui il 15,3% nel comparto domestico e il 7,7% nel commercio), il 34,7% nell’industria (tra cui il 9,4% nelle costruzioni) e il 4,8% in agricoltura.
“Resta consistente il divario tra lavoratori stranieri e italiani in termini di inserimento professionale- continua il Dossier- con i primi che svolgono per il 25,2% lavori manuali a bassa qualifica (contro il 6,2% degli italiani) e per il 36,4% lavori manuali specializzati (italiani 23,9%), seguiti con il 30% dalle professioni impiegatizie (italiani 28,8%) e solo con l’8,4% dai ruoli dirigenziali e dalle professioni intellettuali o tecniche (italiani 41,1%)”. Il 33,4% dei lavoratori stranieri risulta così sovraistruito a fronte del 24,7% degli italiani.
(Agenzia DIRE)