Home___primopianoSnami Rimini: “Per i medici di famiglia nuovi pazienti solo se non residenti”

Pietro Pesaresi: "Interpretazione che la regione Emilia Romagna ha dato del nuovo contratto nazionale, intervenire"


Snami Rimini: “Per i medici di famiglia nuovi pazienti solo se non residenti”


27 Settembre 2024 / Redazione

“Per i medici di famiglia nuovi pazienti solo se non residenti”. La segnalazione di “questa situazione paradossale della medicina territoriale e a nostro modo di vedere assurda” è di Pietro Pesaresi, presidente del sindacato autonomo dei medici di base Snami Rimini.

Spiega Pesaresi: “A causa della interpretazione che la regione Emilia Romagna ha dato del nuovo contratto nazionale dei medici di famiglia, il medico massimalista (cioè che ha raggiunto i 1500 assistiti) e che ormai rappresenta di fatto la regola, vedrà gradualmente ma inesorabilmente estinguersi la sua popolazione di residenti che verrà sostituita da cittadini non-residenti (con iscrizione temporanea al sis- tema sanitario nazionale). Questo perché il residente può uscire dalla lista di assititi del medico (per decesso revoca cambio residenza ecc) ma in quanto massimalista nessun residente può entrare. Possono entrare però (fino a un massimo di 1800 assistiti totali) i pazienti “in deroga” cioè SOPRATTUTTO non-residenti con iscrizione temporanea al ssn oppure – in minima parte – per ricongiungimento familiare o bambini molto piccoli se proprio non c’è un pediatra disponibile.
Si determina quindi una sorta di “valvola permanente a flusso obbligato” nella lista di assistiti del medico per cui i residenti vengono gradualmente sostituiti dai non residenti”.

“Questo ha molte conseguenze, innanzitutto le scelte temporanee sono un magma estremamente difficile da gestire per la continuità delle cure in pazienti che “vanno e vengono” quindi è bene che non superino una certa soglia, inoltre è evidente che in questo caso il cittadino residente è svantaggiato rispetto al non residente nella scelta del medico di fiducia. Questa anomalia, derivata da una lettura letterale del nuovo contratto che non distingue le categorie degli assistiti per i massimali, può essere corretta solo dalla regione oppure da un accordo integrativo regionale che però è attualmente in alto mare (se non già affondato)”, conclude Pietro Pesaresi.