Home___primopianoSoftware non va e medici in rivolta, AUSL Romagna ammette: “Disagi rilevanti”

L'azienda sanitaria annuncia di voler trovare "soluzioni intermedie" ma i professionisti chiedono un netto cambio di rotta


Software non va e medici in rivolta, AUSL Romagna ammette: “Disagi rilevanti”


3 Agosto 2024 / Redazione

In Romagna il nuovo software, progettato per gestire le diagnosi mediche, ha trasformato le prescrizioni per visite specialistiche ed esami di laboratorio in una vera e propria corsa a ostacoli. Anche per i pazienti con emergenze oncologiche, ottenere le necessarie cure mediche è diventato un problema complicato, creando un ping-pong frustrante tra il paziente, i medici di famiglia ei centri unici di prenotazione.

Ieri 25 medici di Rimini, rappresentanti di tutti i colleghi della zona, si sono riuniti per esprimere il loro disagio e il malcontento verso il nuovo sistema imposto dal decreto. “La nostra professione è diventata una sfida costante” ha dichiarato la Dott.ssa Giulia Grossi, Segretaria dei Mediciegretaria medici base FIMMG. Secondo la Dott.ssa Grossi, “Da quindici giorni, le impegnative vengono rimandate indietro dal CUP perché non riescono a identificare la prestazione come corretta. Prescrivere esami di laboratorio o visite specialistiche è diventato molto difficile e non è colpa del medico che improvvisamente non sa più usare il computer o non ha studiato i nuovi protocolli, ma è colpa di chi ha introdotto questo sistema. I pazienti devono sapere che lo scopo dei nostri ambulatori deve essere quello di curare, visitare, ascoltare, e dedicare tempo e attenzione: deve continuare. a essere così

I medici hanno richiesto un adeguamento immediato dei nuovi protocolli, ma è stato comunicato loro che l’allineamento del sistema arriverà solo entro metà settembre. Per i medici, questo ritardo è inaccettabile e rischia di mettere a pentimento la salute dei pazienti. Pietro Pesaresi, Vicepresidente di SNAMI e Presidente del sindacato provinciale, ha espresso critiche severe nei confronti della Regione: “Le responsabilità di questa situazione sono tutte in carico alla Regione. Noi siamo medici e vogliamo fare i medici, decidere in scienza e coscienza cosa è meglio per i nostri assistiti Il medico di famiglia oggi deve solo compilare u a suon di crocette una lunga schermata di voci, dopodiché il responso lo dà il computer“.

La Regione, attraverso l’Assessorato alla Salute, ha introdotto le griglie un percorso obbligato nella cartella clinica, costringendo i medici a scegliere tra opzioni come “urgente”, “prioritaria”, “differibile” e “programmata”. Inoltre, il nomenclatore delle prestazioni è stato modificato senza un adeguato allineamento della cartella clinica regionale. Pesaresi ha anche sottolineato che i medici non sono stati coinvolti nel processo decisionale che ha portato a questi cambiamenti. “Non siamo stati presi in considerazione quando sono stati decisi criteri e nomenclatura per le prescrizioni, ma solo avvisati del cambio a partire dal 15 luglio senza la possibilità di studiare o adeguarci per tempo al nuovo protocollo. Pesaresi ha avvertito che, se la situazione non migliorerà, i medici non escludono la possibilità di sciopero: “Se la Regione non cambierà rotta, continueremo a dare battaglia. Vorremmo evitare lo sciopero per non creare ulteriori disagi ai nostri assistiti, ma se la situazione non cambia, non lo escludiamo”.

Senza nominare la protesta dei medici, arriva la risposta della direzione di AUSL Romagna. Una replica lunga e articolata, dove si ammettono i problemi, anche di comunicazione, mentre si annunciano azioni per correre ai ripari.

“Come apparso sulla stampa e sui siti web delle testate locali – si legge nel comunicato dell’azienza sanitaria  le ultime settimane sono state caratterizzate da disagi, alcuni più lievi, altri più impattanti, per quanto riguarda la prescrizione e la prenotazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Tali disagi, sebbene appesantiscano l’attività di tutti i prescrittori (ospedalieri, convenzionati e medici di medici generale), hanno creato maggiori difficoltà proprio ai medici di medicina generale Quanto sopra nasce dal fatto che dal 15 luglio scorso tutte le Aziende della Regione hanno adottato il nuovo nomenclatore delle prestazioni specialistiche; ciò significa che alcune prestazioni non sono più presenti, altre nuove sono state inserite, altre ancora hanno una codifica modificata o “spacchettata”. Dal punto di vista informatico è stato necessario programmare ed avviare consistenti attività di adeguamento e configurazione degli applicativi aziendali collegati a questa linea assistenziale: praticamente tutti gli applicativi sanitari in uso in azienda (CUP; Pronto soccorso, Anatomia patologica, Radiologia, Laboratorio analisi) sono stati coinvolti dalle integrazioni necessarie. Al contempo è stato necessario assicurare il funzionamento dei software con una sorta di doppio nomenclatore, affinché si possano continuare a gestire le prestazioni presenti nel precedente nomenclatore, per garantire la prenotazione e l’erogazione delle prescrizioni emesse sino al 14 luglio. La verifica se l’adeguamento al nuovo nomenclatore è stato correttamente recepito dai molteplici applicativi è praticamente completata e a breve molti dei disservizi non dovrebbero più presentarsi”.

“Tuttavia, l’impatto delle modifiche previste dal nuovo nomenclatore è stato rilevante non solo per i sopra descritti aspetti di diverse descrizioni delle prestazioni, codifiche e transcodifiche, che impattano sulle abitudini dei medici e che sicuramente nella fase iniziale creano disagio, portano ad errori e allungano i tempi di lavoro, ma che trovano supporto attraverso la diffusione di schede informative sulle prestazioni che necessitano di nuova attenzione. I disagi rappresentati sulla stampa risiedono soprattutto nel fatto che sono state sovrascritte tutte le informazioni relative ai protocolli prescrittivi di appropriatezza, nonché tecnico organizzative (per esempio, quali percorsi attivare per l’accesso in urgenza), che negli ultimi decenni avevano portato a specifiche configurazioni dei sistemi al fine di agevolare e orientare l’attività prescrittiva. In particolare, assieme al nuovo Nomenclatore, sono stati sovrascritti i protocolli prescrittivi della Romagna con quelli condivisi negli ultimi anni a livello regionale (le altre aziende della Regione li avevano già acquisiti e si era dato più tempo alla Romagna per adottarli proprio in virtù del fatto che qua esistono consolidati e apprezzati protocolli sebbene non sempre corrispondenti a quelli regionali)”.

“Purtroppo, che tali protocolli entrassero in vigore assieme al nuovo Nomenclatore non è stato oggetto di adeguate e ampia comunicazione ai vari livelli e questo ha disorientato un po’ tutti gli attori del sistema Azienda. In questa fase, in cui ci si sta confrontando con il livello regionale per poter trovare una soluzione intermedia, pur consapevoli che è nostro dovere assumere comportamenti prescrittivi aderenti a quanto avviene per tutti gli altri professionisti della Regione, i Dipartimenti delle Cure Primarie hanno trasmesso dei documenti in versione pdf ai MMG e PLS con le indicazioni tecnico organizzative per accedere agli accessi con urgenza U (entro le 72 ore)”.

“Tutto quanto sopra descritto ha effettivamente appesantito le attività per tutti gli operatori e per i pazienti, che a volte si sono visti rimandare dal medico, ma ancora una volta la collaborazione di tutti (prenotatori, uffici back, prescrittori, informatici, cure primarie e distretti) sta permettendo di dare sempre la risposta, e a tutti va un sincero ringraziamento.
Ovviamente, questa vicenda in nulla e per nulla è correlata all’apertura dei CAU”.