Home___primopianoSpiagge, Biagini di Mare Libero scrive al Presidente della Repubblica: “Rispettare le norme europee”

Roberto Biagini risponde ai presidenti del Sib Antonio Capacchione e di Fiba Maurizio Rustignoli che hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi


Spiagge, Biagini di Mare Libero scrive al Presidente della Repubblica: “Rispettare le norme europee”


5 Marzo 2023 / Redazione

I presidenti del Sib-Confcommercio Antonio Capacchione e di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nei giorni scorsi ha espresso riserve sulla proroga di un anno delle concessioni balneari approvata nel decreto milleproroghe.

Sulla presa di posizione delle due associazione interviene Roberto Biagini presidente Coordinamento Nazionale Mare Libero.

“ILL.MO PRESIDENTE DELLA REPUBBICA

On. Sergio Mattarella

Controdeduzioni a Lettera Fiba Confesercenti- Sib Confcommercio.

I seguenti controinteressati:

tutti i cittadini italiani che rivendicano il loro diritto costituzionale di poter utilizzare liberamente e gratuitamente i beni demaniali marittimi;

tutti gli imprenditori del compartito turistico ricreativo che chiedono inutilmente da lustri di poter partecipare anche loro a procedure pubbliche di comparazione per utilizzare parte del demanio marittimo a fini economici ma che ne sono impossibilitati perché esiste una situazione di monopolio non degno di un paese civile che tutela i privilegi di pochi a scapito dei diritti di tutti.

CONTRO

Fiba Confesercenti                  in persona di Maurizio Rustignoli

e

Sib Confcommercio                 in persona di Antonio Capacchione

ESPONGONO

Con lettera del 27 Febbraio u.s. indirizzata al Sig. Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i Sig.ri Rustignoli-Capacchione nelle loro qualità rappresentavano quanto segue:

  1. Le scriventi Organizzazioni di categoria con la presente Le rappresentano che i balneari italiani da troppo tempo vivono e lavorano in uno stato di profonda incertezza per l’abrogazione, con il dl. 30 dicembre 2009 nr. 194, del cd diritto di insistenza che fino ad allora aveva assicurato la continuità aziendale inducendo gli attuali operatori a scegliere questa attività e a farne una scelta di vita”.

1a. Lo stato di profonda incertezza è una condizione presente in molte se non tutte le imprese italiane: sia quelle che non utilizzano, in regime di monopolio e per un tempo che rasenta ormai  l’ eternità, un bene pubblico, sia quelle che essendo titolari di una concessione pubblica con scadenza contrattualmente certa, quindi non beneficando del vergognoso ed illegittimo diritto di insistenza, hanno esercitato l’attività d’impresa per il tempo autorizzato e poi hanno indirizzato la loro attività in altri campi senza raccontare balle urbi et orbi e senza piangere miseria in tutte le istituzioni locali e nazionali con la complicità della classe politica.     

  1. Da quel momento si è proceduto a prorogare la scadenza delle concessioni vigenti nelle more di una riforma della materia sempre rinviata e mai fatta da tutti i Governi che nel frattempo si sono succeduti”.

2a. “Si è proceduto”? Cos’è una barzelletta?  Voi e solo voi avete fatto in modo, sia come singoli imprenditori che come associazioni di categoria e in complicità con la politica bipartisan, che si “procedesse” con 24 anni di proroghe, dal 2009 al 2033, poi dichiarate illegittime dagli organi di giustizia europei e nazionali, impedendo di conseguenza qualsivoglia proposte di riforme che non fossero quelle che cristallizzassero il diritto eterno di fare i vostri comodi sulla spiaggia a danno dell’ utilizzo generale dei beni pubblici e in spregio alla libera iniziativa economica di chi avrebbe voluto, ma non ha mai potuto, concorrere per proporre gestioni imprenditoriali o progetti diversi/e dalle vostre/i utilizzate fino ad oggi in regime di monopolio.

  1. Lo scorso 24 febbraio, in occasione della promulgazione della legge di conversione del decreto legge 29 dicembre 2022 nr. 198, ha inviato una Sua lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato, per segnalare molteplici profili di criticità del provvedimento legislativo. Fra le evidenziate criticità ha menzionato anche le norme che hanno ulteriormente prorogato le concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreative. Ha quindi invocato un intervento legislativo che assicuri la concorrenza e nel contempo tuteli i diritti degli operatori e la certezza del diritto”.

3a. Ma vi siete chiesti perché mai il Presidente della Repubblica si è sentito in dovere di soffermarsi proprio sulla tematica delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo, denunciando una situazione di illegittimità che voi come associazioni di categoria avete contribuito a creare e non certamente a subire, per tutelare i privilegi di pochi ostacolando in tutti i modi le dinamiche di quella libertà di concorrenza spesso da voi osannata in tutti i comparti del mercato ad eccezione, però, del settore delle concessioni demaniali a scopo turistico ricreativo ?  Siete complici non vittime della edificazione di quel sistema marcio denunciato dal Presidente Mattarella.    

  1. Signor Presidente della Repubblica quanto da Lei invocato è proprio quello che da tempo chiedono i balneari italiani: che l’esigenza di una maggiore concorrenza non avvenga a discapito dei diritti fondamentali, come il lavoro e la proprietà aziendale degli attuali operatori o violando il loro legittimo affidamento nelle leggi e nei provvedimenti del nostro Stato. Per cui ci auguriamo che la Sua lettera contribuisca alla soluzione strutturale e definitiva della questione.”

4a. I balneari italiani hanno da sempre chiesto la proprietà piena del demanio marittimo sponsorizzandone più volte, ancora oggi, la sdemanializzione. Ve ne siete già dimenticati,  Rustignoli e Capacchione?  Se fosse per loro (e per voi) non basterebbe neppure l’estensione della proprietà della sabbia e del mare ai sensi dei postulati del diritto romano: domìnium ex iùre Quirìtium, usque a sìdera, usque ad ìnferos, cioè dalle stelle fino agli inferi. Troveremmo i lettini e gli ombrelloni anche su Alfa Centauri. Siete proprio degli sbadati, vi siete anche dimenticati, guarda caso, che i diritti fondamentali valgono anche per “i cittadini diversamente balneari”, e cioè per tutti coloro che vorrebbero, ma non possono, andare al mare senza pagare; per coloro che vorrebbero concorrere a lavorare anche loro sul demanio ma non possono perché sono lustri che vige un monopolio dei soliti noti a tutela dei loro privilegi. Violazione del legittimo affidamento? La giurisprudenza ammnistrativa lo ha ampiamente riconosciuto fissando al contempo paletti insuperabili affinché esso non si trasformi in un illegittimo arbitrio che consolidi il privilegio per pochi a danno di altri. Leggetele.

  1. Signor Presidente della Repubblica nella Sua lettera ha, poi, sottolineato la necessità di interventi legislativi non confliggenti con il diritto europeo. Le rappresentiamo che i balneari italiani chiedono proprio la corretta applicazione del diritto europeo. Ci è stato evidenziato che la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha affrontato la questione, ha chiarito che l’applicazione della cd Direttiva Bolkestein presuppone la scarsità della risorsa che spetta allo Stato italiano accertare (punto 43 della sentenza CGUE 14 luglio 2016 Promoimpresa)”.

5a. Come no, i balneari chiedono la corretta applicazione del diritto europeo, come a Rimini chiedevano la corretta applicazione delle norme sulle sanatorie edilizie-paesaggistiche: l’importante era che colui che le avrebbe poi dovute applicare non estendesse lo sguardo a tutto lo stato di fatto rappresentato ma si concentrasse solo sul perimetro dell’abuso e dimenticasse il resto dell’elaborato. Guardare la pagliuzza e chiudere l’occhio sulla trave, il dito ma non la luna. Anche in questo caso la produzione giurisprudenziale nazionale e europea ha ben definito il concetto di “risorsa scasa”. Leggete anche questa parte e ricordatevi che oltre alle direttive esistono le norme del Trattato, fonte gerarchicamente superiore. Come mai, Rustignoli e Capacchione, non avete mai accennato alle procedure di infrazione U.E. del 2008, 2010 e 2020 o alle denunce dell’AGCM? Vi siete dimenticati anche di quelle? Sapete che per il “bengodi” di pochi saremo tutti noi italiani a doverne poi subire le conseguenze? Vi è sfuggito anche questo piccolo particolare da raccontare al Presidente Mattarella. Chissà perché..

  1. La stessa sentenza ha anche precisato (punto 56) che l’applicazione della medesima Direttiva debba avvenire nel rispetto dei “motivi imperativi di interesse generale” fra i quali rientrano, fra l’altro, proprio i menzionati diritti al lavoro, alla proprietà aziendale e alla tutela del legittimo affidamento. Signor Presidente della Repubblica, nella Sua lettera ha anche segnalato la possibile incompatibilità delle norme varate con “sentenze definitive nn. 17 e 18 dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato”.

6a.  Sig.ri Rustignoli e Capacchione la nota sentenza Promoimpresa e Melis, ha ammonito l’Italia a  rispettare la direttiva Bolkestein, nonché ancor prima l’art. 49 TFUE, che osta all’adozione di proroghe  automatiche  delle  concessioni,  che  impedirebbero  alle  imprese  con  sede  in  altri  Stati  membri  di partecipare alle  procedure  selettive  per gli  affidamenti,  in  evidente  violazione  del  principio di  parità  di trattamento  e  di  non  discriminazione.  In quella occasione  la  Corte  ha rammentato  che  la  direttiva Bolkestein consente agli Stati membri di tener conto, nella predisposizione delle procedure selettive, di motivi imperativi di interesse generale, come gli obiettivi di politica sociale o di tutela dell’ambiente, e lascia, dunque, un ampio margine di intervento ai legislatori nazionali La nozione di “motivi imperativi di interesse generale” cui fanno riferimento alcune disposizioni della direttiva Bolkestein (2006/123/CE) è  stata  progressivamente  elaborata  dalla  Corte  di  giustizia  nella  propria  giurisprudenza relativa  agli  articoli 43  e 49  del  trattato,  e  potrebbe  continuare  ad  evolvere nel senso diametralmente opposto rispetto a quello che voi continuate, pro domo vostra, a  raccontare, a mistificare.

  1. Con deferenza e rispetto facciamo presente che si tratta di sentenze che hanno sollevato diffuse perplessità, critiche e persino sconcerto fra i giuristi per la presenza di molteplici e gravi vizi: dal diniego, all’eccesso di giurisdizione; dall’invasione del potere legislativo a quello della Corte Costituzionale. Per tale motivo sono state, con il convinto e appassionato patrocinio di Autorevoli giuristi, ritualmente impugnate davanti alla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite. Ci permettiamo di allegare copia del Ricorso in Cassazione dal quale potrà rilevare, da Insigne giurista oltre che da Autorevole Custode della Costituzione, la gravità dei vizi di quelle sentenze ancora sub judice. Signor Presidente della Repubblica, la balneazione attrezzata italiana è il frutto del lavoro di decine di migliaia di famiglie che hanno avuto l’unico torto di aver creduto nelle leggi dello Stato e che adesso rischiano di perdere il lavoro e il frutto del loro lavoro. Anche in considerazione del Suo Autorevole intervento, Le chiediamo un incontro per meglio rappresentare le ansie e le preoccupazioni di chi ha realizzato, con sacrifici e passione, un modello di balneazione che il Mondo ci invidia.

7a.  Rustignoli e Capacchione, il Presidente Mattarella non ha certamente bisogno della vostra declamazione o deferenza (ho mutuato il termine politically correct, ma avrei dovuto usarne un altro…) e del vostro invito per la lettura delle sentenze gemelle del Consiglio di Stato del Novembre 2021 avendo Egli tutta l’esperienza e la competenza per averle già interpretate nel loro giusto senso come si evince dalla sua lettera di richiamo e non si permetterebbe mai di andare ad interferire, come invece da qui a due anni a questa parte tutti voi tentate inutilmente in ogni dove con la compiacenza e la complicità dei parlamentari-concessionari di travisarne il significato, con il ruolo di altri organi costituzionali che nell’ ambito delle loro prerogative le stanno interpretando e attuando o che le dovranno eventualmente giudicare nel loro ruolo di revisione.

Salvis iuribus

Roma-Rimini 05.03.2023

Roberto Biagini (Coordinamento Nazionale Mare Libero)