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E Nando Piccari riconosce i meriti di Giorgio Ciotti, “l'uomo dalle simultanee contrapposizioni”


Spinelli batte Tosi 1-0


16 Giugno 2022 / Nando Piccari

Oltre a quelli conclamati e resi pubblici, qui da noi la tornata elettorale appena conclusa prevedeva un ulteriore contenzioso, semi-nascosto ma non per questo meno combattuto: il derby fra le due primedonne della destra riminese, Renata Tosi e Domenica (Mimma) Spinelli.

In palio vi era il primato a chi di loro fosse riuscita a rimanere di più e meglio al governo del proprio Comune per interposta persona, visto che un’incomprensibile “sfizio legale” impediva a entrambe di continuare ad essere la Signora Sindaca (pardon, il Signor Sindaco, perché loro hanno sempre rifiutato “quelle smancerie femministe…”).
Il risultato non ammette discussione: ha vinto la corianese.

Fra i suoi sottoposti aveva scelto di gettare nella mischia colui che, oltre ad essersi sempre mostrato il più Mimmo-dipendente, risultava anche il più nerboruto, perciò in grado di “far stare al loro posto” gli avversari in campagna elettorale. La Spinelli continuerà pertanto a comandare per il tramite di un Sindaco politicamente e caratterialmente a sua immagine e somiglianza, che nelle prime battute s’è detto portatore di importanti progetti. A scanso di equivoci, progetti non già riferiti al suo essere rinomato ingegnere di paese, come insinuano certe malelingue comuniste, ma ricevuti in “eredità politico-amministrativa” dalla sua Musa ispiratrice.

Un Primo Cittadino che – forse in omaggio al nonno Podestà? – c’è da immaginare non avrà remore il 25 Aprile a urlare «Basta con queste cazzate, siete ridicoli», come s’è lasciato scappare durante un confronto pubblico con gli altri candidati a Sindaco.

Strategia completamente diversa quella che ha invece adottato la Tosi a Riccione.
Non avrebbe avuto bisogno di molti sondaggi per intuire cosa i Riccionesi ricorderanno più a lungo dei suoi otto anni da Sindaco. Vale a dire lo smagliante “sorriso h. 24”, corredato da uno sguardo accattivante e dall’eloquio pimpante.
Certo, dare piena continuità ad un siffatto protagonismo sarebbe comunque stato per Renata quasi impossibile, ma almeno avrebbe potuto provarci, scegliendo a succederle chi di più vi si avvicinasse.

Invece ha optato per un candidato dall’aspetto pacioso e dallo sguardo mite, di cui si coglieva bene, nelle foto, il tentativo di sorridere senza però averne l’attitudine. Così come nel sentirlo parlare se ne apprezzava, al di là dei contenuti, la pacatezza e la riflessività. Sintonia politica a parte, per il resto sembrava dunque essere l’anti-Tosi.
Altroché sbraitare, come fa ora, esagitati anatemi del tipo: «È stata una campagna elettorale farsa, hanno vinto i comunisti! Hanno rubato il consenso, hanno messo le liste civiche intorno al Partito democratico solo per ingannare la città». «Il Pd si è mosso nell’ombra, Daniela Angelini ha fatto finta di essere civica». «Avevamo avuto otto anni di libertà, adesso sono tornati loro, quelli del Pd, i comunisti. Si vede che agli elettori piace essere governati da Bologna e da Rimini».

Dovrebbe invece avere il coraggio di ammettere che la sconfitta se l’è cercata puntando su quel pacioccone di Caldari e scartando – per timore di fastidiosa concorrenza d’immagine? – la ben più accattivante candidatura della On. Raffaelli.
Che con il sostegno del suo socio legaiolo Morrone, il quale non ha mai perso un’elezione, e soprattutto mettendo in mostra quella sua aria da stizzosetta sbirulina, sarebbe stata lei la carta vincente, in grado di portare la destra a riconquistare Riccione.

Il Comune in cui l’avvicendamento nel ruolo di candidato Sindaco non ha conosciuto remore né tentennamenti è stato invece Morciano, dove senza alcun patema il “Ciotti di prima”, targato “quasi centrodestra”, ha ceduto il posto all’ecumenica candidatura del “Ciotti di adesso”, sostenuta con convinzione da tutti i non leghisti morcianesi. Ed è cosi che “Ciotti Sindaco Bipartisan” è stato eletto con il 91.72% di consensi, lasciando al suo avversario leghista “gli ossi della polenta”, avrebbe detto mia nonna.

Chi non conosce Giorgio si sarà magari stupito del suo sentirsi a proprio agio nel capeggiare quel mix di destra e sinistra sotto lo stesso tetto. Ma questo perché costui ignora come Ciotti sia “l’uomo dalle simultanee contrapposizioni”: abbastanza progressista ma anche un po’ conservatore; cordiale ma non di rado pure scorbutico; ironico o “incazzoso” a giorni alterni; portatore sano di ansiogena pacatezza.

Nei ventidue anni vissuti a Montefiore, con sconfinamento a Morciano, ho imparato a conoscerlo e a volergli bene, anche se il nostro incontrarci e scontrarci in politica mi ha fatto talvolta venire in mente una frase scherzosa, recitata nel dialetto della sua indimenticata Valconca, con cui se ne usciva nostra mamma quando da bambini la facevamo arrabbiare: “Tci furtuned che at voi ben, si no at ciacaria la testa”.

Nando Piccari

Post scriptum
Ascoltata l’altro giorno al bar:
“Non capisco tutto questo scandalo perché il biglietto aereo del mancato viaggio di Salvini a Mosca glielo ha acquistato l’Ambasciata Russa”.

“Ma come, non poteva andare da solo sul sito dell’Aeroflott? Un clic e via…”

“La fai facile tu. E devi scrivere il Pin, fornire la password, digitare l’App… Salvini non ha tutto quel tempo da perdere”.

“Ah già, perché a lui tocca lavorare dalla mattina alla sera per la pace…”

“É inutile che tu faccia dello spirito. Fino al 12 ha inoltre dovuto impegnarsi per il referendum, anche se alla fine è andata com’è andata, con solo quel 20,8% di votanti”.

“…che sarebbero stati almeno il 30%, qualora se ne fosse rimasto zitto”.

“Non raccolgo la provocazione. Ma tornando al biglietto, Salvini ha spiegato chiaramente che lui non aveva i rubli per poterlo comprare, dovendolo pagare in moneta russa”.

“Già, perché del cambio moneta effettuato nei suoi viaggi a Mosca insieme a Savoini gli sarà rimasto sì e no qualche spicciolo, dopo l’acquisto di tutte quelle magliette con la faccia di Putin”.

“Devo ridere? La verità è che invece voi di sinistra invocate la par condicio solo quando vi fa comodo. Per esempio, Draghi fra qualche giorno volerà a Tel Aviv: pensi che il biglietto della El Al se lo compri lui con i ‘nuovi shekel israeliani’ di cui dispone? È chiaro che glielo fornirà l’Ambasciata di Israele in Italia. E ancora: quando Macron è venuto al Quirinale, forse che il biglietto Air France non glielo aveva fatto trovare bello e pronto l’Ambasciata Italiana a Parigi? E allora basta con tutta questa preconcetta ostilità verso Salvini, solo perché lui per la pace si fa in quattro”.