Spolverate di neve in Romagna, poi gelate notturne ma massime in aumento
8 Gennaio 2024 / Roberto Nanni
Gli ultimi aggiornamenti confermano l’arrivo di correnti gelide provenienti dall’Artico che saranno la causa oltre del generale abbassamento delle temperature anche di una residua instabilità sul versante Adriatico. Se da una parte infatti ci si aspetta una temporanea intensificazione del freddo con un clima che si farà prettamente invernale, dall’altra, lo stesso afflusso di correnti che transiterà sulla superficie del mare, potrà determinare, per effetto della nuvolosità, qualche fenomeno nevoso fin sulle pianure delle zone interne romagnole. Da questo tipo di circolazione deriva un fenomeno meteorologico battezzato con l’acronimo ASES (Adriatic Sea Effect Snow), dove una massa d’aria, all’origine molto fredda e secca sospinta da venti di Bora e/o Tramontana, a contatto con la superficie dell’acqua più tiepida ed umida, si alleggerisce diventando instabile. Questo processo termodinamico in presenza di condizioni specifiche può determinare precipitazioni convettive con nevicate addirittura sui settori costieri, ma gli accumuli più significativi si verificano solitamente nell’entroterra, agevolati dall’orografia appenninica.
Dalle simulazioni atmosferiche di domani, martedì 9 gennaio, nonostante le schiarite faranno capolino su gran parte della regione, qualche addensamento minaccioso potrà farsi strada da Nordest sulla Bassa Romagna spingendo qualche fiocco di neve a raggiungere le colline o più specificatamente le pianure interne delle valli montane del Cesenate e Riminese. Episodi sparsi o comunque sporadici che sebbene potranno assumere temporaneamente le caratteristiche di graupel o gragnola difficilmente riusciranno a depositarsi se non per brevi effetti scenografici.
Successivamente per la giornata di mercoledì in Emilia-Romagna ci attendono delle condizioni con cieli irregolarmente nuvolosi con delle coperture un po’ più compatte sulla Romagna, con pochi fenomeni di rilievo se non deboli nevicate al di sopra dei 1000-1200 metri ca. Temperature in diminuzione, specie nei valori minimi che potranno risultare tra -1 grado delle pianure occidentali e 2 gradi dei settori costieri. Gelate notturne e mattutine nelle aree di aperta campagna e sui rilievi. Massime con valori fra 3 e 6 gradi. Una ventilazione proveniente dai quadranti settentrionali potrà soffiare debole con locali rinforzi sul crinale appenninico, mentre il mare risulterà mosso ma con moto ondoso in progressiva attenuazione.
Che cosa accadrà poi? Nel frattempo che la depressione si sarà allontanata verso Sudest, lasciando definitivamente la nostra Penisola, un nuovo sistema nuvoloso si affaccerà sul Mediterraneo occidentale: portando un peggioramento del tempo sulle aree tirreniche del Centro-Sud e marginalmente anche del medio Adriatico.
Tuttavia la nostra regione non dovrebbe esserne più di tanto coinvolta, se non con un tipo di nuvolosità in aumento che nelle giornate di giovedì 11 e, forse parte di venerdì 12, a tratti potrà rivelarsi più stratificata. Al netto di un contesto freddo e asciutto, ma non perturbato, le regioni settentrionali italiane, così come l’Emilia-Romagna, potrebbero trovarsi maggiormente esposte alle correnti settentrionali, dove ben presto gli annuvolamenti lasceranno ancora spazio alle ampie schiarite nel corso della seconda parte della settimana, favorendo, però, delle gelate diffuse anche sulla pianura nel primo mattino e in particolare in quelle aree meno raggiunte dalla ventilazione: là dove verrà mantenuto integro il cuscinetto d’aria fredda che nei prossimi giorni andrà a consolidarsi.
Al contrario, le temperature massime saranno perlopiù in lieve aumento, in particolare nelle aree soleggiate del Nord, sotto la maggior influenza di una rimonta dell’alta pressione che dovrebbe riportare condizioni di generale stabilità atmosferica. Se le temperature tornassero a salire, soprattutto nelle regioni occidentali, ponendo fine alla breve parentesi invernale, dal punto di vista termico, il nostro Paese verrebbe a trovarsi giocoforza nella fascia di transizione tra le masse d’aria più tiepide presenti nel sudovest dell’Europa e quelle gelide del settore orientale che potrebbero così lambire il settore adriatico e il Meridione. Zone, quest’ultime, che rimarrebbero più a rischio di fasi ventose e con temperature, seppur di poco, al di sotto delle medie stagionali. Si tratta comunque di dettagli ancora molto incerti che dovranno essere opportunamente verificati nei prossimi aggiornamenti.
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