HomeEconomia e LavoroStabilimenti balneari, Nomisma: 6500 concessioni che fatturano oltre 2 miliardi

Lo studio è stato commissionato dai sindcati balneari di Confcommercio e Confesercenti


Stabilimenti balneari, Nomisma: 6500 concessioni che fatturano oltre 2 miliardi


22 Febbraio 2023 / Redazione

Nomisma ha realizzato per conto del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari e FIPEConfcommercio uno studio sul valore delle imprese balneari in Italia. Si tratta di un’indagine approfondita quale contributo al dibattito in corso sulle concessioni demaniali e le modalità di rinnovo in sintonia con le norme europee. Evidente che si tratta di uno studio commissionato dai due sindacati balneari impegnati nella salvaguardia dello stato attuale e in totale disaccordo sulle procedure di eveidenza pubblica.

Fatta questa premessa, lo studio è interessante sotto molti punti di vista.

Quante solo le imprese balneari in Italia con finalità turistiche.

Il sistema informativo del demanio ha censito 26.313 concessioni, 15.414 delle quali ad uso turistico-ricreativo. Se numericamente quelle turistico-ricreative sono prevalenti, (58,6% del totale), dal punto di vista della superficie sono assolutamente residuali occupando appena lo 0,50% dell’area demaniale complessiva. Come si noterà dalla tabella, la parte più rilevante è quella della pesca e acquacoltura, che vale da sole il 98% di tutte le concessioni. In ordine di grandezza le concessioni turistiche sono al secondo posto con oltre 53 milioni di metri quadri.

 

Le aziende turistiche ricettive sono 6.592 (marittime, lacuali e fluviali) che impiegano, nei mesi di alta stagione, 60mila addetti (43mila dei quali dipendenti).

Questo primo dato smentisce quelli fin qui forniti negli anni, che parlavano di 300mila addetti e trentamila famiglie. I numeri reali sono molto diversi.

A livello regionale, nelle prime 3 posizioni troviamo l’Emilia Romagna con 969 imprese balneari (14,7% del settore), la Toscana con 850 (12,9%) e la Liguria con 753 (11,4%), seguono la Campania (645; 9,8%), la Calabria (578; 8,8%) e il Lazio (513; 7,8%).

Quanto fatturano

Lo studio di Nomisma stima un fatturato medio di circa 260.000€ ad azienda, generato per il 50% dai ‘servizi tradizionali’: spiaggia, parcheggio e noleggio attrezzature. Bar e ristoranti arrivano a contribuire con una quota addizionale intorno al 48% del totale.

Maggiore è la competitività da parte delle aziende più strutturate (con un fatturato di oltre 300.000€), mentre sono alte le difficoltà per quelle tra 120.000 e 300.000€. Dalle interviste è scaturito che per ben otto imprenditori su dieci (tra titolari e soci) l’impresa balneare rappresenta la principale fonte di reddito della famiglia.

Le 6.592 imprese attive in Italia, che operano attraverso 10.443 stabilimenti con 44.134 addetti producono un valore aggiunto per il 2019 (anno di stima), a 2,1 miliardi di euro (dati Istat, Banca d’Italia, Nomisma).

Il 69% degli imprenditori titolari della concessione sono uomini. L’età prevalente è ricompresa nella fascia di età 40-64 anni (68%), mentre solo uno su 10 è possibile annoverarlo tra i giovani.

In tema di investimenti, nel biennio 2020-2022 oltre il 60% delle imprese ha acquistato attrezzature e arredi e circa il 50% strutture amovibili. Interventi ascrivibili nella normale manutenzione di un’impresa.

La clientela degli stabilimenti balneari è, ancora oggi, largamente fidelizzata: più della metà è ospite da almeno 5 anni e quasi 1/3 da oltre 10 anni. Una fidelizzazione legata in molti casi ai residenti delle località balneari, che normalmente affittano un ombrellone stagionale.

Con lo studio commissionato da due sindacati balneari si vuole “dimostrare che gli operatori balneari adottano comportamenti tipici di una articolata gestione imprenditoriale.”  “Si può sostenere, continua Nomisma, quindi, che la ricerca ci restituisce una narrazione distante da quella prevalente che raffigura le strutture come operatori che si limitano a sfruttare una rendita di posizione”.

“Un sistema che in 1 caso su 3 ha ampliato la propria offerta di servizi dal 2000 ad oggi, laddove quasi la metà delle imprese intervistate introduce il ristorante, assieme all’intrattenimento (45%), alle dotazioni sportive (39%) e di noleggio (37%), in un periodo che vede la comparsa anche del tema benessere”.

La Ricerca di Nomisma