Stefano Benaglia a Rimini Controluce: “Siamo passati da 100 a zero in pochi anni”
3 Ottobre 2024 / Redazione
Caro Diario, qualche giorno fa è passata in radio Fiore di Maggio, la canzone scritta da Fabio Concato proprio a Viserbella, mentre era in villeggiatura nella casa del fratello. Mi sono subito perso nei pensieri di come doveva essere Viserbella e tutta Rimini in quegli anni li.
Da una parte, quella a Sud del porto canale, il divertimentificio, con le sue discoteche e i suoi locali da ballo, il fiume di gente in cerca di divertimento e tutte le declinazioni dell’eccesso, magistralmente fotografate dal Torrepdrerese Marco Pesaresi.
Nella parte a Nord una villeggiatura più tranquilla, familiare, dedicata a chi ricercava nelle piccole pensioni l’ambiente domestico tipico del luogo e decisamente distante dalla vita delle grandi città.
A Viserbella aveva casa Enzo Ferrari, l’ideatore del marchio italiano più famoso nel mondo e che era diventato amico di Bruno Militi, inventore visionario che faceva decollare aerei davanti a bagno Giovanni. Imprenditori, cantanti, registi, inventori, calciatori, veline, personaggi dello spettacolo tutti passavano da queste parti. Eravamo una meta ambita e di tendenza.
De Andrè ne cantava la crudeltà del vivere in una città di porto e di viaggiatori, Lucio Dalla mise in musica la parte più sessuale della nostra città, Ligabue la celebrò in “Da zero a dieci” con la frase: Rimini è come il blues, dentro c’è tutto! Sembrerebbe che alla Siae siano registrate 601 canzoni con la parola Rimini. Una città che ha determinato per anni la moda nazional popolare, proletaria e borghese, con punte di aristocrazia e nobiltà europea.
Oggi non siamo più nulla. Siamo solo la brutta copia di quel mondo li, decadenti e fuori tempo. Come quelle anziane signore che vogliono apparire giovani e in forma abbiamo ceduto a lifting e chirurgia plastica da discount, soddisfacendo un po’ il nostro ego ma apparendo tristi e inconsolabili all’esterno. Facciamo, forse, un po’ di tenerezza. Abbiamo mentito a noi stessi dicendo che eravamo ancora quelli li, mentre tutto il mondo andava avanti noi eravamo ancorati ai nostri vitelloni sciupafemmine, alle nostre discoteche in chiusura, alle nostre serate di eccessi ormai esportate in tutto il mondo. Abbiamo rivalutato Fellini, che da vivo era sempre stato considerato poco o niente e ci abbiamo legato la nostra narrazione di città con valori semplici. Abbiamo dimenticato che alla fine siamo figli e nipoti di contadini e pescatori che sono diventati imprenditori con una stretta di mano e tante cambiali.
Abbiamo avuto il lusso che ha annebbiato la vista e non ci ha fatto guardare avanti. Ci hanno condannato, ci siamo condannati ad essere senza futuro. Nella difficoltà dei momenti abbiamo ceduto le attività a persone senza scrupoli, che hanno sì pagato gli affitti ma in cambio hanno impoverito le strutture, il turismo e annullato la nostra storia. Poi hanno anche smesso di pagare gli affitti.
Oggi siamo tutti così uguali che, se fotografiamo i nostri viali non riconosciamo più un’identità propria, ma una omologazione al mondo del consumismo occidentale.
Chi è rimasto a fare attività imprenditoriale si sente un sopravvissuto, quasi un prigioniero economico. La sola resistenza non basta più, è il momento di agire. Il turismo è la nostra prima e unica industria. Lo abbiamo fatto diventare alieno al nostro modo di vivere e intendere la città, trattato come un problema e non come una la nostra prima fonte di benessere. Siamo pronti a demolire hotel e pensioncine per costruire case e palazzoni, ipotecando in questo modo il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti per uno sterile e immediato guadagno economico.
Oggi siamo qui per provare a riunire i pezzi del nostro mondo in frantumi. Per guardarci in faccia e dirci le cose come sono. Perché, se oggi siamo qui è perché vogliamo ripartire, tutti insieme.
Caro Diario e cari amici, sarà durissima e a tratti potrebbe sembrare impossibile. Ma dalla consapevolezza del momento nascono le azioni per ripartire. Ripartire insieme come comunità e come cittadini di una città che è e rimane accogliente, unica, bellissima.
Stefano Benaglia
PS: questo è l’intervento letto durante l’evento Rimini Controluce sul turismo della nostra città organizzato il 30 Settembre 2024 all’hotel Oxygen di Viserbella.