Il criminologo Massimo Affronte, co-responsabile della sicurezza (VICE-DGE) negli stadi Romeo Neri di Rimini e Dino Manuzzi di Cesena, è intervenuto sulla vicenda che ha portato al divieto di trasferta per i tifosi della Rinascita Basket Rimini.
Per Affronte, autore del libro Safety & Security, la soluzione per evitare di adottare questi provvedimenti estremi, come già successo anche per la trasferta di Pesaro, è più semplice del previsto: “Il basket, a livello di misure di sicurezza, deve seguire l’esempio del calcio”.
“Proviamo a copiare il calcio e non solo per le cose negative”, attacca Affronte. “A cominciare dalla figura degli steward, che purtroppo nel basket non sono ancora obbligatori, i biglietti nominali con l’assegnazione dei posti per essere immediatamente identificati, la fidelity card per le trasferte. Non è giusto vietare le trasferte ai tifosi tranquilli, che sono la maggior parte, per colpa di quattro imbecilli che, forse, potrebbero fare danni e creare problemi”.
Affronte ricorda come “anche nel calcio prima del decreto steward (8/8/2007) i divieti di trasferta erano tanti, poi dopo anni di esperienza e “aggiustamento” del tiro si è arrivati ad una situazione in cui ormai non si adottano più certi sistemi. Se vai in trasferta e non ti comporti bene sei immediatamente identificato, scatta il Daspo e il divieto di ingresso ad ogni manifestazione sportiva per alcuni anni.
Ormai in Italia il basket ha la stessa fama del calcio, porta tanti tifosi nei palazzetti e va trattato esattamente come il calcio. Mi auguro che presto i tifosi del Rimini possano seguire i propri beniamini a Forlì come a Pesaro, se lo meritano”