Home___primopianoStrage di Bologna, arrestato neo-fascista Bellini: “Pianificava di uccidere la ex moglie”

Il 2 agosto 1980 una bomba alla stazione uccise 85 persone fra cui la 18enne riminese Flavia Casadei


Strage di Bologna, arrestato neo-fascista Bellini: “Pianificava di uccidere la ex moglie”


29 Giugno 2023 / Redazione

E’ stato nuovamente arrestato l’ex esponente di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, condannato in primo grado all’ergastolo per la strage alla stazione di Bologna: secondo l’accusa pianificava omicidi tra cui quello della ex moglie.

Il provvedimento è stato eseguito su ordine della Corte d’Assise d’appello bolognese nel carcere di Spoleto, dove l’ex neofascista si trova dopo la sentenza dell’aprile del 2022 dalla Corte d’Assise di Bologna per concorso nella strage del 2 agosto 1980. Tra i motivi che hanno portato all’arresto, ci sarebbero anche minacce nei confronti del figlio del giudice Francesco Maria Caruso, presidente della Corte d’Assise di Bologna pronunciò quella sentenza.

Sarebbero state intercettate anche frasi minacciose verso la ex moglie di Bellini, che aveva testimoniato contro di lui in modo decsivo. Dalle frasi messe a verbale sarebbe emerso un piano per ucciderla: era stata lei, Maurizia Bonini, a far crollare il suo alibi dopo 40 anni, ammettendo di aver mentito fino ad allora per coprire l’ex marito.

La donna aveva raccontato che lui era arrivato a prenderla a Rimini alle 9 del mattino di quel 2 agosto, quindi non avrebbe potuto trovarsi alle 10.25 alla stazione di Bologna. Ma nel 2019 aveva invece cambiato versione: Bellini era sì giunto a Rimini, dove lei si trovava in vacanza, ma fra a mezzogiorno e mezzogiorno e mezza: quindi il terrorista nero avrebbe avuto tutto il tempo di porre la bomba alla stazione di Bologna e anche di vederla esplodere, per poi raggiungere la riviera romagnola. Questa circostanza era stata confermata anche dal fratello della Bonini.

Inoltre, intercettato nell’ambito di un processo a Caltanissetta, Bellini avrebbe espresso propositi di vendetta anche verso il figlio del giudice Francesco Maria Caruso, ex presidente del Tribunale di Bologna e presidente della Corte d’Assise che nel 2021 lo ha condannato all’ergastolo: si anche era informato della professione e del paese in cui la esercita.

Sabato 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale un timer fece deflagrare 23 kg di esplosivo contenuti in una valigia lasciata in sala d’aspetto. L’esplosione uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite; fra le vittime anche la studentessa riminese Flavia Casadei di 18 anni. Fu il più grave atto terroristico avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra.

Oltre a Bellini, finora per la strage sono stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti appartenenti ai NAR, assieme a Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Fra i mandanti e i finanziatori, gli inquirenti hanno individuato il capo della Loggia massonica P2 Licio Gelli ed esponenti dei servizi segreti italiani.