HomePoliticaTagli alla Sanità pubblica, Gianfreda: “Si rischia di finire in un burrone”

La critica mossa al governo dall'assessore per le politiche per la salute


Tagli alla Sanità pubblica, Gianfreda: “Si rischia di finire in un burrone”


5 Dicembre 2023 / Redazione

Mentre raggiunge  l’85% di adesioni lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e infermieri iniziato alla mezzanotte del 5 dicembre, l’assessore alle Politiche per la salute del Comune di Rimini Kristian Gianfreda esprime tutta la sua preoccupazione per lo stato della sanità pubblica in questi mesi.

“Stando alle ultime statistiche nazionali, ad oggi, mancherebbero circa 30 mila medici negli ospedali di cui 4500 nei pronto soccorso, 65 mila infermieri ed, entro il 2025, 40 mila persone tra il personale medico e sanitario. Questi numeri, purtroppo, dipingono un quadro eloquente dello stato di difficoltà in cui sta versando la sanità pubblica, vittima di un esodo di organico dovuto a pensionamenti imminenti e camici bianchi che, in cerca di stipendi più competitivi e migliori condizioni lavorative, scelgono il privato o, in alternativa, fanno le valigie ed emigrano all’estero. Tra il 2011 e il 2021 abbiamo assistito in Italia alla chiusura di 125 ospedali, e il Pil per la spesa sanitaria italiana continua a rimanere sotto la media Ocse.  

Non si capisce bene la strada che vuole abbracciare il Governo attuale, ma quello che è ormai evidente è che se si continua su questa linea si rischia davvero di finire in un burrone e voltare le spalle all’articolo 32 della Costituzione.  

Sebbene la Regione Emilia-Romagna regga ancora il colpo grazie alla sua storia e alla sua tradizionale attenzione circa il tema della salute, lo scenario che si prefigura per tutti i territori è tutto fuorché luminoso.  

Cosa vuole fare lo Stato italiano, continuare a guardare inerme? Gli stipendi nel pubblico continuano a essere troppo bassi, con la conseguente emorragia di organico che non cessa di interrompersi. Anche le dimissioni di massa annunciate in questi giorni dai professionisti sanitari dovrebbero accendere ben più di un campanello di allarme. Ecco perché serve nell’immediato un’interlocuzione costruttiva che chiami in causa tutti: istituzioni, categorie professionali, sindacati e privati, nell’ottica di un dialogo più profondo sulla traiettoria che si vuole dare alla sanità, unitamente a un ripensamento delle politiche adottate fino ad oggi che abbia come scopo a breve termine lo sblocco del tetto alla spesa per il personale e all’implementazione di un piano straordinario di assunzioni. A questo, inoltre, si aggiunge anche il capitolo di una valorizzazione della dimensione convenzionata e sinergica tra le prestazioni pubbliche e private, in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti cronici e più vulnerabili dal punto di vista economico”.