Tar ordina la demolizione degli abusi al bar Souvenir sul porto di Rimini
21 Ottobre 2023 / Redazione
Con sentenza del Tar depositata il 17 ottobre il bar Souvenir sul porto di Rimini dovrà demolire degli ampliamenti risultati abusivi. In particolare le opere realizzate sul fabbricato destinato alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (sotto l’insegna “Bar Souvenir”) consistono:
– nell’ampliamento sul fronte della veranda di mq. 21 circa, utilizzata come sala bar;
– nella realizzazione di un locale di dimensioni massime pari a ml. 5.08 x 2.85 per una superficie complessiva di mq. 9.22, utilizzato come dispensa;
– nella realizzazione di locali sul retro di dimensioni massime pari a ml. 5.80 x 1.90 per una superficie complessiva di mq. 11.02, utilizzati come retro cucina;
– in modifiche alla distribuzione interna dei locali a uso esclusivo del personale, quali cucina retro e wc privati e dei servizi igienici a uso pubblico, con interventi sulle murature portanti;
– nella realizzazione di porzione di parapetti di altezza pari a ml. 1.00 sull’area esterna sul retro a delimitazione dell’area per posa dei tavoli.
Secondo la ricorrente il provvedimento impugnato andava rigettato perché partito dal presupposto della revoca dell’autorizzazione della Soprintendenza di Ravenna di annullamento dell’autorizzazione ex art. 151 D.Lgs. 490/1999 rilasciata dal Comune di Rimini”. In sostanza i gestori del pubblico esercizio lamentano che prima viene concesso il condono poi la Sovrintendenza lo revoca
Giudizio diverso da parte del Tar che dichiara il ricorso improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.
“Orbene, considerato che la ricorrente ha realizzato in area sottoposto a vincolo paesaggistico interventi edilizi non autorizzati che hanno determinato un incremento di volume e di superficie del fabbricato esistente, che le istanze di sanatoria edilizia presentate negli anni dall’interessata sono state rifiutate e i dinieghi non sono stati impugnati o i relativi ricorsi sono stati respinti, che non risulta nemmeno richiesta la sanatoria paesaggistica, che la DIA del 2008 non era completa come tempestivamente comunicato dal Comune, che non è dimostrata la risalenza del manufatto (o di parte di esso) ad epoca anteriore al 1967, deve concludersi che il provvedimento gravato risulta atto vincolato.”
Ovviamente trattandosi di una sentenza di primo grado scontato il ricorso al Consiglio di Stato. D’altra parte è una vicenda che va avanti da oltre 20 anni. Ci sarà ancora tempo per discutere.