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Un gruppo di genitori: "Come conciliare vita e lavoro?"


“Tempo pieno negato nell’unica scuola di Viserba “


30 Dicembre 2023 / Redazione

A meno di un mese dall’inizio delle iscrizioni alla Scuola Primaria per l’Anno Scolastico 2024/25, abbiamo saputo che l’unica scuola elementare di Viserba avrebbe sostanzialmente modificato la propria offerta formativa, eliminando la possibilità di usufruire dei tre rientri settimanali, una condizione di per se inadeguata alle necessità dei genitori. Dal prossimo anno scolastico infatti, sarà presente una sola sezione con un solo rientro pomeridiano.

In un’Italia in cui tutte le parti politiche si professano, a parole, tutrici degli interessi della famiglia, riteniamo che una scelta del genere sia imbarazzante.

Imbarazzante per chi la subisce: parliamo di un territorio che, secondo gli ultimi dati disponibili sul sito del Comune, ospita più di 11000 persone, in un quartiere, l’ex quartiere 5, che è il più giovane di tutta la città, in un territorio oggetto negli ultimi anni di una grandissima crescita residenziale cui non ha corrisposto un’adeguata crescita dei servizi.

Imbarazzante per le istituzioni cittadine: il plesso scolastico in cui ha sede la Scuola Primaria Flavia Casadei è stato costruito nel 1978, quando Viserba non era che una piccola frazione turistica e non il popoloso quartiere dormitorio che è oggi. Da allora la scuola è rimasta lì, è rimasta esternamente la stessa, semplicemente inadatta alle necessità di quella che è, ad oggi, una cittadina di dimensioni non trascurabili.

Imbarazzante per la stessa istituzione scolastica che non può garantire un servizio che dovrebbe, oggi, essere considerato di base, andando incontro alle esigenze dei bambini e delle famiglie perché privata delle condizioni di base per poterlo erogare: nel plesso scolastico infatti risulta presente una mensa che è però, a detta del Collegio Docenti con “carenze sia dimensionali che gestionali” (Delibera n° 24 del 20/12/2023). Tra l’altro la decisione assunta dal Consiglio d’Istituto non è coerente con il Piano dell’Offerta Formativa vigente, sottoscritto dai genitori i cui figli si sono iscritti nello scorso anno scolastico. Nella Delibera n° 24 del 20/12/2023 viene chiaramente riportato che “allo stato attuale il plesso non ha uno spazio mensa idonea ad accogliere tutte le classi che effettuano il rientro […] La soluzione con un rientro consentirebbe di andare incontro alle famiglie che chiedevano il sabato libero”. Ebbene, lo scoglio non è tanto il sabato libero quanto la possibilità di mettere insieme lavoro e famiglia, adeguando i tempi della scuola a quelli professionali.

La Scuola Primaria dovrebbe essere un servizio di prossimità, di cui fruire nel proprio ambiente di vita; alla luce di questa scelta invece, molte famiglie dovranno scegliere di spostarsi altrove, sradicando i propri figli dalla rete amicale costruita nella scuola dell’infanzia; lo spostamento potrà essere verso Santa Giustina, ove ha sede una Scuola Primaria dello stesso Istituto Comprensivo, oppure verso il quartiere delle Celle, afferente però ad un altro Istituto Comprensivo.

Tale scelta, se non sarà oggetto di ripensamento, porterà diverse criticità: un aumento del traffico, già fortemente congestionato, verso i limitrofi quartieri delle Celle e di Santa Giustina; una crescente difficoltà per l’occupazione femminile e per l’occupazione in generale per le famiglie che dovranno diminuire, se possibile, il proprio orario lavorativo per far fronte al mancato servizio; una carenza di servizi per un quartiere in crescita, oggetto a tutt’oggi di enormi interventi immobiliari (si pensi al quartiere della Corderia, con la creazione di 200 appartamenti) ed il conseguente insediamento di nuovi potenziali alunni per le Scuole di Viserba. Sembra incredibile che tra tutti gli interventi di edilizia realizzati non sia stato possibile inserire la realizzazione di una nuova scuola Primaria.

Ci chiediamo infine come questa situazione possa essere coerente con le parole pronunciate dalla vice sindaca di Rimini, Chiara Bellini, nell’Aprile 2022: “…il Comune di Rimini sarebbe già in grado di dare risposta ad un eventuale ed auspicato aumento di nuove classi a tempo pieno […] progetti educativi di quartiere che permettano l’attivazione di attività educative extrascolastiche, come laboratori, aiuto compiti, sport e atelier nel pomeriggio, a partire dalla mensa” (Il Resto del Carlino – 13/04/2022). Purtroppo, ad un anno da queste parole, sembra essere proprio l’assenza di una semplice mensa a far si che debbano essere proprio le famiglie a “sacrificarsi” per poter mettere in atto una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che dovrebbe essere invece garantita dallo Stato, a tutti i suoi livelli.

Un gruppo di famiglie di Viserba