Home___apertura“Ti prometto Ermanno che un repertorio sulle vicende democristiane riminesi lo porterò a termine”

Anche senza più incarichi,  Vichi ha continuato a essere un punto di riferimento per la politica riminese


“Ti prometto Ermanno che un repertorio sulle vicende democristiane riminesi lo porterò a termine”


2 Luglio 2024 / Paolo Zaghini

Ammalato da qualche mese, se ne è andato nella notte fra l’1 e il 2 luglio Ermanno Vichi, all’età di 82 anni, uno degli uomini che hanno fatto la storia della Democrazia Cristiana riminese, tra i fondatori locali del Partito Democratico nel 2007, uomo delle istituzioni.

Nato a Novafeltria, nella frazione di Perticara, il 18 marzo 1942. Sposato con tre figli. Docente di lettere nelle scuole medie superiori.

Al 3° Congresso circondariale della DC, il 14-15 ottobre 1972 a Bellaria, entra nell’organismo dirigente della DC riminese, il Comitato Circondariale, da cui non uscirà più sino allo scioglimento del Partito nel 1994. Entrerà eletto nella lista 3, quella dei fanfaniani (con lui Franco Beltrami, Giorgio Della Biancia, Franco Fabi, Franco Montebelli). Nel corso dei decenni il suo nome comparirà poi sempre nelle diverse liste centriste della DC. Il 15 giugno 1975 sarà eletto in Consiglio Comunale a Rimini, per poi passare alle elezioni dell’8 giugno 1980 in Consiglio Regionale a Bologna, dove rimarrà sino al 1995 (venne rieletto alle elezioni del 12 maggio 1985 e in quelle del 6 maggio 1990).

Nel 1976 editò, assieme ad Alma Bertozzi, il volume storico “Nelle mani della giustizia. Il delitto Platania nella lotta politica riminese” (Edizioni Parma, 1976) dove ricostruì le drammatiche vicende di Rimini a cavallo degli anni Venti. Il volume fu pubblicato sotto gli auspici del Comitato Regionale Emilia-Romagna per le celebrazioni del 30. Anniversario della Resistenza.

Da sx Sergio De Sio, Ermanno Vichi, Luciano Chicchi, …, Nicola Sanese

Dal 15 dicembre 1991 sino al 19 ottobre 1992 sarà Segretario provinciale della DC per una decina di mesi in un momento molto difficile per il Partito per le divisioni e gli scandali a livello nazionale.

Nel 1995 il Partito Popolare Italiano, erede della DC, lo candida a primo Presidente della nuova Provincia di Rimini. Sarà eletto con il sostegno del Patto de I Democratici, del PDS e dei Verdi con il 51,37% dei voti. Suo Vice-Presidente Nando Piccari. Lo rimarrà sino al 13 giugno 1999. Gli succederà Nando Fabbri.

Sarà poi Presidente di AMIA spa, uno dei protagonisti del percorso di fusione delle 11 multi-utility romagnole con SEABO di Bologna nel 2002 e la nascita di HERA spa, di cui sarà Vice-Presidente sino al 2006.

1981, 14 feb. Da sx Ermanno Vichi, Nicola Sanese, Armando Foschi

Il 9 aprile 2006 fu eletto deputato per l’Ulivo, in quota Margherita, sino alle elezioni anticipate del 13 aprile 2008.

Poi, anche senza più incarichi,  ha continuato a essere un punto di riferimento per la politica riminese. Come ben ha ricordato il Sindaco Jamil Sadegholvaad. Un po’ come fece per lungo tempo Walter Ceccaroni. Uomini la cui vita è sempre stata totus politicus, dedicata al Partito, alla Pubblica Amministrazione, all’affrontare e proporre soluzioni ai problemi della Città e dei cittadini. Nel depliant per le elezioni regionali del 1985 scrisse: “Dal 1980 è consigliere regionale, con incarichi delicati ed impegnativi. E’ considerato tenace, impegnato ed efficiente; ha saputo dare prova di opposizione convinta e costruttiva sui problemi decisivi della vita regionale. Attento ai problemi culturali, sociali ed economici, è convinto promotore di un nuovo rapporto pubblico privato per il rilancio della libera iniziativa e del mercato”. Vichi è stato questo sino all’ultimo.

1995, Il Presidente della Provincia di Rimini Ermanno Vichi e il Vice Nando Piccari

Ermanno nel corso degli ultimi vent’anni ho avuto più volte occasione di incontrarlo: vuoi per discutere di qualche libro, ma anche per donarmene diversi per la Biblioteca “Battarra” di Coriano; vuoi per confrontarci nel lungo percorso di nascita di HERA (lui in AMIA e io in AMIR) ad inizio anni 2000. Ma il confronto più lungo fu sulla necessità di avere un libro che raccontasse la storia della Democrazia Cristiana riminese, il maggiore partito di opposizione a quella che lui ed altri democristiani definivano “l’egemonia comunista”. In più occasioni avevo detto e scritto che era uno scandalo che nessuno ci avesse provato: le poche pagine dell’amico Francesco Succi apparse nel 2. volume della Storia illustrata di Rimini edita da AIEP fra il 1990 e il 1991 erano troppo poche per raccontare una storia importante per la Città e con protagonisti politici di grande spessore.

1996-97, Nando Piccari saluta il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a dx Ermanno Vichi

Un po’ scherzando cinque/sei anni fa, a me che mi ero sempre occupato di storia della Resistenza e del PCI riminese, mi chiese di coordinare un gruppo di lavoro che si mettesse a scrivere questa storia. Decidemmo di farlo coinvolgendo gli ex segretari: da Attilio Battarra a Massimo Pasquinelli, da Armando Foschi a Enrico Ortalli, da Giorgio Della Biancia a Italo Lazzarini, a Vichi usando anche le competenze storiche di Pier Giorgio Grassi e le memorie di Fabio Zavatta. Ne parlammo diverse volte, lui distribuì i compiti, mi confrontai con Grassi. Ma come sempre accade è difficile che non storici riescano a mettere assieme un racconto ponderato. E forse a questo impegno ci credevamo solo io e lui. E Ermanno fu anche l’unico che scrisse un testo che mi consegnò per il periodo storico che Lui aveva scelto: “La DC di Rimini negli anni 70/75”. Io nel frattempo avevo preparato la “cornice”: i congressi, gli organismi dirigenti, gli eletti. Il lavoro si fermò qui.

1997, novembre. Da sx Ermanno Vichi, Vasco Errani, Pierluigi Bersani, Antonio La Forgia

Ne parlammo ancora nell’ultimo incontro che ebbi con lui prima della fine dell’anno scorso, assieme alla richiesta che gli avanzai di poter scansionare le sue fotografie personali da aggiungere al fondo dell’Archivio fotografico dell’Istituto Storico della Resistenza. Mi disse di si, ma poi purtroppo non lo facemmo.

Ti prometto Ermanno che per quello che potrò un repertorio (non quella grande storia che desideravi tu) sulle vicende democristiane riminesi lo porterò a termine. In fondo te lo devo.

Paolo Zaghini