Torturato a morte per il bottino dei colpi a Rimini, altri due arresti in Germania
13 Gennaio 2023 / Redazione
Sono stati individuati e arrestati in Germania altri due presunti responsabili dell’omicidio di Kaled Maroufi, il 25enne tunisino trovato morto il 12 luglio scorso a Bologna in un’area ferroviaria dismessa nei pressi di via Larga.
Si tratta di due ventenni, connazionali della vittima, rintracciati dalla polizia tedesca dopo che nei loro confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo. Uno di loro è stato individuato a Karlsruhe, città nel sud-ovest della Germania, mentre l’altro è stato raggiunto all’interno di un carcere di Mannheim, dove si trovava ristretto per altra causa.
Nei confronti dei due giovani sono state avviate le procedure di estradizione. Sale così a cinque il numero dei tunisini indagati per l’omicidio del giovane ucciso il cui movente sarebbe da ricondursi a un litigio sulla spartizione di oggetti rubati: il bottino di colpi messi a segno a Rimini nei giorni precedenti.
Durante la fuga i cinque sono sempre rimasti in contatto, comunicando con messaggi in cui si accusavano reciprocamente della morte di Kaled. “Mi stai dicendo che il ragazzo è morto?”, si chiedono. “Io ti avevo detto di torchiarlo piano e tu sei andato oltre”, è la risposta. E poi c’è un video, trovato nel cellulare di uno degli indagati, in cui si vede l’ultimo arrestato in Germania torturare la vittima, legata a una sedia, con un coltello. “L’avete visto il ladro, qui, che ha un tatuaggio con scritto mamma?”, dice quest’ultimo, mentre probabilmente pratica a Kaled dei tagli proprio su tatuaggio. È stato riconosciuto grazie alle cicatrici presenti sull’avambraccio della mano che impugna il coltello e grazie alla voce, che è la stessa dei messaggi vocali inviati dal treno e in alcuni video su Facebook. Il video è di 32 secondi, ma le torture sono durate tra le 3 e le 4 ore, durante le quali la vittima è stata colpita da pugni, calci e coltellate in ogni parte del corpo.