Home___primopianoTossici vecchi e nuovi ma lei cerca di aiutarli tutti, finchè regge

Il racconto, e la lacrima, dell'operatrice socio-sanitaria


Tossici vecchi e nuovi ma lei cerca di aiutarli tutti, finchè regge


24 Marzo 2024 / Giuliano Bonizzato

“Quando entri nella vita della gente le giornate non finiscono mai. La cosa più brutta è che cominci pian piano a identificarti con quelli che cerchi di aiutare, e che finiscono poi per cercare solo te, sempre te, in tutte le ore del giorno e della notte… Certe volte non riesci più a distinguere la tua vita dalla loro e poi cominci a chiederti se sei veramente all’altezza, e questo è un tarlo che ti rode dentro e ti consuma…”.

“Lavori mesi e mesi per convincere un tossico a mollare la sostanza e a scalare col metadone e poi arriva il figlio di puttana che gli dà la dose gratis e in un attimo quello si ritrova nella merda di prima… Da me vengono i poveracci che sciolgono ero tagliata male nei cucchiaini sporchi riscaldati con gli accendini e che per una dose rubano e spacciano, io cambio siringhe sterili con quelle usate, distribuisco consigli e preservativi alle tossiche che si fanno per trovare la forza di prostituirsi e che si prostituiscono per potersi rifare di nuovo rimediando la roba anche per quel porco del loro uomo che altrimenti le mena…”.

“Comunque negli ultimi anni tutto è cambiato. I vecchi tossici dell’ero, la banda del buco come la chiamo io, sono una specie ormai in via d’estinzione dal momento che hanno pochissimi imitatori e con la vita che fanno crepano quasi tutti nel giro di quindici anni… Oggi la Società ha a che fare soprattutto con milioni di drogati di ultima generazione, in giacca e cravatta, persone che tutti giudicheremmo normali, insospettabili, che hanno i soldi, si possono permettere roba buona, prediligono la coca all’eroina… e passano, indifferentemente da una sostanza all’altra; anfetamine, alcol cocaina, marijuana… Ora bisogna imparare a conoscere le nuove droghe, il mix di sostanze diverse, le nuove modalità di assunzione…Occorrono altre strategie…”.

“Sono nel giro da troppo tempo… Prima o poi mi potrei trovare col coltello alla gola solo per aver cercato di convincere qualche ragazzina a smetterla di fare marchette e a rivolgersi ai servizi… E c’è anche questo momento di depressione…”

E’ una “educatrice sociale” o, se vi suona meglio, una “operatrice socio-sanitaria”.
Ora si asciuga una lacrima, una piccola lacrima che da tempo sostava, tremolando, in un angolo dei suoi bellissimi occhi celesti.*

Giuliano Bonizzato

* (Un po’ tardiva la mia mimosa… Spero che almeno serva a qualcosa.)