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La storia del quartiere di Misano nel libro di Patrizia Ciuffoli, Daniela Sammarini, Corrado Mignani, Emilio Vandini


“Tre cariole e un sac. Nascita e sviluppo del Villaggio Argentina”


12 Agosto 2024 / Paolo Zaghini

Patrizia Ciuffoli, Daniela Sammarini, Corrado Mignani, Emilio Vandini:
“Tre cariole e un sac. Nascita e sviluppo del Villaggio Argentina”
La Piazza

 

Villaggio Argentina, un quartiere di Misano Adriatico, lungo la strada provinciale che da Morciano di Romagna scende verso il mare. Questo libro racconta la nascita del quartiere (avvenuta ad inizio anni Sessanta con la prima lottizzazione) e il suo sviluppo: la scuola, i negozi, la chiesa, la sezione del PCI, il centro di quartiere. Ma, dice il Sindaco Fabrizio Piccioni: “più che di luoghi parlerei di persone e di come queste, con il loro lavoro, il loro ingegno, l’amore per il territorio hanno contribuito a cambiare una realtà, a farla crescere e a renderla migliore”.

I quattro curatori del volume (350 pagine ampiamente illustrate) hanno lavorato diversi anni, assieme a tantissimi concittadini del Villaggio, per raccogliere memorie, fotografie, ricordi. Durante il covid, per due anni, tutti i venerdì alle 21,00 collegamento in videochiamata con tanti per assemblare tutto ciò che si andava raccogliendo. Perché “decisi gli argomenti da sviluppare, sono stati chiamati a partecipare i diretti protagonisti”.

E allora ecco che parlano Pio Bianchini, figlio di Giuseppe (1915-2015) che fu podestà di Misano dal 1939 al 1941. Appassionato di storia ebbe modo di vedere e studiare le carte del vecchio archivio comunale prima della sua distruzione fra il 1937 e il 1941; Giuseppe Villa, figlio di Salvatore, fattore, che assieme al dottor Giuseppe Bianchini, veterinario, ottengono l’autorizzazione a lottizzare dal Comune nel 1962, creando così il primo insediamento del Villaggio Argentina. Prima, “negli anni 50 c’erano solo campi agricoli con poche vecchie case di contadini raggruppate lungo le vie principali di comunicazione”.

I curatori hanno raccolto testimonianze sulla vita dei contadini di allora, sul patto di mezzadria che regolava il rapporto fra padrone e contadino, sul duro lavoro che i contadini erano chiamati a svolgere. “Il quartiere non era proprio quello che conosciamo oggi: canneti, rovi ovunque, e, sentite bene, niente acqua ed elettricità” (ricordo di Marina Bertuccini).

Completate le opere di urbanizzazione, i lotti edificabili (che variavano dai 250 a 500 mq) vennero venduti a 800-1.000 lire al mq. Per avere un metro di paragone lo stipendio mensile medio era di 47.000 lire (un contadino però ne prendeva meno, 30.000 lire).

Villa e Bianchini “regalarono” alla Curia riminese l’edificio della Chiesa del Villaggio Argentina, inaugurata dal Vescovo Emilio Biancheri nel settembre 1963. Il parroco di Scacciano, don Giovanni Faitanini, nei primi anni si divise fra la parrocchia di Scacciano e la chiesa del Villaggio. Nel 1973, con l’aumento continuo della popolazione, divenne parroco della nuova parrocchia di Villaggio Argentina don Claudio Signorini, nato nel 1940, e lo rimarrà sino alla sua morte nel 2020.

“Don Claudio, il prete buono e colto, con la voce afona, ligio alla serietà e al dovere, con una simpatia leggera che arrivava come una sorpresa inattesa”. Don Claudio fece tantissimo per unire la comunità del Villaggio promuovendo una infinità di iniziative. “Il Villaggio negli anni ’70-’80 era un nuovo piccolo quartiere in crescita continua, i nuovi abitanti dovevano imparare a conoscersi per diventare una comunità, ma mancavano i servizi per i cittadini. Unici punti di aggregazione erano la chiesa e il bar”. Don Claudio fece nascere la scuola di musica e la banda, il centro estivo, le feste, organizzò le gite, fece nascere la Caritas di Misano qui nel 1994, sostenne la nascita di una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII.

Nel 1965, in aule in affitto, nacque anche la scuola elementare del Villaggio. Il Comune inaugurerà l’edificio della nuova scuola elementare nel 1982. Nel 1972 si era inaugurata anche una scuola dell’infanzia.

Nel 1963 arrivò la corrente elettrica e l’acqua nelle case. “La maggioranza delle abitazioni del Villaggio fu costruita in economia di sera e nei fine settimana. Ogni gettata rigorosamente fai da te, seguiva la regola generale ‘tre cariole e un sac’. Erano tre carriole di un misto con ghiaia e sabbia, con l’aggiunta di un sacco di cemento, al tempo da chili 50. Era ricorrente il baratto di prestazione d’opera fra vicini”. Nel 1973 arrivò anche il telefono e a metà degli anni ’70 la Società Gas Rimini portò il gas metano a tutte le case.

Nel 1967 nacque la sezione del PCI di Villaggio Argentina. Suo primo segretario fu Guido Cecchini, sostituito nel 1970 da Mario Protti. Nel 1969 la sezione organizzò il suo primo Festival de L’Unità.

E poi i quattro curatori raccolgono le testimonianze del dramma del 18 marzo 1986 quando su Villaggio Argentina cadde un aereo militare, un F104, causando due vittime e numerosi feriti fra la popolazione. A proposito di velivoli è bellissima la foto aerea riportata a p. 325 dell’aeroporto militare costruito dagli Alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In poche settimane gli americani “decisero il luogo, tracciarono la pista principale, che partiva nei pressi della chiesa del convento consacrata a San Girolamo e andava a terminare vicino il fiume Conca all’altezza di Misano Cella”. L’aeroporto rimase attivo da maggio a luglio 1945, poi i soldati, le armi e le attrezzature vennero trasferite al nuovo aeroporto di Cervia. Al termine della guerra l’area venne bonificata e ripristinato l’uso agricolo dei terreni. Gli americani diedero il nome a questo aeroporto di “Santamonica”.

Il libro prosegue con il racconto delle feste del quartiere (la Sagra della Ciliegia, la festa della Segavecchia, la Befana del Villaggio e il Presepe vivente), la storia della squadra di calcio Vis Argentina, le attività economiche presenti sul territorio del Villaggio, l’arrivo dello sportello bancario della Banca di Credito cooperativo di Ospedaletto (oggi Banca Malatestiana) nel 1996, la presenza di signorine che praticavano in casa il mestiere più antico del mondo.

Il libro si chiude con i “personaggi importanti” cresciuti al Villaggio: il ballerino Alex Leonardi, il Capitano Reggente della Repubblica di San Marino Claudio Muccioli, il pianista Davide Muccioli, l’atleta del triathlon Davide Oppioli, l’imprenditore Emilio Vandini, il primo chef stellato della Provincia di Rimini Fabio Rossi, l’artista Franco Empoli, l’artigiano Pierino Galluzzi, il dirigente comunale Mario Protti, i costruttori di moto Domenico Montanari, Romeo Signorini, Romano Casoli, il ventriloquo Samuel Barletti.

Un’opera corale che ha visto coinvolti tutti gli abitanti di Villaggio Argentina. I quattro curatori: “poco o tanto abbiate dato, siete stati di grande aiuto e per questo vogliamo dire: Grazie a ognuno di voi: da soli non ci saremmo riusciti”.

Paolo Zaghini

 


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