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A Roma la destra non vuole controlli, a Rimini denuncia il Comune alla Corte dei Conti. Dati turismo e piano spiaggia


Tutti contro la Schlein


11 Giugno 2023 / Maurizio Melucci

Lo strabismo della destra sulla Corte dei conti

E’ da giorni che tiene banco nel dibattito nazionale la decisione del Governo di eliminare i controlli sui bandi del PNRR da parte della Corte dei Conti. In particolare, il controllo concomitante: cioè mentre i bandi di appalto sono in corso di realizzazione. Penso che sia un errore. La norma fu introdotta da Renato Brunetta nella sua riforma della pubblica amministrazione del 2009: era il classico “controllo collaborativo”. Ma non è di questo che volevo parlare. Mentre a Roma il governo di destra è in sofferente ai controlli, a Rimini Gioenzo Renzi, esponente di punta di Fratelli d’Italia, chiama in causa la Corte dei Conti per ogni delibera del Comune di Rimini sui cui non è d’accordo. “L’impossibilità di parlare in Consiglio Comunale, mi costringe a rivolgermi alla Corte dei Conti e all’Antitrus”: così il capogruppo meloniano in consiglio comunale Gioenzo Renzi a seguito della seduta consiliare riunita nella serata di giovedì (25 maggio). Oggetto, il project per il rifacimento del mercato San Francesco in centro a Rimini. In realtà Gioenzo Renzi ha avuto molte possibilità per discutere dell’argomento, compresa la seduta del 5 agosto 2022 quando è stata approvata la delibera di project. Inoltre Renzi di denunce alla Corte dei Conti negli anni ne ha fatte a decine. Tutte archiviate o non prese in considerazione, a parte la vicenda del capo di gabinetto della giunta Gnassi.

La denuncia di Renzi alla Corte dei Conti tratta proprio di un controllo concomitante, in quanto non vi è stato ancora l’affidamento all’impresa che ha partecipa al bando. I classici due pesi e due misure. Dove governa la destra meno controlli possibile. Dove la destra è all’opposizione si chiedono controlli su tutto.

Piano spiaggia

Lunedì scorso, sono state presentate in commissione consigliare di Rimini le linee guida per la variante al piano spiaggia. Non sono molte le novità rispetto alla situazione attuale. La più rilevante è la decisione della giunta di rinviare a fine estate 2023 ogni decisione sull’adozione del piano. Il motivo deriva dall’incertezza sul futuro delle concessioni demaniali. Vi è un altro aspetto, tuttavia, che dovrebbe far riflettere la giunta comunale: la partecipazione ed il coinvolgimento di cittadini ed organizzazioni ambientaliste e dei consumatori. Il nuovo piano dell’arenile non è un affare privato tra giunta, consiglio comunale e attuali concessionari. Al contrario coinvolge tutta la nostra comunità essendo uno dei luoghi più identitari di Rimini.

Ero nella giunta Ravaioli quando nel 2005 fu approvato il piano dell’arenile. Anche allora ci fu un confronto con i concessionari (ricordo che allora le concessioni venivano rinnovate in automatico ai concessionari uscenti) ma venne coinvolta tutta la città attraverso i consigli di quartieri. Un dibattito vero che portò anche contributi importanti. Ora i quartieri non ci sono, ma non si può restringere la democrazia fino al punto che non si possono conoscere e discutere le proposte di come deve cambiare la spiaggia. Mi auguro che vi possano essere incontri con le associazione economiche, ambientaliste dei consumatori ed anche qualche assemblea sul territorio. Gli amministratori passano, i cittadini rimangono.

Dati sul turismo

Ci risiamo. Ad ogni inizio di stagione balneare va in onda il balletto dei numeri sulla presenza turistica sulla costa romagnola e a Rimini in particolare. La linea è sempre la stessa: va tutto bene. Non ho mai capito la ragione di questa linea. Nessuno, per carità, vuole aprire discussioni durante l’estate, ma neanche nascondere tutto sotto la sabbia. Ad esempio il mese di maggio 2023 bene non è andato. Alla fine, si registreranno cali consistenti rispetto al 2022. Ma la ragione è sotto gli occhi di tutti. Maltempo ed alluvione. Perché non dirlo?

Tutti contro la Schlein

Dal giorno dopo le elezioni amministrative (secondo turno) che hanno visto una sconfitta del Pd, è iniziato il processo ad Elly Schlein. Giornalisti (compresi e soprattutto quelli che appartengono culturalmente all’area di centro sinistra) dirigenti del Pd (nei corridoi e non solo) hanno messo la segretaria nel tritacarne. Poco importa che le ultime elezioni amministrative non siano state gestite della nuova segreteria per ragioni di tempo. Poca importa che se ad Ancona il Pd si è spaccato dopo le primarie fatte ben prima che arrivasse Elly Schlein. L’occasione è ghiotta e sufficiente per imputarle scarsa presenza sui mezzi d’informazione poca chiarezza sui programmi. Vediamo quali sono i temi su cui noti opinionisti tornano più volentieri.

  • Termovalorizzatore di Roma. Schlein ha detto che era una decisione già presa. Non vedo dove sia il problema. Doveva forse lasciare solo il sindaco di Roma del Pd?
  • Utero in affitto. “Ho sempre espresso di essere favorevole alla gestazione per altri, ma non abbiamo inserito questo tema nel programma della mozione in cui ci sono diverse sensibilità”. Anche in questo caso, dove sta il problema.? Una sua opinione, che non è la linea del Pd.
  • Guerra in Ucraina. La segretaria è sempre stata netta: sostegno totale all’Ucraina  (comprese le armi) e maggiore impegno per la pace. Posizione che è stata vagliata ai raggi x per vedere eventuali contraddizioni. Ora ne hanno trovata una. La nomina del vice capogruppo alla camera che si è dichiarato “contrario all’invio di armi”. Posizione a titolo personale, quella di Paolo Ciani,  dalla quale la segretaria si subito dissociata. Ma anche in questo caso è stata una scelta di pluralismo. Non è forse vero che una parte dell’opinione dei cittadini e del mondo cattolico è contrario all’invio di armi all’Ucraina?
  • Poi Schlein viene accusata di essere poco chiara ed incisiva sulla politica economica. Forse i nostri cari opinionisti e giornalisti qualche domanda se la dovrebbero fare. Abbiamo governato per anni e non siamo stati capaci di approvare una legge sul salario minimo, di approvare una legge sulla contrattazione nazionale per eliminare i contratti di lavoro truffaldini. I dirigenti del Pd sono gli stessi che oggi criticano la Schlein. Poi c’è un problema di una linea riformista da parte del Partito Socialista Europeo che è in difficoltà in tutti i paesi.

Nel Pd c’è una cronica tendenza a divorare i capi. La segretaria Schlein deve andare avanti senza farsi impressionare troppo dai tentativi interni di veto, quelli che rimbombano nel chiuso del palazzo e in qualche talk show ma raramente arrivano ai cittadini che debbono fare i conti con ben altri problemi. I temi sono stati messi in agenda: dal lavoro alla sanità, dalla scuola al Pnrr. Proposte concrete alternative al governo delle destre.

Ps: Stefano Bonaccini ha annunciato la costituzione di una sua area nel mese di luglio.

Maurizio Melucci