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Primario dell'Ospedalino e collaboratore di Margherita Zoebeli all'Asilo Svizzero CEIS


Ugo Gobbi il pediatra anarchico di Rimini


28 Ottobre 2023 / Enzo Pirroni

Ripropongo (in parte) un ricordo del prof. Ugo Gobbi, scritto dalla nipote Beatrice Sica apparso su Il bollettino dell’Archivio “G. Pinelli”.

Ugo Gobbi è stato il “pediatra anarchico” di Rimini. Medico dalle notevolissime capacità diagnostiche, ha contribuito allo sviluppo e all’eccellenza della pediatria romagnola nella seconda metà del Novecento, soprattutto come primario del cosiddetto Ospedalino (Ospedale dei Bambini) della sua città, che diresse dal 1952 al 1974, e successivamente della Pediatria dell’Ospedale provinciale di Fano dal 1974 al 1986.

Il suo incontro con l’anarchismo avviene quando è studente di Medicina e poi specializzando in Pediatria a Bologna, negli anni dal 1939 al 1947; allora diventa amico dei giovani anarchici Carlo Doglio e Tonino Scalorbi e conosce gli anziani del movimento come Mammolo Zamboni, Armando Borghi e Pio Turroni. Insieme a loro, soprattutto tra il 1945 e il 1947, si riuniva, teneva conferenze…organizzava contraddittori. Rientrato a Rimini nel 1947, dopo aver ottenuto la specializzazione, Gobbi viene a contatto con il CEIS (Centro educativo italo svizzero), sorto l’anno precedente…

Diretto da Margherita Zoebeli, giunta appositamente da Zurigo, il CEIS si caratterizza come organizzazione socio educativa laica e diventerà un centro d’avanguardia in campo pedagogico… Gobbi collabora prestando servizio, sempre a titolo gratuito, prima come medico d’appoggio, poi dal 1951 fino al 1974, come pediatra e medico ufficiale. Entra presto anche nel Consiglio di Amministrazione e lì, manda a scuola tutti i suoi figli: Grazia, Margherita, Marco e Pietro.

Per Ugo – come ha scritto l’anarchico Gaetano Gervasio – il rapporto con gli educatori e i bambini del CEIS era, oltre che una testimonianza di fiducia e di apprezzamento. Un contributo alla diffusione della educazione laica in un paese bigotto…”. 

Gobbi attraverso la rete degli anarchici conobbe anche l’architetto Giancarlo De Carlo e negli anni ’60 sostiene il suo progetto per dare nuovo volto al CEIS. Inoltre, durante la realizzazione della nuova sede dell’Ospedalino, resa possibile dalla donazione Bronzetti, Gobbi… consulta ripetutamente De Carlo. Nel 1972 Gobbi firma anche l’appello del Piano Particolareggiato del Centro Storico redatto da Di Carlo.

Nel 1986 muore Armando Borghi e Gobbi lo ricorda degnamente affiggendo un manifesto in città. Nel 1972 aderisce al Comitato circondariale di solidarietà per il Vietnam e parla anche alla manifestazione per la pace tenutasi nella Sala dell’Arengo della nostra città. Lo stesso anno fiancheggia l’amico Baldini (il ceramista) nella manifestazione anarchica del centenario della conferenza di Rimini del 1872.  Nel 1977 interviene alla tavola rotonda su AMMALATI O CITTADINI?, organizzata a Rimini dal circolo Malatesta e moderata da Carlo Doglio. In quella occasione ebbe a dichiarare: “L’espropriazione della salute fa parte integrante del potere, dell’azione esercitata dal potere sulla massa, su chi il potere non lo detiene… Ne scaturisce, per logica conseguenza, che ogni forma di lotta contro il potere è una lotta per la riappropriazione della salute e poiché la lotta contro il potere è rivoluzione, la via da battere è quella della rivoluzione sociale e non quella della riforma sanitaria”.  Qui si vede come Gobbi interpretava l’essere anarchico. 

Ugo Gobbi ha vissuto intensamente l’anarchia: “L’onestà e la libertà li devo soprattutto allo spirito anarchico…, lo spirito anarchico è fuga dall’ipocrisia che impaluda troppe persone”, ha dichiarato nel 2003.  

Nell’anarchismo trovava l’obiettività che proponeva in ogni suo ragionamento: “Cercare di realizzare l’obiettività era alla base della mia ricerca. L’anarchismo costituiva la spinta per ragionare in maniera non condizionata, per ricercare l’obiettività; era filosofia di vita”, ha detto nel 2009.

Per festeggiare i suoi 90 anni ha chiesto la presenza dei giovani anarchici riminesi… la fotografia che ho in memoria è il dott. Gobbi con gli occhi lucidi, commesso, con un fazzoletto rosso e nero al collo.

Enzo Pirroni