Una donna al Qurinale? Ci sarebbe Mutti Angela attualmente disoccupata
1 Gennaio 2022 / Lia Celi
Dite la verità: quanto avreste dato, alle 20.30 del 31 dicembre, per sapere cosa passava per la testa di Sergio Mattarella, mentre pronunciava il suo ultimo discorso di fine anno?
Vi siete domandati se la sua postura – in piedi, anziché seduto – volesse alludere al fatto che la sua poltrona tecnicamente è già libera per il successore, e che lui non ha nessuna intenzione di occuparla oltre il tempo stabilito, o era un generico invito rivolto agli italiani perché non si siedano sui travagliati ma indubbi successi del 2021 (sportivi, musicali, sanitari nella lotta alla pandemia, economici) ma affrontino in piedi le difficoltà che si profilano nel 2022?
In effetti, se Mattarella avesse voluto farci capire che di un prolungamento del suo mandato non vuole nemmeno sentirne parlare, si sarebbe fatto riprendere con un piede fuori dalla porta dello studio e magari con il trolley in mano, tanto per essere chiari. Alcuni quirinalologi infatti invitano a non dare per scontato che questo sia davvero l’ultimo discorso di fine anno di Mattarella.
Ma forse, considerati i nomi che girano per la successione al Quirinale, è più un desiderio che una seria valutazione. Draghi sarebbe meglio lasciarlo dov’è, visto che fra le tante sue doti non c’è quella dell’ubiquità e che non è ancora possibile clonarlo. Gli altri candidati, da Berlusconi a Bersani passando per Pierferdy Casini e per la “donna” non meglio precisata che da vent’anni tutti dicono che “ci vorrebbe” ma poi si guardano bene dal votare, non destano grandi entusiasmi.
Il fatto è che Mattarella la politica italiana ha esaurito la dotazione di figure istituzionali che mettono tutti d’accordo per prestigio, storia personale, moralità ed equilibrio. Abbiamo finito i padri della patria, ci restano i figli e i nipoti, che come qualità in genere lasciano un po’ a desiderare. E’ come se una famiglia avesse ereditato una meravigliosa cantina piena di bottiglie di vecchi vini pregiati, a cui ha attinto nelle grandi occasioni, senza mai pensare a rimpiazzarle con nuove bottiglie di pari valore.
Ora le vecchie bottiglie sono finite e tocca mettere in tavola i prosecchini del supermercato o i rossi comprati in damigiana dal contadino e imbottigliati nel garage. Che non saranno veleno, per carità (salvo alcuni) e per i pasti di tutti i giorni possono anche andare bene, ma non sono all’altezza di una cena o un pranzo importante, e sicuramente faranno rimpiangere i sentori di Costituzione, i retrogusti di Resistenza, le note di lotta alla mafia che caratterizzavano il bouquet dei vini di una volta e, fossero bianchi o rossi, mettevano d’accordo tutti o quasi.
Se la rosa dei “Quirinabili” 2022 fosse una carta dei vini, verrebbe quasi voglia di diventare astemi. O di passare alla birra. Magari un’eccellente birra tedesca. Angela Merkel è attualmente disoccupata, non ha ancora settant’anni, ama l’Italia e in un mesetto è in grado di imparare la nostra Costituzione meglio di molti politici italiani, e di difenderla con più grinta.
Oltretutto “Mutti”, mammina Angela, ha ha una voce pacata e gradevole, che infonde calma e sicurezza – ed è una donna. Abbiamo già tedeschi e austriaci alla guida di importanti musei italiani, dagli Uffizi a Capodimonte, con ottimi risultati. In fondo anche il Quirinale è un palazzo-museo, imbottito di opere d’arte: Angela sarebbe l’inquilina ideale. Manca ancora un mese all’elezione del presidente della Repubblica: facciamo in tempo a raccogliere le firme per candidarla.
Lia Celi