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Il libro della riccionese Marianna Matteoni "Sotto la buganvillea"


Un’amore di 500 pagine fra Roma, Milano, la Romagna, New York e Dallas


28 Ottobre 2024 / Paolo Zaghini

Marianna Matteoni: “Sotto la buganvillea” La Piazza

Riccionese, laureata in psicologia clinica, psicologa, classe 1973, autrice di alcuni volumi di psicoanalisi (l’ultimo nel 2023, per l’editore Panozzo, “Il desiderio che vuol dire?”, un lavoro di lettura e commento di un testo di Lacan). Questo l’identikit di Marianna Matteoni autrice, questa volta, di un romanzo rosa di oltre 500 pagine ambientato tra Roma, Milano, la Romagna, New York, Dallas. Dedicato, come scrive Lei alla fine del testo, a Barbara Cartland (1901-2000), scrittrice britannica autrice di oltre 700 romanzi rosa, e a Liala (1897-1995), una fra le più note autrici di romanzi rosa del 20. secolo. Ma aggiungerei che un riferimento importante sarebbe stato opportuno venisse fatto anche alla scrittrice inglese E. L. James, autrice della trilogia le “Cinquanta sfumature” (di grigio, di nero, di rosso) uscito nel 2011 per le numerose pagine erotiche contenute nel libro.
Una lettura piacevole, un testo ben scritto, che riesce a ben descrivere i protagonisti della storia. Naturalmente belli, ricchi, eleganti, con case da favola (in Romagna è Villa San Martino dove c’è una splendida buganvillea), con famiglie importanti, con il mondo come scenario di fondo.

La storia si sviluppa fra settembre e dicembre 2001. Vediamo i protagonisti. Lui, Andrea Fairley, poco più che trentenne, padre americano e madre italiana, docente universitario prima negli Stati Uniti e poi a La Sapienza di Roma, insegna filologia romanza, famoso per alcuni libri scritti sui trovatori medievali.

Lei, Valeria De Rossi, ventiduenne, iscritta al terzo anno di medicina, sognatrice e, per molti versi, ingenua (anche sul piano amoroso).

A loro due si aggiungono Giacomo De Rossi, fratello gemello di Valeria, che l’11 settembre 2001 era in una delle due Twin Towers distrutte dai terroristi di al- Qaeda, riuscendosi a salvare ma rimanendo profondamente traumatizzato, e Francesca Altavilla, la migliore amica di Valeria, coinquilina, studentessa di letteratura, che si innamorerà di Giacomo.

La storia si sviluppa nel racconto delle vicende amorose/erotiche di Andrea e Valeria. “A trentaquattro anni Andrea Fairley era il tipo d’uomo che non passava inosservato. Alto e slanciato, i corti cappelli neri mettevano in evidenza i tratti regolari del viso, in cui spiccavano gli occhi, anch’essi scuri come l’onice, il naso diritto e la bocca carnosa”. Valeria: “figura slanciata e flessuosa, le gambe lunghe e i seni alti proporzionati, il viso ovale con la bocca ben disegnata e gli occhi blu. Ma ciò che colpiva e faceva voltare la gente per strada era la gran massa di capelli corvini, lucidi, lunghi fino ai fianchi quando Valeria li scioglieva”.

La prima volta: “Con gli occhi velati, Valeria gli circondò il collo mentre lui cercava le sue labbra. La lingua calda che scivolava nella sua bocca le diede i brividi lungo la schiena. Quando il suo sesso la penetrò ci fu un attimo di dolore. Non era la sensazione terribile che aveva spesso immaginato”.

La storia naturalmente arriva ad un punto di crisi, ovvero quando il rapporto  fra Valeria e Andrea deve diventare una storia d’amore e non solo più di sesso. Andrea è abituato a non avere nessun tipo di relazione affettiva con una donna, il contatto è limitato alla sola vita sessuale. Ad un certo punto Valeria chiede di più. Andrea deve decidere: “Quale esaltazione svegliare il suo bel corpo, istruirla ai giochi dell’amore carnale, sentirla fremere di desiderio e di piacere sotto di sé”. “D’un tratto comprendeva che fino a quel momento aveva considerato Valeria alla stregua delle partner del passato. Oh, era stato gentile con lei, sempre, fuori e dentro il letto, rendendosi conto di quanto fosse inesperta e spaventata quando l’aveva conosciuta. Non era comunque nella sua natura forzare una donna. Voleva conquistarla, non sottometterla, e preferiva che lei si donasse spontaneamente”.

“L’amore rende deboli, induce a fare cose stupide e Andrea odiava sentirsi indifeso, esposto. Di solito era lui che se ne andava e le donne gli si aggrappavano per trattenerlo. Il guaio era che lei gli mancava. In un modo che lui non sapeva neanche definire. All’improvviso ebbe paura. Paura di perderla. Di non vederla più. O che lei non lo volesse più. Buon Dio, lui l’amava!”.
Naturalmente la storia ha un happy end come tutti questi romanzi rosa debbono avere.

Paolo Zaghini