Ho cominciato a bazzicare Miramare, quando il mio amico Pino Valenti da Casteldelci, giovane direttore della Locanda del lupo, portava le camicie azzurre con il colletto bianco, e noi, ruspanti rurali dell’agro corianese, avevamo la canottiera d’ordinanza anche in estate. Pino “l’inglese” era troppo avanti, e alla Locanda si esibivano i migliori gruppi en cantanti che sarebbero diventati idoli internazionali. Ancora non c’era L’Altro Mondo, e la Baia era nei sogni del visionario ed unico Giancarlo Tirotti. Ma torniamo ma noi coni piedi nella sabbia finissima e dorata di Miramare.
Il futuro è qui, è adesso. Se avessi un euro e 50 anni di meno, questa sarebbe la mia sfida. Nessuna realtà economica in Riviera, ha la potenzialità del tratto di mare che va da Miramare al Marano. Il patrimonio immobiliare ed architettonico rappresentato dalle colonie, è qualcosa di incredibile. Tocca come sempre alla politica, agli amministratori di Rimini e Riccione, rilanciare l’imprenditoria di chi ha disponibilità economiche ed idee innovative. Come dice Velasco: “Guardiamo ciò che abbiamo, non sempre quello che ci manca”.
Rurali sempre,
Enrico Santini