Valmarecchia, dopo 8 anni Carabinieri assolti definitivamente da accuse di falso
18 Dicembre 2024 / Redazione
La Corte di Cassazione ha definitivamente chiuso un procedimento giudiziario che ha coinvolto due Carabinieri in servizio nell’Alta Valmarecchia nel 2016, all’epoca dei fatti contestati. Gli imputati sono stati assolti da tutte le accuse, ponendo fine a un iter processuale che aveva visto diverse fasi e pronunciamenti contraddittori nei precedenti gradi di giudizio.
Le accuse iniziali
Dopo indagini condotte dalla Procura e dai Carabinieri stessi, i due militari erano stati accusati di aver falsificato ordini di servizio per ottenere il pagamento di straordinari non dovuti. La presunta condotta illecita prevedeva la falsificazione di documenti per far risultare pattugliamenti mai effettuati su obiettivi sensibili, come uffici postali e banche situati in uno degli otto comuni dell’Alta Valmarecchia.
Il percorso giudiziario
Nel primo grado di giudizio, le accuse contro i due Carabinieri si erano in parte ridimensionate. Il tribunale aveva già escluso l’accusa più grave, quella di truffa ai danni dello Stato, riconoscendo l’assenza di un indebito vantaggio economico derivante dalla condotta dei militari. Tuttavia, per alcune imputazioni minori, tra cui il falso ideologico, uno dei due era stato condannato a 1 anno e 4 mesi, mentre l’altro a 1 anno.
La sentenza di appello aveva confermato il quadro delineato in primo grado, assolvendo gli imputati per sette dei dieci capi di imputazione ma mantenendo le condanne per gli altri tre.
La decisione della Cassazione
La Cassazione ha però ribaltato completamente la situazione, pronunciando la nullità senza rinvio della sentenza di appello. Questa decisione ha sancito l’assoluzione totale dei due Carabinieri, confermando la loro estraneità a tutte le accuse. Difesi dagli avvocati Torquato Tristani e Stefano Caroli, i militari hanno visto così cadere ogni capo di imputazione.
Secondo la Suprema Corte, le prove raccolte durante le indagini non hanno dimostrato alcuna responsabilità o vantaggio indebito derivante dai presunti atti contestati.
Un caso chiuso con assoluzione piena
Con questa pronuncia, il caso si chiude definitivamente. La Cassazione ha evidenziato che le accuse di falso ideologico e la presunta irregolarità negli straordinari non avevano fondamento sufficiente per giustificare le condanne. La sentenza conferma dunque che i due Carabinieri non hanno tratto alcun vantaggio illecito e non hanno commesso le irregolarità loro imputate.
Un segnale per la tutela dei militari
La vicenda pone l’accento sull’importanza di un processo equo e di un’accurata valutazione delle prove, soprattutto quando coinvolge operatori delle forze dell’ordine. Per i due militari, che hanno dovuto affrontare un lungo e complesso iter giudiziario, la sentenza rappresenta un momento di riscatto e la fine di un capitolo difficile.
L’assoluzione piena restituisce loro l’onore e riconosce la correttezza della loro condotta, contribuendo a rafforzare la fiducia nel sistema giudiziario e nelle istituzioni che garantiscono la tutela dei diritti.