Villa Verucchio: Muhammad Sitta ucciso dal carabiniere con cinque colpi di pistola
3 Gennaio 2025 / Redazione
Proseguono serrate le indagini da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini, coordinati dalla locale Procura della Repubblica in relazione ai fatti occorsi la notte del 31 dicembre a Villa Verucchio (RN). Gli investigatori stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto dalle ore 22 alle 24 dell’ultima sera dell’anno, nel corso della quale un cittadino egiziano di 23 anni Muhammad Abdallah Hamid Sitta ha ferito, armato di coltello, 4 persone che si trovavano nel centro della frazione per trascorrere il Capodanno, prima di essere individuato dal Comandante della Stazione dei Carabinieri del luogo che, aggredito anch’esso, ha esploso colpi d’arma da fuoco attingendo mortalmente il 23enne.
A seguito dell’autopsia, eseguita nel pomeriggio di ieri presso l’Ospedale Infermi di Rimini, sono emerse prime indicazioni sui dodici colpi complessivamente esplosi. Il giovane presentava lividi compatibili con due colpi di rimbalzo alle gambe (trattasi ragionevolmente di due dei primi colpi di avvertimento, sparati a terra dal Comandante, nella fase di avvicinamento del giovane, armato del coltello). I colpi, che hanno attinto il 23enne, sono stati cinque, di cui uno alla spalla destra e gli altri tra il torace ed il capo. Tali dati andranno valutati dal medico legale e dall’ esperto balistico, nominato dalla Procura di Rimini. L’analisi sugli indumenti della vittima permetterà altresì di stabilire la distanza tra le parti al momento degli ultimi spari e la conseguente ricostruzione dell’azione, la cui prima parte è ripresa dai filmati ad oggi acquisiti.
Si è inoltre riusciti ad estrapolare e isolare le voci dei concitati momenti ripresi dal filmato. E’ emerso che il 23enne, prima di dirigersi armato di coltello verso il Comandante, ha pronunciato una professione di fede islamica. Il dato emerso rappresenta un ulteriore tassello per comporre il complesso puzzle, che si sta cercando di ricostruire.
Si conferma che, allo stato attuale, non sono emersi elementi che mettano in relazione il giovane ad ambienti o soggetti radicalizzati, pur restando aperte tutte le ipotesi sulle cause del gesto che solo ulteriori approfondimenti, estesi anche alle condizioni psichiche del giovane, potranno compiutamente chiarire.