Home___aperturaVillaggio pre-romano presso l’ospedale di Rimini, bloccato il cantiere

Il ritrovamento presso le "casette" di via Ovidio dove deve sorgere la Casa della Salute, sarebbe uno dei più antichi insediamenti presso la città


Villaggio pre-romano presso l’ospedale di Rimini, bloccato il cantiere


22 Agosto 2023 / Redazione

Come si sa, in Italia basta scavare e qualcosa di antico si trova sempre. Rimini non fa certo eccezione, ma questa volta i reperti sono sbucati in un’area non proprio fra le più accreditate dagli archeologi, com’è quella dell’ospedale “Infermi”. O meglio: che si potessero trovare tombe di epoca romana poteva anche starci, data la vicinanza con la via Flaminia. I sepolcreti sorgevano infatti rigorosamente fuori dalle mura cittadine e ai lati delle strade principali. E infatti prima di iniziare i lavori della nuova Casa della Salute presso le “casette” di via Ovidio – un cantiere da 9 milioni di euro per costruire cinque piani destinati a strutture sanitarie varie – come prescritto per ogni intervento di interesse pubblico, verso metà luglio erano inziati i sondggi preventivi per verificare cosa ci fosse sottoterra. E qualcosa a un paio di metri di profondità c’era; non però di epoca romana bensì molto, ma molto più antica.

Così almeno dicono le prime indiscrezioni, sulle quali però gli archeologi rifiutano ogni commento. La quota dello scavo, piuttosto profonda, indica chiaramente un’epoca precedente a quella romana. Ma è troppo presto per una datazione; anzi, troppo presto per dire qualsiasi cosa sul ritrovamento. Intanto però le voci corrono. E parlano addirittura di un villaggio su palafitte, risalente a millenni prima di Cristo.

Se fosse davvero così, si tratterebbe dell’unico insediamento su palafitte di Rimini e uno degli agglomerati abitativi più antichi. Finora in Romagna tracce di capanne soprelevate sull’acqua erano state trovate solo presso Cesenatico. Mentre i villaggi più remoti erano stati individuati lungo il corso di torrenti, come il Marano a San Salvatore e il Rio Agina fra Riccione e Misano; in quei casi si trattava di abitazioni risalenti a circa 6.500 anni fa e attribuite alla cosiddetta “civiltà della ceramica impressa adriatica”. Popolazioni o culture del Neolitico provenienti dall’Anatolia, testimoniate per la prima volta in Puglia nel sesto millennio a. C. Da qui avevano risalito entrambe le coste dell’Adriatico, giungendo nell’attuale Romagna circa mille anni dopo. I villaggi di San Salvatore e di Misano erano costituiti da capanne ma non certo rozze, intonacate e decorate; la popolazione era dedita all’agricoltura e all’allevamento, oltre che alla caccia, alla pesca e alla raccolta.

Sono le stesse popolazioni che si erano insiediate presso l’odierno ospedale di Rimini? Oppure qui erano giunte le propaggini più meridionali delle cosidette “terremare”, le civiltà palafitticole risalenti alla metà del secondo millennio avanti Cristo che fino a oggi hanno restituito reperti soprattutto in Emilia? Gli archeologi sono al lavoro per scoprirlo.

L’area in questione rende abbastanza plausibile l’ipotesi del villaggio su palafitte, pur ancora tutta da verifcare. Ci troviano infatti dove si stendeva il Lacus Maior, ovvero quel Lagomaggio che oggi è solo il nome di una via. Anticamente – e ancora in parte in epoca medievale – era invece la maggiore di una serie di lagune e acquitrini fra la falesia antica e la riva del mare. Secondo la tradizione, nell’anno 360 vi fu gettato il corpo martirizzato di San Gaudenzo, poi sepolto nella necropoli che situata nell’area dell’attuale palasport Flaminio, a sua volta costruito laddove sorgeva la millenaria abbazia dedicata al patrono di Rimini. Anche lo scavo del cantiere rivela l’originaria natura del luogo: l’acqua scorga a pochissima profondità e per poter lavorare è necessario tenere in funzione le idrovore.

Fatto sta che ora il cantiere dell’Azienda USL Romagna, finanziato anche con i fondi europei del PNRR, è bloccato in attesa che il personale della Soprintendenza ai Beni culturali e Architettonici compia le necessarie verifiche. La prima pietra della nuova Casa della Salute era stata posata il primo di marzo scorso con una cerimonia cui aveva partecipato anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad.

Stefano Cicchetti