Home___primopianoViolenza di gruppo su 16enne adescata online: restano in carcere i due presunti aguzzini

I fatti accaduti in Valconca: i due arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere


Violenza di gruppo su 16enne adescata online: restano in carcere i due presunti aguzzini


18 Novembre 2024 / Redazione

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e resteranno quindi in carcere i due giovani accusati di violenza di gruppo su una 16enne del Riminese, conosciuta online, su Telegram dopo averla “notata” su Instagram e che avrebbero incontrato nello scorso agosto violentandola dopo averle fatto assumere grandi quantità di sostanze stupefacenti. Gli interrogatori di garanzia sono stati due: il primo a Bologna per conto della Procura dei minori, il secondo a Pesaro, dove è recluso il maggiorenne, per conto di quella di Rimini.

I fatti erano accaduti accaduto in Valconca, dove la giovane risiede: proprio nelle vicinanze della sua abitazione i due aguzzini l’avrebbero abbandonata in strada. I legali dei due ragazzi, un 17enne originario del Riminese e un 18 residente a Fano, non hanno chiesto, al momento, la revoca della misura cautelare in carcere.

Le indagini erano cominciate dopo la richiesta di aiuto della vittima che, nel mese di agosto , contattando il numero d’emergenza, aveva raccontato all’operatore di essere stata abbandonata in strada dopo aver subito rapporti sessuali non consenzienti poco prima con due sconosciuti.

Trasportata presso il Pronto Soccorso di Rimini, veniva medicata dal personale sanitario che confermava quanto riferito dalla ragazza, dimettendola con 30 giorni di prognosi.

I carabinieri, partendo dai pochi ricordi forniti, hanno ricostruito tutte le dinamiche:  sono state così acquisite registrazioni di tutte le telecamere della zona teatro dei fatti che consentivano di ottenere elementi utili al rintracciare l’auto utilizzata dai presunti aggressori su cui era stata fatta salire la minorenne e a da cui era stata fatta scendere, vicino casa.

Attraverso i dati ottenuti dall’automobile è stato facile per i militari scoprire l’identità dei due giovani che l’avevano utilizzata.

Tramite le analisi scientifiche condotte attraverso la comparazione dei campioni di DNA  appartenenti a due maschi e prelevati dal personale sanitario sulla vittima con quelli prelevati direttamente dai presunti responsabili è emerso che i profili analizzati dai Carabinieri del RIS di Parma erano quelli del 18enne e del 17enne: il primo è stato trasportato presso la casa circondariale di Pesaro mentre il minore è stato trasferito nell’Istituto penale per minorenni di Bologna.

Dalle indagini era emerso anche che i due giovani avevano conosciuto la minorenne sul noto social network:  avevano pattuito prestazioni sessuali a pagamento (sul profilo dell’adolescente era infatti abbinato un “listino prezzi”). Dopo l’incontro, però, la ragazza, in preda al panico, si rifiutò al loro cospetto. Loro avrebbero quindi reagito facendole assumere cannabinoidi, in una quantità tale da abbassare ogni sua difesa fisica e psichica, prima di violentarla, anche con le minacce. All’epoca il caso fece scalpore proprio per la correlazione con il fenomeno della prostituzione minorile online.

La giovane era stata seguita in passato dai servizi sociali per una forte dipendenza dai social network. Una fragilità di cui i due aguzzini hanno barbaramente approfittato.