“Voi donne non servite a nulla, andate solo riempite di botte” 31enne indagato a Rimini
17 Dicembre 2024 / Redazione
Un uomo di 31 anni è stato indagato dalla Procura di Rimini per maltrattamenti in famiglia. L’individuo, già denunciato per violenza sessuale nei confronti di un’operatrice sanitaria, ha mostrato un disprezzo assoluto per le donne sia nelle parole che nei comportamenti nei confronti della compagna convivente, madre del loro figlio.
“Voi donne non servite a nulla”
Le frasi che il 31enne rivolgeva alla compagna durante le aggressioni domestiche sono emblematiche del suo atteggiamento: “Voi donne non servite a nulla, andate solo riempite di botte, tutte, comprese mia mamma e mia nonna”. E ancora, con inquietante freddezza: “Io a ogni femminicidio gioisco”. Questi episodi, uniti a frequenti minacce di morte e aggressioni fisiche, hanno portato il sostituto procuratore Davide Ercolani a richiedere la misura cautelare del carcere. Tuttavia, il gip di Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha disposto per l’uomo il divieto di avvicinamento alla convivente, sottolineando la sua evidente misoginia e la necessità di un percorso di rieducazione.
La testimonianza della vittima
La compagna dell’indagato ha descritto ai carabinieri un quadro di violenza psicologica e fisica che si accentuava quando l’uomo faceva uso di alcool e sostanze stupefacenti. “Più volte – ha dichiarato – mi ha minacciata di morte e aggredita fisicamente con spintoni, pugni e schiaffi”. Nonostante un tentativo di cambiamento da parte dell’uomo, avviato con un percorso al Sert, la speranza di una riconciliazione si è rivelata vana. “Dopo un paio di mesi tutto è tornato come prima”, ha raccontato la donna.
Determinata a proteggere sé stessa e il figlio, la vittima ha deciso di raccogliere prove inconfutabili contro l’ex compagno. Con il cellulare ha registrato di nascosto le sue sfuriate, durante le quali l’uomo la insultava, le augurava di morire di cancro e minacciava di rovinarla se non avesse ritirato la denuncia. Le registrazioni, consegnate ai carabinieri, hanno rappresentato un elemento cruciale per sostenere l’accusa.
La decisione del giudice
Nonostante la gravità delle accuse, il giudice ha ritenuto che la misura del carcere non fosse necessaria, preferendo imporre il divieto di avvicinamento. Secondo il gip, il 31enne necessita di un lungo percorso di rieducazione, data la sua visione distorta e violenta nei confronti delle donne.
Una misoginia radicata
Il comportamento dell’indagato riflette una misoginia radicata e pervasiva. Non solo ha rivolto alla compagna frasi denigratorie e minacciose, ma le sue dichiarazioni, come quella di “gioire a ogni femminicidio”, sottolineano una visione patologica e pericolosa delle donne in generale. Questa mentalità, unita all’abuso di sostanze, ha trasformato la sua vita familiare in un incubo.
I Carabinieri di Bellaria Igea Marina gli hanno notificato l’ordinanza del Gip emessa a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani. Il 31enne non potrà avvicinarsi all’ex compagna e dovrà indossare il braccialetto elettronico.
Felice “ad ogni notizia di femminicidio”
Un uomo che odia “tutte le donne con una radicata componente di misoginia”, si riporta nell’ordinanza e che nelle registrazioni allegate alla denuncia dalla compagna si sente augurare “il cancro al seno a tutte” e dirsi felice “ad ogni notizia di femminicidio”. Il 31enne, nato a Cesena ma residente in provincia di Rimini, è indagato per un altro reato contro un’altra donna. Risulterebbe infatti denunciato ad inizio anno per violenza sessuale da un’infermiera dell’Ospedale Infermi di Rimini.
Difeso dall’avvocato Paolo Tangerini del Foro di Forlì, il 31enne pare affetto da problemi di dipendenza e comunque con un passato turbolento. Ma è dopo il Covid che la sia situazione degenera sfociando in una serie di aggressioni verbali e fisiche nei confronti della compagna. La coppia ha avuto anche un figlio e spesso le violenze verbali arrivavano anche in presenza del minore. L’episodio più brutto quando la donna vedendo che la situazione stava degenerando aveva chiesto aiuto ad un’amica. In due erano quindi riuscite ad allontanare il 31enne di casa e a scongiurare il peggio. In quell’occasione erano intervenuti i Carabinieri e l’uomo interrogato aveva dato poco peso alle minacce di morte e alle vessazioni continue che faceva subire alla compagna.