Home___primopiano“XMas è una scritta fascista” e il Comune di Verucchio la cancella: ultimo caso di una serie demenziale

Quando la sinistra prende fischi per fiaschi mentre la destra sovranista si dimentica dell'italianità in nome della Coca-Cola


“XMas è una scritta fascista” e il Comune di Verucchio la cancella: ultimo caso di una serie demenziale


15 Dicembre 2024 / Stefano Cicchetti

L’italiano rischia di scomparire sommerso dall’invasione islamica (o africana, o comunque terzomondista)? Tutte sciocchezze. Ma se scompare per l’invasione americana, come succede invece nella reatà, allora va tutto bene e nessuno se ne preoccupa.

Meno che meno la destra, ovunque in prima linea a difendere Natale e presepe da inesistenti tentativi di cancellarli, ma che neppure si accorge – o forse sì ma va beniussino così – che Babbo Natale si chiama Santa Claus.

Succede a Riccione, dove il Comune festante ne annuncia la venuta (“L’arrivo di Santa Claus, la benedizione della natività sulla Saviolina e l’accensione del grande albero di Natale”) in un tripudio di anglicismi (“Riccione Christmas Sea”) senza che Lega o Fratelli d’Italia facciano una piega. A riprova che sul fascismo hanno davvero voltato pagina, o almeno hanno messo una bella pietra su Achille Starace. Niente più autarchia linguistica, quella di brioscia, sciampagna, bombola al posto di krapfen e cialdino invece di cachet. Ora la destra è atlantista e schierata a quadrato nel difendere dalle aggressioni sovietico-maomettane il Natale stile Coca-Cola.

Forse per documentare come mai noi italiani siamo secondo l’OCSE agli ultimi posti fra gli ignoranti e dealfabetizzati, dal fare di conto alla comprensione di un testo, il paradosso – o il mondo alla rovescia – tocca il culmine con la questione XMas. Il caso appena scoppiato a Verucchio è solo l’ultimo di una serie ormai lunga. Lì la sindaca Lara Gobbi ha deciso di rimuovere da una rotatoria la scritta luminosa a fronte delle demenziali proteste di chi voleva leggervi non il Natale stike yankee ma quello in versione Vannacci, richiamando il famigerato reparto fascista del Principe Nero Junio Valerio Borghese.

Lo scorso anno un’identica polemica era scoppiata a Gavardo, Comune in provincia di Brescia (nell’immagine in apertura). A fronte dell’indignazione della sinistra, il sindaco Davide Comagli si era giustificato: “Per i giovani la scritta XMas è notissima perché su Instagram l’hashtag ha 32,6 milioni di post. Avevamo pensato alla scritta Buon Natale, ma il fornitore ci ha risposto che non la richiede più nessuno”. Dettaglio quest’ultimo che appunto non suscita la minima proccupazione fra i paladini dell’italianità.

Quest’anno prima ancora che a Verucchio è successa la stessa cosa a Biella, a Presicce-Acquarica in provincia di Lecce. Ed a Mulazzano, comune di seimila abitanti a pochi chilometri da Lodi governato da una giunta di centrodestra. Qui la vicenda ha provocato una lettera al Prefetto dell’opposizione di centrosinistra nonchè la reazione persino di un ministro: uno a caso, Matteo Salvini.

Per una volta difficile dargli torto, la sinistra avrebbe ben altro da fare. Per non dire del ben altro che avrebbe da fare lui, minstro della Repubblica, oltre a compulsare i social per poter intervenire su cotanti dossier.

Stefano Cicchetti